Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
N.B. apro, come faccio spesso, questo mio editoriale con un nota importante: mai stata e mai sarò contro la vaccinazione, la sperimentazione scientifica e il progresso della scienza che sostengo da sempre.
Lotterò sempre contro l’informazione opaca, i metodi politici opachi e autoritari, la mancanza di rispetto della dignità umana e della deontologia giornalistica.
Buona lettura…
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Ho sempre ritenuto che esistano dei limiti invalicabili. I miei genitori mi hanno fornito un’ottima educazione, e con questo intendo un mucchio di cose, non solo star composta a tavola e dire “Grazie” o “Buongiorno”. No, intendo dire che ho ricevuto un egregio avviamento alla vita sociale.
Tanta roba, vi assicuro. Fin da bambina ho acquisito l’arte di ragionare con la mia testa, di prestare attenzione a non infastidire con le mie pretese il mondo esterno. Da mia madre, in special modo, ho imparato l’arte di non incattivirmi mai, nonostante la cattiveria umana, e di sorridere alla vita, qualsiasi cosa capiti durante il suo percorso. “Il rispetto delle regole è sinonimo di libertà”. Altro insegnamento della mia meravigliosa mamma Angela.
Ho vissuto, e continuo a vivere, con un carattere forgiato dalla vita, dall’analisi delle persone e delle circostanze e dei fatti che avvengono intorno a me.
Vivo in un paese strano come l’Italia, in cui da sempre le regole e le norme sono dedicate esclusivamente ai cittadini, mai a chi le impone, e in cui la popolazione è ormai da tanti anni è palesemente affetta da una grave forma di sindrome di Stoccolma. Tutto questo è stupefacente, tranne per chi pone ogni giorno la propria esistenza sull’altare sacrificale del potere politico nazionale: una larga fetta di italiani. Non starò qui ad analizzare le motivazioni di questo strambo, quanto tossico, comportamento collettivo – tossico per tutta la comunità nazionale – perché oggi desidero sollevare una diversa questione. La morte della normalità, e con essa, la distruzione di ogni forma di democrazia.
Prima dell’avvento della pandemia, i cittadini facevano ormai parecchia fatica a comprendere la differenza tra una notizia reale e una fake news. Notevole il metodo adottato dai governi: sparare una balla, per poi dichiarare il contrario e viceversa. Bisogna esser forniti di intelletto d’acciaio inossidabile per non perdere la trebisonda. Se condisci il tutto con l’utilizzo improprio dei social network, strumenti diabolici di divulgazione scientifica di panzane di ogni grado e livello, il patatrac era già avvenuto e aveva già condizionato alquanto la capacità critica della maggior parte dei cittadini.
Arriva la pandemia. Alla già compromessa lucidità mentale dei cittadini, costretti a correre dal mattino alla sera per continuare a far parte di una società deviata, votata al consumismo che si abbatte da decenni contro le spalle di italiani resi sempre più fiacchi da pressioni fiscali orrende, cancellazione dei diritti civili, negazione di ogni tipo di garanzia, in primis quella sulla salute (i tagli al comparto sanitario qui in Italia sono effettuati con l’accetta) e di futuro, si aggiunge l’orrore: moriremo tutti e in condizioni mostruose. I nostri involucri senza vita saranno inseriti dentro sacchi di plastica, e poi arsi per esser gettati chissà dove.
È la visione che a tutti è entrata almeno una volta nel cervello durante l’inizio dell’Anno Domini 2020.
Eppure, è proprio in quell’inizio del 2020 che i potenti politici italiani ridevano dell’ipotesi della pandemia che tutti e tutto spazza via. È del 2 febbraio del 2020 la dichiarazione dell’allora premier Conte che “Gli italiani possono svolgere una vita normale”. Peccato che solo due giorni prima avesse dichiarato lo stato di emergenza sanitaria e varato il primo Dpcm di una lunghissima serie (Ecco il video a riprova)
Ed è sempre di quel periodo l’avvio di una serie incredibile di scandali di ogni sorta, gestiti in buona parte dal potente Domenico Arcuri: dagli appalti per l’acquisto di DPI concessi ad aziende appena nate o addirittura fantasma, alle siringhe pagate a peso d’oro, passando per le negate risposte in conferenza stampa a colleghi giornalisti che chiedevano solo un poco di trasparenza.
Nel frattempo la gente è morta. La gente è stata cremata. Chissà quanti di essi mai avrebbero lasciato scritto sul loro testamento “NO cremazione” e chissà quanti figli, e mogli e parenti, sono inorriditi non tanto al pensiero della cremazione del corpo di un loro amato, quanto per non saperne più nulla dal momento del ricovero in terapia intensiva e poi nel tragitto, su carri militari (che fa spettacolo alla grande e a livello nazionale) delle urne. Molte delle quali sono ancor oggi DISPERSE.
Siamo il nulla mischiato col niente, almeno per chi ha raggiunto l’altissimo livello di parlamentare, senatore o premier. Frega un fico secco, a loro, del dolore immenso, indicibile, indescrivibile, di perdere traccia persino di un ultimo sorriso, di una mano nella mano, e poi del corpo, e di non poter porre un fiore su una tomba. Gradirei però conoscere quale sarebbe la LORO reazione dovendo subire tragedie simili. Ah già, è il solito discorso: finché tocca agli altri…e poi, lavorano per il bene del paese, loro. Infatti. Del PAESE non certo della popolazione.
Da anni faccio osservare questa profonda differenza, spesso inascoltata o meglio, scarsamente compresa.
In questa nazione accadono davvero cose strane…Persino leggere il nome dell’ex ministro della Salute De Lorenzo, quello che fu condannato a 5 anni e tre mesi di reclusione per un giro di consistenti tangenti pagate da industriali delle case farmaceutiche, sulle pagine della stampa nazionale, intervistato sul tema della salute dei cittadini.
Ecco un vecchio articolo di Repubblica che parla di quella vicenda: https://www.repubblica.it/online/cronaca/lorenzo/lorenzo/lorenzo.html e un altro articolo, che informava tutti noi di come si possa persino restituire – grazie o a causa di un “vizio procedurale” – il tesoro sequestratogli durante il processo “Mani pulite”: http://www.avvocatinovara.com/per-un-vizio-procedurale-viene-restituito-all-ex-ministro-de-lorenzo-il-tesoro-sequestrato-da-mani-pulite/
Vi dirò una cosa: io fui una delle vittime di De Lorenzo. Un farmaco, i cui effetti collaterali erano terribili, come per esempio un rossore forte, improvviso e grave, MENTRE veniva inoculato il farmaco tramite iniezione, non veniva segnalato nel bugiardino. Altrimenti si chiamerebbe “Veritino”. Costo per SINGOLA FIALA? Circa 30.000 lire. Recupererò la memoria del nome del farmaco per divulgare l’informazione, perché rammento benissimo le reazioni avverse sul mio organismo. A questo, anche, servono le tangenti. A NON menzionare le reazioni avverse o le interazioni da evitare assolutamente per la tutela della salute e della vita.
Sembra quasi, viene almeno il dubbio, che Mani Pulite servì più che altro a spalancare il portone degli scandali, e far abituare la popolazione. Tanto è vero che, dopo quel processo, i politici non si vergognarono più di far parlare, pubblicamente, delle loro gesta…
De Lorenzo ha pagato il suo debito con la giustizia, verissimo. Ma che fiducia si può avere nei confronti di chi, da Ministro della Salute, intrallazzava comunque con le case farmaceutiche? Che scelta editoriale è questa?
Dopo due anni di tragedie, di scandali, di popolazione oppressa, spaventata, ingiuriata, accusata, mortificata, violentata, spiata, denunciata, condannata, deprivata emozionalmente, costretta a chiedere pietà in ginocchio, arriva l’atto finale di un metodo che dichiarare scandaloso è poca cosa.
Pur di obbligare tutti, senza utilizzare il metodo della normale e lecita trasparenza sui dati scientifici, dalla tv ai giornali alla radio, l’atto finale – avviato da qualche tempo – è quello di sopprimere a ogni costo persino la realtà scientifica e incontrovertibile.
Persino l’Istituto Superiore di Sanità, o l’EMA, raccontano balle da non leggere o ascoltare. L’insulto all’intelligenza collettiva, servito su un letto di merda, è servito.
Quando ho ascoltato Bruno Vespa dichiarare “Me ne frego dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità”, ho capito che tutto è finito. Ecco il video di questo brutto capitolo storico dell’umanità: ci sono mille modi per argomentare. Vespa e molti altri, hanno scelto di utilizzare il peggiore dei modi. Evidentemente è stato rilasciato a costoro un mandato di autoritarismo, che gli consente di comportarsi, anche, in maniera così tristemente maleducata. A casa mia si è sempre detto: chi urla ha sempre torto…
Vespa, da cui mi dissocio da giornalista per il comportamento tenuto, se ne fregherà anche delle affermazioni degli specialisti, non ho alcun dubbio. Ecco quelle di Sergio Abrignani, professore ordinario di patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Romeo ed Enrica InvernizziVeronesi: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/covid-19-dopo-il-vaccino-ci-si-puo-ancora-infettare
Ultima scena. Sipario. Avete perso, italiani. Non la vita, ma la dignità, la possibilità di continuare a esistere dignitosamente, vaccinati e non vaccinati. Avete permesso di insultarvi metodicamente, disgraziatamente, insensatamente. Avete accettato tutto.
Avete sostenuto la mancanza di rispetto, la negazione della scienza, persino le raccomandazioni di chi sta lavorando PER TUTTI NOI e per la tutela della nostra vita e salute. Non mi sento affatto tranquilla e tutelata se a decidere della vita mia, e di tutta la collettività, sono persone che ingiuriano, urlano, offendono, e se sono le stesse persone che, in alcuni casi, hanno prodotto scandali, opacità e mala gestione della cosa pubblica.
Irrecuperabili siete, per questo sta accadendo l’incredibile. Vi fidate solo dei politici, non della scienza. E non ne comprendo davvero la ragione. Qualcuno dice di voi che siete affetti da analfabetismo funzionale. Si, deve essere questa la patologia generalizzata.
Una vera pandemia…
Documenti
Per chi si fida ancora della scienza, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Ema, e non se ne frega di questi dati, che non provengono dalla politica italiana, ma da chi è preposto alla sperimentazione, certificazione e approvazione di nuovi farmaci, ecco alcuni documenti importanti:
Questo secondo documento originale è molto importante: è la relazione tecnica dell’EMA – Agenzia Europea per i Medicinali – relativa al Piano di Gestione del Rischio in relazione al Vaccino COMIRNATY contro il COVID-19 (mRNA VACCINE). Riporta la data del 24 settembre 2021. E’ pubblicato sul sito dell’EMA a questo link: https://www.ema.europa.eu/en/documents/rmp-summary/comirnaty-epar-risk-management-plan_en.pdf
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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