Roma: trasporto pubblico e stato interno degli autobus capitolini

Roma: trasporto pubblico e stato interno degli autobus capitolini

Di Primo Mastrantoni***

Un’esperienza ripetuta non è casuale, si vede che è uno standard con i nuovi autobus acquistati dall’Amministrazione capitolina.

Dunque, si sale e l’autobus parte a razzo, come se il conducente guidasse una Ferrari: curve da brivido e fermate inchiodate. Non basta una mano stretta al mancorrente perché occorre aggrapparsi a tutto ciò che è stabile e le maniglie che penzolano nell’aria fanno ruotare su se stesso il malcapitato utente, sicchè, è problematico prendere il biglietto dal portafoglio e in inserirlo nella obliteratrice. C’è, poi, l’aria condizionata messa a palla, il  che può far piacere con il caldo romano, ma che annuncia il raffreddore o la bronchite.

I sedili, per buona parte, sono posti su una piattaforma rialzata. Difficile l’accesso a meno che non si è in forma atletica prestante. Nel tentativo di raggiungere la postazione interna si finisce seduti sulla persona del sedile accanto. Non sappiamo, inoltre, quale modello umano sia stato preso per il disegno del sedile perché la parte terminale batte sulle vertebre della cervicale.

Da ultimo, le sospensioni. Ci sarebbe bisogno di un supporto per le sospensioni. E’ noto che le strade della Capitale non sono lisce come una palla di bigliardo, per cui i continui sobbalzi del bus si ripercuotono sulle vertebre della colonna vertebrale, dalle coccigee alle cervicali.

Certo, se ne esce indenni, ma non si è stimolati a ripetere l’esperienza.

***Segretario Nazionale Aduc

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