Di Orazio Ragusa Sturniolo
“L’Italia chiamò, sì!”. Il celebre verso dell’Inno di Mameli sembra fare da cornice alla scelta di Azione contro la Fame di avviare, per la prima volta, in Italia un intervento umanitario promosso nell’ottica di contrastare l’insicurezza alimentare dilagante.
Con questo spirito l’organizzazione, impegnata da oltre 40 anni nella lotta contro la fame e la malnutrizione infantile, ha deciso di “importare” nel Paese l’esperienza maturata in oltre 50 Paesi del mondo, con l’obiettivo di aiutare le famiglie italiane rese più vulnerabili sia dalla difficile congiuntura economica che dall’impatto del Covid-19
Il nuovo progetto, “Dall’emergenza all’autonomia”, consiste in una attività “pilota” che, in un momento di emergenza economica e sociale, mira a condurre i beneficiari da una concreta difficoltà di accesso al cibo e a una sana alimentazione fino alla piena autosufficienza.
I “CARDINI” DEL PROGETTO
Saranno tre i cardini dell’iniziativa di Azione contro la Fame:
- un sostegno alla spesa con tessere spesa mensili, che integrano le entrate e consentono l’acquisto di cibo e beni di prima necessità;
- una educazione alimentare per indirizzare i beneficiari verso una dieta sana e bilanciata che favorisca la salute e il benessere del nucleo familiare, grazie al supporto degli esperti in nutrizione dell’organizzazione);
- un’attività di formazione finalizzata allo sviluppo delle competenze personali, sociali e professionali per favorire l’occupabilità e costruire la sicurezza alimentare nel lungo periodo.
Il programma, nel solco delle attività svolte dall’organizzazione nel mondo e nella cornice della campagna internazionale di sensibilizzazione “Mai più Fame”, riserverà una particolare attenzione alle famiglie con due o più figli (soprattutto con bambini con età inferiore ai 5 anni), con donne in gravidanza o neomamme, con genitori disoccupati o impegnati in lavori occasionali, con donne vittime di violenza. Per loro, saranno organizzati dei percorsi formativi di gruppo ed individuali guidati da professionisti per quattro mesi, allo scopo di implementare le cosiddette soft skill (autostima, fiducia, motivazione), favorire la conoscenza del mercato del lavoro, condividere i migliori metodi per preparare un curriculum vitae, una lettera di presentazione o un colloquio di lavoro, aumentando loro occupabilità, per risolvere il problema della fame direttamente all’origine: la mancanza di reddito.
L’INTERVENTO A MILANO
L’intervento, nella sua prima fase, coinvolgerà 50 famiglie vulnerabili della periferia di Milano (250 persone in totale) già nei primi mesi del 2022 e, inizialmente, si svilupperà all’interno del Municipio 8 della città, irrobustendo ulteriormente il contributo offerto dall’attuale rete di solidarietà già attiva intorno al nuovo ù Hub spazio “indifesa delle famiglie” del quartiere Gallaratese. Un network che unisce alla lotta allo spreco alimentare, la possibilità di accedere a un market solidale per nuclei in difficoltà ed una serie di servizi a beneficio delle famiglie. Il gruppo di lavoro, oltre da Azione contro la Fame, è oggi costituito, tra gli altri, da Terre des Hommes Italia, Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, Associazione IBVA, Fondazione Cariplo e Programma QuBì, FoodPolicy, Politecnico di Milano e Fondazione Milan. Proprio con il sistema degli hub di Quartiere contro lo spreco alimentare, Milano ha vinto, per la categoria #ZeroWaste, la prima edizione di Earthshot Prize, il prestigioso premio internazionale, promosso da The Royal Foundation of The Duke and Duchess of Cambridge.
LA PIATTAFORMA DI CROWDFUNDING DI INTESA SANPAOLO
A supporto del progetto “Dall’emergenza all’autonomia” è attiva una raccolta fondi su “For Funding”. Si tratta della piattaforma online di crowdfunding promossa da Intesa Sanpaolo e dedicata alle organizzazioni non governative e alle associazioni non profit che desiderano, attraverso il web, promuovere e finanziare progetti di solidarietà sociale. In questi giorni ha preso il via la maratona della solidarietà finalizzata a sostenere la costruzione dell’autonomia a lungo termine dei più vulnerabili di Milano.
UN PROGETTO PENSATO PER L’INSICUREZZA ALIMENTARE IN ITALIA
L’obiettivo dell’organizzazione è quello di estendere l’iniziativa anche in altri territori. D’altra parte, anche in Italia, pur con forme diverse, molte persone vivono una condizione di insicurezza alimentare (5,6 milioni sono in condizione in povertà assoluta, Istat). È la ragione per cui l’organizzazione, dopo aver promosso per anni attività a livello internazionale, ha deciso di “importare” l’esperienza sviluppata sugli scenari internazionali. Il modello sul quale è basato il programma, del resto, è già stato testato in Spagna, Palestina, Georgia e in diversi paesi dell’America Latina, ricevendo diversi riconoscimenti, tra cui il Premio “RegioStar” dall’Unione Europea, come buona pratica per promuovere una crescita inclusiva.
LA CAMPAGNA “MAI PIÙ FAME”
L’avvio del progetto “italiano” di Azione contro la Fame rientra, a pieno titolo, all’interno della campagna internazionale di sensibilizzazione Mai più Fame. Si tratta dell’iniziativa promossa dall’organizzazione sottoforma di manifesto-appello in vista dei prossimi appuntamenti internazionali che attendono il Governo italiano. L’obiettivo è duplice: mobilitare la società civile sulla piaga contemporanea dell’insicurezza alimentare e spingere i leader nazionali ed internazionali, a partire dal prossimo G20 a guida italiana, ad interventi concreti e coraggiosi che vadano ad intaccare le cause strutturali della fame.
All’appello di Azione contro la Fame hanno risposto in tanti: Tiziano Ferro, Federica Pellegrini, Dario Vergassola. Ma anche Carlo Petrini, Marco Cappato, Ferruccio De Bortoli, Peter Gomez e Marco Tarquinio. E ancora gli influencer Chiara Maci, Germano Lanzoni (de “Il Milanese Imbruttito”) e Vincenzo Maisto (de “Il Signor Distruggere).
“In questa difficile congiuntura economica, acuita dall’impatto del Covid19 – ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame – l’insicurezza alimentare ha dimostrato di sapersi incuneare in modo assai veloce anche nei Paesi considerati ‘sviluppati’. Siamo, in tal senso, chiamati a non ‘archiviare’ la pandemia come fenomeno esclusivamente sanitario: occorre accendere i fari dell’opinione pubblica anche sulle nuove sofferenze generate dalle pur necessarie misure di contenimento dei mesi scorsi. In quest’ottica, con l’obiettivo di attuare una misura ‘anticiclica’, abbiamo pensato di attuare anche in Italia un intervento multisettoriale che non mira solo a dare cibo a chi non ce l’ha ma anche a offrire ai più vulnerabili la possibilità di gravitare dall’emergenza all’autonomia. Si tratta, d’altra parte, di una questione fondamentale di civiltà e di diritti: anche in Italia iniziamo concretamente a lavorare per garantire a ogni persona il diritto al cibo, all’acqua e ai mezzi necessari per garantire la salute e il benessere personale e della propria famiglia”.
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