Di Claudio Rao
Vaccinazione obbligatoria e pass sanitario dai 12 anni in poi per qualsiasi attività
L’allocuzione del presidente della Repubblica francese di lunedì scorso è suonata come un elettrochoc nel Paese dei Diritti umani.
Questo presidente, ex banchiere di Rothschild, ministro del governo socialista di François Hollande, infine candidato improbabile e capo dello Stato per volontà popolare, è tutto e il suo contrario.
Avendo creato un’alleanza tra la borghesia di destra e la borgehsia di sinistra, essendosi sottomesso ai dictat socio-economici della Commissione di Bruxelles, avendo sposato la nuova filosofia che non vuole più culture nè nazioni ma un unico mondo globalizzato e interdipendente, sta modificando radicalmente i princìpi e i valori fondatori della Francia che conosciamo.
Ha inviato la polizia contro i “Gilets Jaunes” che manifestavano la loro sofferenza fronte a un tenore di vita non più sostenibile o contro medici e infermieri che manifestavano contro la mortificazione e la sostanziale paresi del servizio sanitario nazionale.
Ma non si è mosso in quelle tante “banlieues”, definite da decenni “territori perduti della repubblica” dove traffico di droga e islamismo fondamentalista regnano sovrani, offrendosi pressocchè quotidianamente poliziotti massacrati (letteralmente) e perfino professori decapitati.
Questo presidente, fortografato con transessuali seminudi che fanno il gesto del dito medio alzato, il 12 luglio scorso, due giorni prima della sfilata militare del 14 luglio che rievoca l’inizio della Rivoluzione francese, ha voluto assumere il ruolo autorevole del protettore dei cittadini (o delle lobby farmaceutiche?) pronando la vaccinazione per tutti e il pass sanitario dai 12 anni in poi.
In realtà, al momento, il vaccino è reso obbligatorio unicamente per i medici e il personale sanitario (chi non lo farà sarà privato… di stipendio!) anche se l’obiettivo è quello di costringere tutti i cittadini francesi a effettuarlo. Come? Sopprimendo la gratuità del tampone e imponendo alla popolazione il pass sanitario per l’ingresso in musei, bar, ristoranti, centri commerciali, ospedali e case di riposo, stabilimenti termali e treni e bus per lunghi tragetti.
Autoritario, più che autorevole dunque, l’intervento del capo dello Stato che, come sappiamo, in una repubblica semi-presidenziale, detiene vasti poteri.
Una figura, quella semi-presidenziale, voluta e “creata su misura” dal generale De Gaulle, padre della 5° repubblica. L’elezione diretta, a suffragio universale, favorì una relazione previlegiata tra il candidato prescelto e il suo popolo. Tanto che la parola del Capo dello Stato gode di una notevole autorevolezza.
Forse anche per questa ragione, oltre che per criteri di praticità ed esigenze lavorative legate alla già complessa quotidianità, nei 4 giorni successivi all’allocuzione di Macron più di 2 milioni e mezzo di persone hanno preso appuntamento per aver inoculata la prima dose di vaccino.
Intendiamoci, anche in Francia, come in Italia, le televisioni e i Media stanno effettuando un vero e proprio lavaggio del cervello acritico sulla messianicità di un vaccino risolutore. Trasmettendo unicamente i pareri dei sanitari (medici, infettivologi, ricercatori) a favore della vaccinazione. Un vaccino, ricordiamolo, sperimentale fino al 2023 per il quale le case farmaceutiche non assumono alcuna responsabilità penale.
Certe televisioni d’oltralpe si sforzano comunque di analizzare le ragioni di coloro che si dichiarano contrari o che sono ancora restii. Offrendo ottimi spunti di riflessione per scelte ragionate e non meramente emotive. Adulte, insomma.
Se l’allocuzione presidenziale relativa ai vaccini sembra aver funzionato come un vero detonatore, non così è stato per l’annunciata obbligatorietà del pass sanitario.
Nel dipartimento dell’Alta Savoia, con capoluogo Annecy (non lontano da Ginevra per situarci), vi sono state manifestazioni piuttosto determinate per sottolineare quello che l’analista politico Mathieu Slama ha definito “un’aberrazione etica, giuridica e democratica”.
Le immagini, trasmesse dal canale francese Cnews, si riferiscono alle manifestazioni presso la prefettura della Haute Savoie il 14 luglio scorso.
Se la necessità di un’azione collettiva, coordinata e responsabile fronte a questa emergenza sanitaria ci pare fuori discussione, ciò che troviamo mortificante è l’atteggiamento acritico e impositivo, stigmatizzante per tutti coloro che cerchino semplicemente di capirne di più e, tutto sommato, discriminatorio per una larga fascia della popolazione.
Il sospetto è che, ancora una volta, gli interessi economici prevalgano su quelli sociali e sanitari. E in questa congiuntura sarebbe gravissimo.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento