Il baricentro della politica economica mondiale

Il baricentro della politica economica mondiale

Di Claudio Rao

Il 16 marzo scorso, il Primo ministro inglese Boris Johnson ha presentato al Parlamento le priorità strategiche e di politica estera del Regno Unito, quasi a ridefinirne il rango a livello mondiale dopo la Brexit.

Abbandonando definitivamente il ruolo di superpotenza esercitato nel XIX° secolo, la Gran Bretagna – nelle parole del suo primo ministro – guarda al futuro con un certo realismo, considerandosi una potenza media o medio-grande. Puntando ad una reale autonomia strategica.

Tre Paesi figurano sul nuovo planisfero di geostrategia. Gli Stati Uniti, il grande alleato, la Cina (definita come un “concorrente sistemico”) e la Russia, considerata come… il nemico pubblico numero uno!

L’Europa è quasi ignorata, messa tra parentesi. Pur restando uno dei principali interlocutori a livello economico.

Primo punto del programma annunciato da Boris Johnson, è quello di rinforzare l’arsenale bellico dissuasivo, passando da 180 a 260 testate nucleari (nonostante il vetusto trattato di non proliferazione). Aumentando contestualmente i fondi stanziati per la difesa nazionale: costruzione di nuovi sottomarini, investimento sulla “cyberdifesa”, creazione di un comando militare spaziale. Attingendo, per finanziarli, anche dai fondi tradizionalmente attribuiti per l’aiuto allo sviluppo.

Per la sicurezza interna, il programma è quello di unificare i centri direzionali dei servizi d’informazione di polizia e giustizia, allo scopo di coordinarli in maniera più efficace ed efficiente. Per unificare le energie, onde prevenire un eventuale attacco terroristico di tipo nucleare, radiologico o batteriologico (che i più complottisti “prevedono” entro il 2030).

Questo mantenendosi sotto la protezione della Nato e degli USA.

Analizzando la dinamica dell’orientamento di Boris Johnson, si potrebbe azzardare che gli Inglesi sposterebbero volentieri la Gran Bretagna nell’oceano Indiano. E non solo per il clima! Questi orientamenti dimostrano infatti che il centro geopolitico del mondo è ormai, a loro parere, sito in questa regione geografica. Tra l’India e la Cina.

Il mese prossimo, il primo ministro inglese si recherà in India (Paese il cui PIL è l’equivalente di quello del Regno Unito).

Un modo per fare barriera alla Cina?

Forse anche. Certo, il modo per essere presente in questo teatro operativo mondiale che ossessiona gli Stati Uniti. E che si presenta come il nuovo crocevia della politica economica mondiale.   

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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