Di Sergio Ragaini
Siamo su un qualsiasi Social Network: una persona ci chiede come stiamo, e se possiamo essere amici. Magari è una persona dell’altro sesso, molto bella. Cominciamo a parlare e questa ci chiede dati su di noi. A quel punto, la trappola potrebbe essere tesa: soprattutto se non ne siamo consapevoli. Richieste di denaro, offerte di grosse somme “a titolo di beneficienza”, offerte di prestiti a tassi quasi inesistenti sono solo alcune delle truffe possibili. Esserne consapevoli è l’unico modo per evitare di cadere in queste trappole, dalle quali, se si cade, è poi quasi impossibile uscire, e recuperare quanto perso.
Siamo su un Social network. Uno degli esistenti, non solo facebook. Aggiungiamo una persona, magari una persona piacente dell’altro sesso. Questa ci contatta subito, e chi chiede come stiamo.
Magari in quel momento sogniamo qualche avventura, anche virtuale. Ci sentiamo considerati. Quando magari, nella quotidianità, non lo siamo. Quel “come stai” ci fa pensare che chi si trova al di là di quella tastiera si preoccupi di noi, si interessi a quello che siamo. Ci fa percepire aria di empatia. Forse, in quel momento, ci sentiamo soli, ed avere qualcuno che si preoccupa per noi ci fa piacere, ci fa stare bene.
Il miraggio, l’idealizzazione, fa il resto: quell’immagine su un profilo, magari non vera, magari modificata molte volte, magari presa da chissà dove, ci attrae, ci colpisce, subito scuote il nostro immaginario. E siamo già nel sogno: un sogno che, però, potrebbe presto tramutarsi in un incubo.
A quel punto, la persona ci chiederà il nostro indirizzo email, o addirittura se abbiamo WhatsApp: in tal modo, entrerà in possesso anche del nostro numero di cellulare. E di altri eventuali dati che magari ci chiederà.
In quel momento, magari, siamo “rapiti” da questa persona, che abbiamo già costruito nella nostra mente come la materializzazione di un sogno impossibile. E siamo pronti a qualsiasi richiesta, anche se strana e incomprensibile, ci possa giungere. Compresa quella di denaro. Questa persona, infatti, magari farà leva sul nostro buon cuore, sull’emozionalità. Ci racconterà che non ha denaro, che la madre, o il padre, sta male, e che non ha assolutamente nulla, e che ha bisogno di aiuto.
In quel momento, molti crederanno che tutto ciò sia vero. E acconsentiranno. La sensazione emozionale non farà pensare alla persona che tutto questo non è possibile: infatti, questa persona, sull’orlo della disperazione, ci fornirà subito i dati per l’accredito. Che spesso utilizza piattaforme come “Western Union”. Anche in quel momento non ci verrà in mente la stranezza del fatto che questa persona, sull’orlo della disperazione, sia così “esperta” in transazioni internazionali. Al punto da indicarci come trasferire denaro, e anche la “domanda chiave” per ritirarlo: necessaria con Western Union, ad esempio: noi pensiamo di avere fatto del bene, di avere aiutato una persona che soffre, e non riflettiamo sul resto: se lo facessimo, l’illusione terminerebbe subito.
Riflettendo, poi, comprenderemmo anche un’altra cosa: se tutto ciò fosse vero, questa persona non cercherebbe di sicuro aiuto da uno sconosciuto, mai incontrato prima: cercherebbe aiuto da organizzazioni umanitarie, da persone che conosce e così via, o magari finirebbe a sua volta nella rete dell’usura o di persone senza scrupoli! Il fatto di chiedere denaro ad uno sconosciuto appena incontrato virtualmente in Rete appare poco credibile. Così come appare paradossale il fatto di dare questo denaro. Tuttavia, come dicevo, sotto la spinta dell’emozionalità, e ignari dei meccanismo della Rete, cadere in qualche trappola è sempre possibile!
Spesso le richieste di denaro sono inizialmente minime: magari poche decine di euro. Tuttavia, se acconsentiamo, ormai chi c’è al di là del monitor capirà che ci ha in pugno, e continuerà con richieste sempre più elevate, per i motivi più disparati: da necessità di viaggi, al pagare gli insegnanti dei figli, a genitori malati e così via.
Quella dei genitori o dei figli malati è una truffa che funziona molto bene: infatti, questo muove fortemente le corde emozionali: ci fa visualizzare situazioni di disperazione, di sconforto, e così via. Queste emozioni molto forti impediscono, sovente, un pensiero logico, che basterebbe a portarci fuori in un istante da tutto ciò, compreso il fatto, come dicevo poc’anzi, che, una volta che acconsentiamo alla “donazione”, la persona in questione, che a questo punto non è evidentemente quella che appare, e forse non è nemmeno una persona, ma un’organizzazione criminale, ha già pronti i dati per l’accredito. Come se, ovviamente, non aspettasse altro!
Tutto ciò è tutt’altro che infrequente. E, se le persone che conoscono il mondo della rete potrebbero forse solo divertirsi a vedere sino a che punto chi c’è al di là del monitor si spinge, per poi magari smascherarlo clamorosamente (magari dicendo che ha trasferito denaro che poi non ha trasferito), altri, che sono meno avvezzi al mondo della Rete, potrebbero cadere in queste trappole virtuali, ma mai come ora perfettamente reali.
È un po’ come per i virus informatici, o per truffe come quelle note della richiesta dati del nostro Conto Bancario, perché c’è un aggiornamento del Sistema, oppure perché c’è stato un tentativo di accesso al proprio account. Chi non conosce il Mondo della Rete, e non sa che nessuno può chiedere le Password in questo modo (le Banche, però, lo ricordano in continuazione!), “abbocca” facilmente, e permette a chi ha inviato questi messaggi a raffica (qualcuno ci casca di sicuro!) di entrare sul suo Conto Bancario, verosimilmente prosciugandoglielo.
Anche per i virus informatici accade qualcosa di analogo: ricordo un’amica che aveva “contratto” uno di questi virus perché ha scaricato un file dove si diceva che si sarebbe installata una “protezione” per il proprio computer: chi conosce il Mondo Informatico non apre di sicuro un simile file!
Qui è lo stesso, ma il gioco è più psicologico: infatti, a differenza che nel caso precedente, qui la persona che ci sta chiedendo denaro è lì, davanti a noi, anche se virtualmente. È facile cadere nel gioco dei sentimenti, soprattutto se qualcuno non conosce la Rete e le sue insidie!
E diverse persone ci sono cadute! Ho conosciuto individui, bel al di là di ogni sospetto, che hanno dato migliaia e migliaia di euro a qualcuno, impietositi dal loro modo di fare! Per chi non sa, è facile essere irretiti in queste “spire” di buonismo, che fanno leva sui sentimenti delle persone.
Spesso, questi contatti sospetti vengono dall’Africa. Infatti, laddove vengano in possesso del nostro numero di telefono, e ci contattino, vedremo prefissi di quelle zone, in molti casi del Ghana.
Mi era successo, anni fa, di incontrare virtualmente una persona che diceva di venire dagli Stati Uniti, ma aveva il prefisso telefonico del Ghana (questa persona aveva il numero di cellulare visibile su Telegram). Quando avevo chiesto come mai di questo prefisso telefonico, la persona mi aveva risposto che era in effetti in Ghana. E che avrebbe dovuto andare negli Stati Uniti. Non parlava inglese come una persona di madrelingua.
In diversi casi si tratta di organizzazioni. Esperte anche nel trovare il modo di convincere le persone della situazione prospettata, cercando di carpire denaro.
Su Facebook, ma anche su MeWe, spesso, i “contatti falsi” si presentano con nomi francesi: forse è un modo per fare maggiormente colpo. Oppure con nomi italiani, pur non trattandosi di persone di madrelingua italiana.
Ad esempio, anni fa, mi era capitato di trovare una persona che diceva di essere nata a Foggia e di vivere a Dalpe, paesino sotto il Passo del San Gottardo, in Svizzera. Parlando con lei, mi ha detto che era lì a seguire un corso per parrucchiera. Cosa davvero paradossale, visto che sembra davvero improbabile che una persona di Foggia vada a seguire un corso per parrucchiera in un paesinosotto il San Gottardo! Al limite potrebbe seguire un corso di sci o di alpinismo! La località l’aveva probabilmente presa dal mio profilo: infatti, per il Capodanno 2014-2015, io ero stato effettivamente a Dalpe. Sempre parlando con lei, mi sono reso conto che, malgrado il cognome italiano dichiarato, “Guarino”, questa persona non parlava sicuramente italiano come una madrelingua! Alla mia domanda in proposito, la sua risposta è stata: “Vengo da Italia, Foggia!”, smascherandosi così del tutto.
In un altro caso, una di queste persone diceva di venire da Porto, in Portogallo. Le ho chiesto di dirmi qualcosa sulla sua città, e lei mi ha ripetuto quello che dice Wikipedia. Questo l’ha smascherata subito.
In entrambi i casi, queste persone mi avevano chiesto se avevo una Webcam. Un’altra delle truffe più note: queste persone, davanti alla Webcam, magari si spogliano, o semplicemente assumono atteggiamenti provocatori, e spingono l’interlocutore ad “andare oltre” come atteggiamenti, magari spogliandosi o simili. Intanto riprendono tutto, e successivamente minacciano di far circolare il video in rete se non verrà pagata una certa cifra. Se però qualcuno accetterà, il ricatto potrebbe non avere più fine, in quanto non si avrà mai la promessa della “distruzione” di quel filmato.
Insomma: la Rete è un mondo molto bello, ma nel quale si possono trovare persone pronte ad approfittare della nostra “buonafede”, per scopi ben poco luminosi.
Ora, però, ci chiediamo se sia possibile riconoscere, in qualche modo, questi profili “dubbi”, in modo da prendere le contromisure necessarie.
In un certo senso direi che non è, spesso, così difficile. Infatti, si tratta molto spesso di profili appena aperti. Sfogliandoli, si vedrà che, quasi sempre, non c’è nulla di pubblicato. Spesso vedremo che queste persone hanno cambiato più volte l’immagine del profilo, sostituendola con volti differenti. Questo già ci fa capire che qualcosa non va.
Se si aggiungono queste persone ai nostri contatti, si verrà spesso immediatamente contattati. Cosa che non capita sovente con contatti di altro tipo, se non per ringraziare dell’aggiunta ai contatti.
La seconda cosa che queste persone spesso ci chiederanno è “come stai”. Una domanda molto banale, che però appare come un “cliché”, e che dice, forse, anche, che chi è al di là ha poca padronanza della nostra madrelingua.
Poi, queste persone ci chiederanno se possiamo essere amici. Cosa abbastanza banale, ovviamente, perché se le abbiamo aggiunte ai contatti la risposta è ovvia!
Un altro dei cliché che sono spesso utilizzati è “sei single”, o “hai figli”. Talvolta, alla risposta affermativa in merito segue la richiesta se abbiamo una webcam. E così si cade nella truffa di cui parlavo poco fa.
Talvolta, invece, questa persona ci dirà che cerca una relazione. Il fatto che questa persona sia così esplicita, e che abbia scelto “proprio noi” tra i meandri della Rete, potrebbe far scattare i noi un meccanismo “egoico”, che ci farà sentire lusingati. Invece, dovrebbe scattare un campanello d’allarme: infatti, come possiamo pensare che questa persona, magari giovanissima e piacente, voglia proprio noi? La cosa è possibile, ma credo piuttosto improbabile, anche se tutto può essere!
Talvolta, poi, questa persona ci offre del denaro, oppure un prestito a tassi di interesse irrisori, quali il 2%. Ovviamente, un’offerta di migliaia e migliaia di euro ci potrebbe mandare in visibilio. Così come l’offerta di un prestito praticamente quasi a tasso zero!
L’offerta di denaro, magari molto, viene spesso motivata da malattie terminali della persona. E dal fatto che “sente” che noi useremo quel denaro per il meglio. Così, scatta in noi il meccanismo della lusinga, del fatto di essere i “prescelti” per una cospicua donazione, magari di molte migliaia di euro. E, forse, in quel momento cominceremo a gioire, sentendo i nostri eventuali problemi economici che si dissolvono.
Invece, è proprio da qui che dovrebbe scattare il campanello d’allarme: infatti, come potrebbe essere che una persona ceda del denaro al primo sconosciuto sulla Rete? Nessuno lo farebbe!
Non molto tempo fa, su Telegram (che non è propriamente un “Social Network, ma piuttosto un servizio di messaggistica, anche se molto avanzato), ero stato contattato da una persona che mi aveva detto di voler investire nel settore immobiliare, e se poteva affidarmi dei soldi (parlava di una cifra attorno ai 400.000 / 600.000 euro) da investire in immobili. Quando gli avevo chiesto come mai si fidasse di uno sconosciuto, mi ha detto addirittura che sentiva che la cosa era buona: insomma: appariva quasi ispirato da Dio! Possiamo capire che nulla di tutto questo è credibile.
Lo stesso per i prestiti: a meno di filantropi, non credo che una struttura che offre prestiti a livello professionale si accontenterebbe di tassi di interesse così bassi! Anche qui, però, la persona che abbiamo davanti ci potrebbe apparire come una sorta di “benefattore”, che ci aiuta a risolvere dei possibili problemi. Invece, anche qui, si tratta di una truffa.
Come avvengano queste truffe non mi è del tutto chiaro: da quanto mi hanno detto, queste persone riescono comunque a “guadagnare” l’accesso al nostro Conto Corrente Bancario. Forse mediante la nostra firma… o forse addirittura facendosi dare l’accesso allo stesso: in fondo, quando una persona è ormai “ipnotizzata”, e si sente, come dicevo io, come una “prescelta”, non è più in grado d riflettere! Se qualcuno è riuscito a farsi dare migliaia e migliaia di euro, riuscirebbe anche a farsi dare l’accesso ad un Conto Bancario, su questo ho ben pochi dubbi!
A me anni fa era successo qualcosa di simile: una persona statunitense mi aveva detto di essere minacciata dall’ISIS. La sua richiesta era quella di far transitare il suo denaro sul mio Conto bancario: me ne avrebbe lasciato una parte. Ovviamente, la truffa era abbastanza evidente, visto che questo voleva dire possedere l’accesso al mio Conto Bancario! Qualcuno, però, magari ci sarebbe cascato!
Insomma: il mondo dei Social Network è molto bello: tuttavia, le truffe non mancano. Le loro modalità sono sempre, o quasi, simili nello stile generale, e nei cliché utilizzati. Chi conosce, può evitarle, e al limite anche divertirsi con queste persone. Chi, invece, non sa, potrebbe caderne vittima.
Come sempre, la conoscenza e la consapevolezza sono le armi vincenti per l’Uomo. Oggi la Rete è davvero di tutti: compresi gli inconsapevoli. Per questo chi porta avanti truffe prospera alle loro spalle.
Conoscere e sapere come comportarsi è il modo migliore per prevenire: come avrete capito, in questi casi la “cura” a posteriori è davvero molto difficile, se non praticamente impossibile!
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento