Di Luca Sambucci
Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ha pubblicato un corposo studio (120 pagine) che fa il punto sulla diffusione delle tecnologie di identificazione biometrica a distanza nei 27 paesi dell’Unione europea.
Lo studio indica come 11 Paesi, fra cui l’Italia, stiano già usando il riconoscimento facciale ex-post per identificare i sospetti nelle indagini criminali e che altri sette dovrebbero seguire l’esempio. Gli undici Paesi sono Austria (EDE), Finlandia (KASTU), Francia (TAJ), Germania (INPOL), Grecia (Mugshot Database), Ungheria (Facial Image Registry), Italia (AFIS), Lettonia (BDAS), Lituania (HDR), Paesi Bassi (CATCH) e Slovenia (Record of Photographed Persons).
Per l’Italia si fa riferimento all’AFIS (Automated fingerprint identification systems), ovvero il sistema automatizzato di identificazione delle impronte che nel nostro Paese dovrebbe contenere nove milioni di individui. Il sistema, gestito dal Ministero dell’interno, può essere interrogato tramite un software sviluppato dalla società Reco 3.26, una filiale di Parsec 3.26. Un altro software utilizzato è fornito dalla società giapponese NEC.
Il rapporto include una serie di raccomandazioni volte a informare i negoziati sull’Artificial Intelligence Act, la proposta di regolamento europeo sull’intelligenza artificiale che vieta alle forze dell’ordine l’uso di queste tecnologie in tempo reale, tranne in alcuni casi specifici. In particolare, i Verdi sottolineano che la distinzione tra sorveglianza “live” ed “ex-post” è irrilevante, e concludono che il dispiegamento di tecnologie di identificazione biometrica e comportamentale a distanza negli spazi pubblici dovrebbe essere vietato del tutto.
Per approfondire: Biometric and Behavioural Mass Surveillance in EU Member States (qui in PDF)
***Abbiamo stretto un accordo con l’autore per la divulgazione di alcuni suoi articoli. L’articolo originale si trova accedendo al sito: notizie.ai – L’immagine di copertina è presa dall’articolo originale.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento