Visti da Fuori – Dissenso italiano a vaccini e Green Pass

Visti da Fuori – Dissenso italiano a vaccini e Green Pass

Di Claudio Rao

Sabato scorso in diverse città italiane, si sono svolte manifestazioni contro il Green pass. Un migliaio di persone in piazza del Popolo a Roma e altre migliaia a Milano, ma anche un centinaio Napoli al grido di “No al Green pass”, “Libertà”, “Giù le mani dai nostri figli” e “Vergogna”. 

 « Non si abita in un paese, si abita in una lingua ». Questa frase attribuita al filosofo e scrittore rumeno Emil Michel Cioran, mi è tornata in mente quando ho appreso la notizia da Le Figaro e non dalle agenzie di stampa italiane.

In effetti, mai come oggi, chi di noi ha la fortuna di conoscere altre lingue e magari di rispecchiarsi in altre culture, ne può approfittare per cercarvi quelle notizie che, con la colpevole complicità di molti giornalisti, la politica (non solo italiana) vuole arginare, quando non marginalizzare.  

Alcuni dei manifestanti portavano delle stelle gialle con la scritta “Non vaccinato”. Un gesto forte senza dubbio, Un urlo contro chi vuole dividere e non unire, discriminare e non spiegare. Perchè di spiegazioni vere, con tanto di contraddittorio, ne abbiamo avute ben poche. Sulla stessa Rai Tre, domenica, la prestigiosa presenza di Mirabella sembrava semplicemente far da cornice al pressante invito alla vaccinazione indiscriminata per il bene comune.

Come sappiamo, il personale sanitario prima ed ora quello scolastico dovrà sottoporsi al Green pass (che in italiano potremmo più propriamente chiamare passi sanitario) sottoponendosi al tampone due o tre volte a settimana a proprie spese, oppure “scegliendo” di vaccinarsi. Una scelta coatta, per non svenarsi economicamente e non perdere il proprio impiego (letteralmente!). In palese contraddizione con la Costituzione italiana e con i Trattati internazionali. Un’estorsione del consenso, per usare una terminologia giuridicamente parlante.

Tutti i cittadini, comunque, dallo scorso 6 agosto, necessitano di questo lasciapassare per frequentare qualunque luogo al chiuso. Lo dovranno esibire per andare a pranzo e a cena nei ristoranti, per entrare nei bar al chiuso, per frequentare palestre e piscine, per assistere agli spettacoli e per partecipare agli eventi.

Un passi sanitario che contiene dati sensibili che verranno a conoscenza del primo “controllore” di turno! (Qualcuno ci ha spiegato a quali dfati può accedere chi legge il nostro qr code green pass?). Un lasciapassare per accedere ad un locale in cui nè i lavoratori nè i gestori sono tenuti ad avere o a esibire un analogo certificato!

Se ci documentiamo sulla cosiddetta vaccinazione, poi, scopriamo che essa non è che un “trattamento sperimentale” (su di noi, vaccinati e vaccinandi) che otterrà il labello di vaccino soltanto nel 2023: il 2 gennaio per Johnson & Johnson, il 14 febbraio per Astra Zeneca, il 2 maggio per Pfizer. Al meglio, nel 2022 e precisamente il 27 ottobre per Moderna.

Il cosiddetto “consenso informato”, infine, richiesto a chi si vaccina, è la dichiarazione di presentarsi spontaneamente e di richiedere il trattamento liberando da ogni responsabilità giuridica il personale che lo somministra e, ovviamente, l’istituzione che esso rappresenta.

Questi sono gli argomenti che dovrebbero animare le trasmisioni televisive e radiofoniche. Queste le riflessioni che dovrebbero sollecitare le colleghe ed i colleghi giornalisti dai Media e dalla carta stampata, invitando esperti di opinioni e formazioni diverse. Contraddicendo, se e quando è il caso, i politici che affermerebbero palesemente il falso.

Forse è proprio da questa “moralina”, da questo “catechismo ideologico istituzionale” che vogliono metterci in guardia manifestazioni come quella di sabato. Magari puntando il dito sul fatto che la chiave di vòlta di un Paese civile (un Paese con la lettera maiuscola) è quella che investe su informazione, educazione e cittadinanza attiva; non su indottrinamento, imposizione e discriminazione.

Almeno nell’intenzione di quei manifestanti che non sono integralisiti “No Vax” come le Istituzioni sono integraliste “Sì Vax”.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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