Morte del dottor De Donno: l’insostenibile leggerezza di un suicidio

Morte del dottor De Donno: l’insostenibile leggerezza di un suicidio

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Si dice che sia morto suicida il Dottor Giuseppe De Donno, 54 anni ed ex primario di pneumologia presso l’ospedale Carlo Poma di Mantova. De Donno l’anno scorso aveva iniziato la cura del Covid utilizzando le trasfusioni di plasma iperi-mmune, una terapia che prevedeva l’infusione di sangue di contagiati dal Coronavirus, dopo essere stato opportunamente trattato, in altri pazienti infetti.

Il medico sarebbe stato trovato impiccato nel suo appartamento, dove viveva con la moglie e una figlia. Il condizionale è sempre d’obbligo quando si trova un corpo senza vita, seppur apparentemente morto per una precisa volontà di farla finita. Eppure, spesso si chiudono le indagini frettolosamente, bollando la morte come “Suicidio”.

Tra i tanti casi di cronaca in tal senso, rammento quello del giovane palermitano Mario Biondo, il cui caso è stato recentemente riaperto, trovato impiccato con un foulard intorno al collo all’interno della sua casa spagnola a Madrid, in cui viveva con la moglie, la famosa conduttrice televisiva Rachel Sanchez Silva.

Apparentemente Biondo si sarebbe suicidato, è questo che fu decretato dalle autorità, con una certa velocità nel chiudere l’inchiesta.

Il caso Mario Biondo

Il corpo del giovane fu rinvenuto nel Maggio del 2013, ma i suoi familiari non hanno mai creduto a un gesto disperato, e ora le indagini scoprono elementi che, a prima vista, non erano stati vagliati. Valle a capire, certe indagini.

Tornando al decesso per suicidio del dottor De Donno, in molti, in queste ore, sui social pubblicano la loro opinione su questa morte precoce e violenta. Non credono all’ipotesi immediata del suicidio, subito abbracciata dalla stampa e dalle televisioni.

Non sto azzardando alcun tipo d’ipotesi, sia chiaro, sto semplicemente riportando il sentimento di una fetta di popolazione, angosciata da oltre 18 mesi di emergenza sanitaria spesso gestita, nel nostro paese, in maniera poco coerente. E’ possibile che questa angoscia generi poi una serie di considerazioni. Oppure è possibile che il metodo adottato dai media nazionali e dalle istituzioni in questo anno e mezzo, non abbia prodotto altro che angoscia generalizzata, non fornendo una divulgazione precisa, spesso e volentieri, tanto da generare caos piuttosto che sicurezza nella popolazione. Chissà. Valle a capire certe reazioni collettive.

Certo, pensare che De Donno possa essersi suicidato a causa del fatto che la sua cura non abbia trovato il consenso desiderato, può persino convincere coloro che hanno, come criterio principale, quello della visibilità, dei guadagni, dell’immagine e del potere.

Oltretutto, un ex primario di pneumologia che lo scorso giugno decide di lasciare il suo incarico per diventare medico di base. Valle a capire, certe decisioni mai prese prima nel settore ospedaliero.

Si dice che il medico stesse raccogliendo fondi per fondare una clinica e curare gratuitamente i malati di Covid-19 con la sua cura. Valle a sapere certe cose che nessuno dice pubblicamente.

Per chi desidera approfondire il tema della cura sviluppata dal dottore De Donno, consiglio la lettura di questo articolo pubblicato lo scorso Febbraio 2021: https://www.altramantova.it/it/news/cronaca/mantova/29181-studio-rescue-asst-mantova-plasma-iperimmune-nelle-rsa-riduzione-mortalita-del-65-e-virus-scomparso-nel-90-dei-pazienti-trattati.html

Questo video risale al 27 Aprile 2020, quando De Donno era ancora Direttore di Pneumologia presso l’Ospedale di Mantova

Forse, molto più semplicemente, De Donno potrebbe aver scelto di togliersi la vita per non poter salvare un maggior numero di vite. Chissà. Valli a capire certi suicidi.

Aggiornamento

Sulla morte del dottor De Donno la procura di Mantova ha comunque aperto un’inchiesta per valutare meglio la situazione, la presenza di reali moventi che possano aver spinto al suicidio il medico.

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