Aids/HIV: in Parlamento si sblocca l’iter per la riforma della legge 135/90

Aids/HIV: in Parlamento si sblocca l’iter per la riforma della legge 135/90

Di Alessia Testori

Si sblocca in Parlamento l’iter di riforma della legge 135/90 per la lotta all’Aids. “La proposta di legge (pdl) è stata incardinata nell’ordine del giorno della Commissione Affari sociali, che a breve inizierà a programmare l’audizione delle associazioni e delle varie categorie coinvolte. Non solo. La Conferenza dei Capi Gruppo della Camera ha anche incardinato la discussione della pdl nei lavori dell’Aula per novembre e dicembre”. Ad annunciarlo è l’on. Mauro D’Attis, promotore dell’Intergruppo parlamentare ‘L’Italia ferma l’Aids’, durante la “Consensus Meeting Coalition 2021: Quale organizzazione del sistema in ambito HIV nel prossimo futuro”, organizzata dalla Fondazione The Bridge a Milano.

   L’obiettivo, cui D’Attis spera di arrivare, è di “far approvare per il 1° dicembre, Giornata mondiale contro l’Aids, questa proposta di legge di riforma”. Pur essendo stata pionieristica a suo tempo, la Legge 135/90, che ha comunque raggiunto molti dei suoi obiettivi, come quelli dell’assistenza e formazione del personale sanitario, vede ancora diversi punti irrisolti, come il persistere della diffusione dell’infezione da Hiv e la comparsa di nuove problematiche, evidenziate anche dalla pandemia.

D’Attis si è detto anche ottimista sul tema “delle risorse che verranno stanziate per finanziare la legge di riforma”, e ha inoltre annunciato di voler proporre ai colleghi dell’Intergruppo parlamentare sull’Aids “di scrivere alle più grandi aziende pubbliche italiane, per cercare di coinvolgerle in questo processo attraverso un loro sostegno economico, che si integri al pilastro pubblico”. L’idea sarebbe di creare un grande fondo per finanziare dei progetti decisi dalla comunità, nella massima trasparenza.

E sempre in tema di riforma sull’assistenza e presa in carico delle persone sieropositive, Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, ha reso noto che “la Lombardia sarà la prima regione in Italia, attraverso la riforma sociosanitaria regionale, ad assumere il modello di evoluzione indicato dal Pnrr. La pandemia ci ha insegnato che serve una rete di malattie infettive. Serve un processo di rinnovamento, e per realizzarlo bisogna aprire la mente, senza pregiudizi, per migliorare sistema”.

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