di Walter Prete
con Giorgio Sales
regia di Lorenzo Parrotto
assistente alla regia Alfredo Calicchio
sonoro Laurence Mazzoni
video Federico Sanfrancesco
una produzione Khora Teatro
giovedì 17 giugno ore 21
Teatro Tor Bella Monaca – Roma
Arena estiva
…”e lei? Un sogno lei ce l’ha? Uno yatch, un’amante, un’idropulitrice … Prima di cominciare, mi parli del suo sogno”.
Torna in scena il 17 giugno (ore 21), nella cornice dell’arena estiva del Teatro Tor Bella Monaca, SETE, spettacolo scritto da Walter Prete e diretto da Lorenzo Parrotto.
Unico interprete in scena Giorgio Sales, il quale dà vita a un meccanismo “scellerato” che coinvolge un intero caleidoscopio di personaggi: dal ristoratore all’imprenditore, dall’influencer al trader finanziario, il critico d’arte, in una sorta di gioco al rilancio in cui vince chi riesce ad aumentare di più il valore di un bene primo come l’acqua, trasformandolo in un’icona del lusso. Una scrittura a cerchi concentrici in cui gli stessi personaggi, tornano ciclicamente sempre più inebriati dal crescere del desiderio e galvanizzati dall’incapacità di avvertire il bisogno, che però è un indicatore essenziale dell’equilibrio biologico.
Partendo da episodi di stretta attualità, passando per la riflessione di Feuerbach e Guy Debord, si giunge alla spettacolarizzazione dell’immagine che per Debord diventa momento della mediazione nel rapporto fra individui, descrivendo la parabola dello slittamento dell’essere in avere e dell’avere in apparire.
Assetati di immagini, i personaggi di SETE finiscono per non riconoscere più la vera sete, quella legata alla conservazione della vita, che resiste ad ogni tentativo di farsi ridurre in cosa.
“Con Sete vogliamo raccontare una storia. La storia di un luogo che, come tutte le cose, porta con sé una memoria. L’avvento improvviso e fortuito di uno dei tanti eroi del nostro tempo (o antieroi, a seconda di come la si legge) cambierà il destino di questo luogo e, a effetto domino, i destini di tutte le persone a esso collegate”- annota Lorenzo Parrotto.
“Insieme a Walter e a Giorgio ci siamo decisi a raccontare un piccolo grande spaccato del nostro tempo. È sempre difficile sapere davvero cosa si vuole. Per questo, spesso e volentieri, ci si affida, oggi più che mai. Ci si affida a quelle persone che sanno cosa vogliono, o almeno sembrano saperlo. E ci affascinano, ci attraggono, proprio perché ci comunicano sicurezza e decisione. Ed è tra queste maglie che i nostri cinque personaggi prendono forma.
Ed ecco l’acqua: bene indispensabile, primario. Bene che deve, dovrebbe, essere alla portata di tutti. E così come Dio, che nella Genesi separa la luce dalle tenebre, così il nostro eroe separa un bene come questo dal resto del mondo, “stabilendo un valore”: in questo caso il valore è dato dalla bottiglia, da ciò che contiene e racchiude l’acqua.
Ma il valore cambia anche a seconda di chi stabilisce il valore stesso, il nostro eroe.
Noi, da parte nostra, non vogliamo trovare il colpevole. Vogliamo raccontare ciò che può cambiare radicalmente una vita.
Alla fine, chissà, ci ritroveremo anche noi chiedendoci a vicenda un sorso d’acqua, cercando nello zaino o nella borsa la nostra bottiglietta. Che c’è di male.
In fondo si sa: a teatro viene sete.”
Lo spettacolo ha ricevuto il “Premio Speciale” nell’ultima edizione del “Premio Giovani Realtà del Teatro Nico Pepe”, conferito dal Direttore dell’Accademia De Maglio, e la “Residenza alle Periferie Artistiche” della Regione Lazio.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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