Il sistema italiano è perfetto per mandare in tilt i cittadini

Il sistema italiano è perfetto per mandare in tilt i cittadini

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Da molti anni osservo, e vi narro, come (mal) funziona il sistema nazionale. Non esiste nulla o quasi, in Italia, che fili liscio come dovrebbe. Dai servizi urbani al sistema sanitario, passando per la Pubblica Amministrazione, il cittadino italiano si accolla ogni santo giorno la croce di dover subire l’incredibile.

Devi prenotare una visita attraverso il sistema regionale sanitario? Dipende da dove vivi. Se abiti nel Lazio, per esempio, il “sofisticatissimo” sistema digitale, ma anche quello telefonico, possono generarti un attacco cardiaco o, nella migliore delle ipotesi, di mal di stomaco. Telefoni allo 06 9939: attese interminabili. Allora decidi di farti richiamare, selezionando il tasto 9. Metti giù e aspetti di ricevere la telefonata, che arriva quasi immediata: miracolo! Macché…chiunque abbia sviluppato il sistema di recall dovrebbe essere denunciato alle autorità competenti. Ti arriva si la telefonata, ma una voce registrata formula, in una lingua mista tra l’italiano e il codice binario – non scherzo, provare per credere – qualcosa di incomprensibile, per poi chiudere il collegamento telefonico. All’ottavo tentativo hai due scelte: distruggere il tuo cellulare, mandare tutti i santi all’indirizzo di chi di dovere.

Fossero solo questi i problemi…avete mai provato ad accedere a una piattaforma web istituzionale tipo quella dell’Inps? Provate e ne riparleremo. I contenuti sono stati inseriti per non essere trovati. Spiego: quando sviluppi un database dovresti preoccuparti prioritariamente dell’ordine delle cose che inserisci, come, dove e perché, e ragionare su come renderle questi contenuti rintracciabili con facilità agli utenti. Niente da fare. Evidentemente quando si tratta di soldi pubblici e spesi per lo sviluppo informatico pubblico, chiamano il nipote del cugino dello zio di qualcuno, famoso 15enne smanettone che ha espresso più volte il desiderio di diventare informatico. Da grande. L’esempio principe fu quello del famoso “Click day” per accaparrarsi non so più quale bonus, forse quelli per i monopattini elettrici. I dati, tutti i dati di coloro che volevano aderire, furono resi pubblici a chiunque si collegasse al sito. Ma il Garante Privacy ha cambiato professione, vero? O meglio: non abbiamo un Garante Privacy se non nominalmente. Il dubbio è lecito, considerando gli scarsi effetti che si producono dopo una cosa di tale gravità.

Passiamo oltre: avete per caso qualcosa da dire sulla condizione delle strade cittadine? Un tempo vi era una sorta di netta distinzione tra Nord e Sud. Oggi si procede verso un democratico sistema di uguaglianza. Pure al nord si iniziano a vedere crepe, e non solo per le strade. Ma non doveva funzionare al contrario? Non dovevano essere i sistemi migliori a far da specchio a quelli deteriori?

In italia, palesemente, sta andando tutto in rovina, col beneplacito – devo dirlo – di una larga fetta di popolazione, che se non soffre di una grave forma di masochismo, evidentemente non ha mai vissuto in una nazione estera, una di quelle in cui le cose vanno normalmente, e non “eccezionalmente”, come sono spinti a dire c oloro che ritengono normale il sistema italiano.

Non lamentatevi se vi sembra di esser diventati isterici o poco lucidi o entrambi. Lo siete. Ma non date la colpa solo alla pandemia e ai suoi effetti sociali. Da molti anni rammento a tutti che non si può restare normali in una nazione anormale. Un giorno vi offriranno test gratuiti per comprendere il livello di tenuta allo stress causato dal fatto di continuare a vivere in Italia. Lo hanno già fatto nel 2020, quando fu lanciato un sondaggio-test per capire lo stato mentale degli italiani oppressi dalla pandemia.

Può darsi che un giorno il fatto di esservi stesi volontariamente sull’altare sacrificale, in nome di una Patria che ormai esiste solo come concetto astratto, farà di voi degli eroi.

Perl vi rammento che eroi, solitamente, si diventa post mortem.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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