L’unica parte del Paese che continua a crescere? Gli italiani nel mondo: il 3% in più nell’ultimo anno

L’unica parte del Paese che continua a crescere?  Gli italiani nel mondo: il 3% in più nell’ultimo anno

di Chiara Farigu

Che l’Italia non sia un paese per giovani lo si scrive e lo si denuncia da tempo. Basta guardarsi attorno. Non servono dati e statistiche per confermare quanto è evidente nelle nostre case, nelle nostre città da nord a sud, isole comprese: si espatria sempre più.

Non c’è Regione che possa dirsi fuori da questa inarrestabile emorragia che sta decimando la nostra gioventù. E non solo.

L’impennata si è avuta soprattutto al Sud, ma neppure il Centronord è stato risparmiato da quel che viene definito ‘inverno demografico’.

Oltre due milioni di residenti hanno lasciato l’Italia in poco meno di 20 anni, per trasferirsi altrove. La metà sono giovani fino ai 34 anni, quasi un quinto i laureati.

Neanche la pandemia è riuscita a fermare il flusso oltreconfine: sono infatti più di 109mila i connazionali che hanno privilegiato altre nuove destinazioni europee. ‘Una presenza di valore inestimabile’ ha sottolineato il presidente Mattarella alla sedicesima edizione del ‘Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes’, presentato ieri a Roma.

Un flusso ininterrotto di cervelli ma anche di manodopera sia maschile che femminile, molte le coppie con figli al seguito,  che si va ad aggiungere al triste primato delle ‘culle vuote’ che anno dopo anno registra numeri in continua crescita.

Una perdita inestimabile per il nostro Paese.

Secondo gli ultimi dati Istat per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Dieci anni fa erano 96: il ricambio naturale più basso in oltre un secolo.

Dati questi che sommati all’inarrestabile flusso migratorio mettono a repentaglio il futuro del nostro Paese.

Molti, troppi i borghi sparsi nella penisola, ma più numerosi al Sud, a rischio spopolamento.

L’unica Italia che cresce, stando al report della Fondazione Migrantes, sembra essere quella che mette radici oltre confine, senza fare più ritorno in terra natia.

Le motivazioni sempre le stesse.

Mancanza di lavoro in primis. Ma non solo. Carenza di servizi, collegamenti insufficienti e a prezzi esorbitanti tra Nord e Sud e soprattutto tra isole e resto d’Italia,  degrado socio-culturale, abbandono scolastico, criminalità, fanno dire sempre più spesso ai nostri giovani ‘Italia mia ti lascio, io vado via’.

Via, in cerca di nuove opportunità. Per vivere un presente ma soprattutto un futuro più sostenibile. Quello che a casa loro non trovano.

Per miopia politica o incompetenza. O tutte e due.

***Abbiamo stipulato un accordo con l’autrice per la pubblicazione di alcuni suoi articoli. Il pezzo originale di Chiara Farigu si trova a questo link

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