Il Green Pass e la Costituzione

Di Claudio Rao

In questi giorni diverse manifestazioni stanno ritmando la vita del Paese. Da Bologna a Catania, da Firenze a Torino, passando per Genova, Ancona e Trieste. Il mondo del lavoro è in fermento. Anche nei piccoli centri. Città come Rimini o Cuneo, ad esempio. Cittadine e cittadini italiani che segnalano il proprio dissenso a quella che reputano una violazione della Costituzione.

Minoranze che oggi alzano i toni per via della generalizzazione del Green pass a tutti i lavoratori. Una generalizzazione che genera disagi nella sua applicazione a 360° e non solo ai lavoratori che hanno legittimamente (ma forse sarebbe più opportuno dire “costituzionalmente”) scelto di non vaccinarsi. A Domodossola, per esempio, un intero treno merci è stato rispedito in Svizzera perché 6 dei 16 autisti dei tir a bordo non erano dotati di passaporto sanitario.

A Cuneo, cittadina nella quale ho eletto residenza dopo le mie peregrinazioni paneuropee, stamane, 15 ottobre, diverse persone si sono ritrovate in un sit-in davanti alla Prefettura, in sostegno alla rappresentanza dei Vigili del fuoco ricevuta dal prefetto. Anzi della prefetta, Fabrizia Triolo, classe 1961, palermitana con un curriculum di tutto rispetto e attualmente titolare a Cuneo. Ciò che colpisce in questo genere di manifestazioni, è la diversità di origine sociale e la capacità di riflessione democratica dei partecipanti. Vi si incrociano pensionati e camionisti, medici e giuristi, commercianti ed insegnanti, personaggi estremamente diversi e variegati, che fraternizzano su un’unica cosa: la creatura che i nostri padri costituenti hanno legato all’Italia.

Cuneo, ricordiamolo, non è solo la città citata da Antonio De Curtis (in arte Totò) in una delle sue battute più note, ma la città che ha dato un ampio contributo di vite umane alla sciagurata campagna di Russia, in cui la Brigata alpina Cuneese fu letteralmente decimata. Città faro della Resistenza; legata a Giuseppe Garibaldi che nel 1859 vi passò in rassegna il primo corpo dei Cacciatori delle Alpi (antesignani degli Alpini). In questa tranquilla cittadina a dimensione umana sita ai piedi delle Alpi Marittime, la filiazione ai diritti e alla libertà è inscritta nelle vie e nelle piazze, ma anche nel DNA della gente che ha saputo rimanere semplice e solidale. Pacifica e cordiale. Accogliente, ancorché “piemontese” quindi (ma solo all’apparenza) più fredda e meno “mediterranea”.

Davanti all’elegante palazzo prefettorale della città di Cuneo, progettato dall’ingegnere Pietro Carrera e risalente a fine Ottocento, un centinaio di persone hanno voluto esprimere il loro dissenso al passaporto verde e sostenere la rappresentanza dei pompieri che ha conferito con la Prefetta, dottoressa Triolo. C’erano un poliziotto in divisa che, con fare pacato e toni rassegnati, lamentava di non potersi permettere la sospensione dal lavoro, per esigenze familiari. Una signora che significava con rammarico quanto significasse per lei esporsi apertamente in questo sit-in quando l’indomani avrebbe nuovamente incontrato assessori e responsabili comunali. Camionisti e pensionati, titolari di piccole associazioni umanitarie e docenti che militano per quella libertà che insegnano quotidianamente ai propri allievi.

E, naturalmente, i Vigili del fuoco che ribadivano la loro volontà di manifestare nei limiti e nelle forme previste da quella Costituzione che definivano “gravemente ferita”. Nessun violento o facinoroso. Nessun urlatore di strada. Nessun gretto esecutore di gesti fuori luogo. Tutte le persone che ho avvicinato mi riferivano di esperienze e convinzioni, speranze e timori; di figli e compagne che hanno maturato talvolta la scelta di vaccinarsi.

Il problema – spiegavano – non è la vaccinazione, ma la limitazione delle libertà costituzionali ormai subordinate a vaccini e green pass e… “concesse”. Il consigliere comunale Giuseppe Lauria, presente al sit-in, ha preso la parola in questa manifestazione (spontanea e non organizzata), per dare lettura ad alta voce di alcuni articoli della Carta costituzionale italiana palesemente infranti dai provvedimenti legati all’emergenza sanitaria. Tutti si sono allora spontaneamente rivolti silenziosamente di fronte all’edificio rappresentante lo Stato, scandendo ad alta voce “articolo infranto!” al termine della proclamazione di ciascuno di essi. Poi si sono ricomposti in quei gruppetti di padri e madri di famiglia che, in maggioranza sulla cinquantina – si osservava , ripercorrevano la storia antica e recente delle proprie vite e delle città di cui sono originari. Infine, verso l’ora di pranzo, il gruppo si è disciolto per ritrovarsi ancora una volta davanti alla Michelin, in sostegno ai dipendenti di questo fiore all’occhiello dell’economia locale.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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