Di Primo Mastrantoni**
Se qualcuno aveva dubbi, ora, con la pandemia in corso, può dissolverli: i virus (o altro microorganismo) non conoscono confini e combatterli insieme è più efficace che contrastarli separatamente.
Per questo motivo, all’inizio della pandemia, sollecitavamo uno sforzo comune per l’istituzione di una Commissione europea che assumesse in sé i poteri dei ministri della Salute dei 27 Stati dell’Unione europea.
Un primo passo potrebbe essere quello di eliminare i doppioni, quali oggi sono l’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali e l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco e analoghe strutture nazionali europee.
Come è noto, è l’EMA che approva i farmaci, compresi i vaccini, che possono essere somministrati in sede comunitaria, cui segue quella delle agenzie nazionali. E’ possibile che queste ultime decidano autonomamente, il che porterebbe a una diversificazione della presenza di farmaci autorizzati, come è successo per i vaccini anti Covid-19.
Sicchè, un farmaco autorizzato in Ungheria può non esserlo nel resto dei paesi della Ue.
L’EMA dovrebbe assorbire le competenze delle singole agenzie nazionali, le quali diverrebbero articolazioni territoriali dell’EMA stessa.
La qualità, la sicurezza e l’efficacia di un medicinale sarebbero così i requisiti garantiti uniformemente in tutti i 27 Paesi dell’Ue.
Se l’esperienza pandemica ha insegnato qualcosa, un unico ente regolatorio per i farmaci dovrebbe essere l’obiettivo da perseguire nei prossimi mesi.
**Presidente nazionale Aduc
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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