Di Andrea Pascale
I pazienti affetti da glaucoma hanno avuto difficoltà ad accedere alle cure durante la pandemia di COVID-19, mettendo così a repentaglio la propria vista e correndo il rischio di cecità.
Ecco quanto emerge da una nuova ricerca europea che ha coinvolto circa 2000 pazienti affetti da questa patologia oculare. Un problema che interessa circa 14 milioni di cittadini europei, e che rappresenta una delle cause più frequenti di cecità al mondo.2,3 In Italia si stima che le persone affette da glaucoma siano circa un milione, di cui solo la metà a conoscenza della diagnosi.
La ricerca è parte di una campagna multicanale di sensibilizzazione per incoraggiare i pazienti a non trascurare il proprio glaucoma, nonostante la pandemia.
In quest’ultimo anno tutti i pazienti, tra cui anche quelli affetti da glaucoma, sono stati costretti a fare i conti con le difficoltà ad effettuare le visite in presenza e anche con la paura di contrarre il virus. Secondo la ricerca le visite mediche in presenza sono andate avanti con la stessa regolarità del periodo pre-Covid solo nel 36% dei casi, mentre il 28% dei pazienti intervistati le ha mancate nonostante fossero state offerte delle modalità alternative.
Notevole la paura di contrarre il virus: il 21% degli intervistati ha evitato di incontrare il proprio medico per questo motivo. Più nello specifico, per quanto riguarda la cura del glaucoma, ben il 44% degli intervistati non è riuscito a presentarsi ai controlli medici programmati. Inoltre, il 37% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi preoccupato e ansioso per il fatto di non essere in grado di gestire in modo efficace il proprio disturbo.
Anche gli impegni legati alla casa o alla famiglia per via della pandemia hanno inciso sensibilmente sui comportamenti dei pazienti: il 22% degli intervistati è stato troppo occupato per procurarsi i farmaci prescritti per il glaucoma.
Rimane la consapevolezza del problema: nonostante gli inconvenienti dovuti alla pandemia, per il 73% degli intervistati la gestione del glaucoma resta importante come nel periodo pre-Covid e per l’11% è addirittura più importante.
Scarsa la consapevolezza in merito alle conseguenze della cattiva gestione di questa patologia: solo il 32% dei pazienti è conscio di rischiare addirittura la cecità in caso di utilizzo non corretto del farmaco.
Emerge poi uno spaccato dei comportamenti ritenuti più adatti da parte dei pazienti a prevenire la perdita della vista a causa del glaucoma: per il 63% dei pazienti è necessario usare i farmaci come indicato, attenendosi scrupolosamente alle istruzioni terapeutiche fornite dal medico, mentre per il 52% degli intervistati servono controlli medici regolari. Infine, l’88% delle persone affette da glaucoma è d’accordo o molto d’accordo sul fatto che, curando la salute degli occhi e gestendo in modo adeguato la propria patologia, sarà possibile evitare o almeno rallentare la perdita della vista e la potenziale cecità.
I dati italiani e quelli europei
In Italia:
- Le visite mediche in presenza sono andate avanti come nel periodo pre-pandemico solo nel 36% dei casi. Il 28% degli intervistati ha dichiarato di averle mancate nonostante la proposta di una modalità alternativa;
- Il 21% ha deciso di non incontrare il proprio medico per paura di contrarre il Covid-19;
- Il 44% non è riuscito a presentarsi ai controlli medici programmati per il glaucoma;
- Il 22% è stato troppo occupato da impegni familiari e non è riuscito a procurarsi i farmaci prescritti per il glaucoma;
In Europa:
- Circa il 50% dei pazienti con glaucoma ha ammesso di non utilizzare i colliri con la frequenza indicata nella prescrizione;
- Solo la metà dei pazienti pensa che utilizzare i farmaci prescritti possa prevenire la perdita della vista a causa del glaucoma;
- Un terzo dei pazienti non è riuscito ad andare agli appuntamenti con il proprio medico durante la pandemia di COVID-19.
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