Governo: Punti Dis-Uniti

Governo: Punti Dis-Uniti

Di Sergio Ragaini

In una trasformazione matematica all’interno di uno stesso insieme, i “punti uniti” sono quelli dell’insieme di partenza che rimangono invariati. Quando l’insieme di partenza e di arrivo coincidono, e sono i membri di un Governo, si dovrebbe supporre che non esistano punti uniti.

Purtroppo, invece, nella situazione attuale appaiono due invarianze molto critiche: Roberto Speranza alla salute e Luciana Lamorgese all’Interno. Questo, purtroppo, mostra un’assoluta continuità col Governo precedente, e gli inizi di questo nuovo Regime non lasciano ben sperare per il divenire.

Avevamo sperato: lo posso proprio ben dire. Sin dal momento in cui un Governo era caduto, avevamo sperato che qualcosa di meglio sarebbe giunto. Avevamo accolto con interesse, forse entusiasmo, la notizia che non era stato possibile avere nuovamente una fiducia al vecchio Governo, e che quindi si sarebbe avuto qualcosa di completamente nuovo.

Eppure, la speranza non avrebbe dovuto esserci, a ben pensarci. Già il 31 agosto, quindi in tempi ancora “non sospetti”. In quei tempi l’attuale Governo sembrava avviato al traguardo del 2023, ancora molto lontano nel tempo (anche se, come diceva Einstein, il tempo è solo “un’illusione piuttosto tenace”) e tuttavia non così impensabile.

Infatti, pareva inattaccabile da ogni fronte, compreso quello giudiziario, che nemmeno era riuscito a scuoterlo, visto che le varie sentenze contro i DPCM di Conte erano cadute nel vuoto, e visto che Conte sembrava saldamente ancorato al suo “scranno di potere”, con la bandiera italiana dietro di sé, e con la boria che caratterizza il nulla.

Eppure, proprio in quel 31 agosto Francesco Amodeo, dalla sua pagina Facebook, sentenziava che il Governo Conte sarebbe caduto entro l’anno. Alla fine dell’anno, allora, mancavano quattro mesi, e le sentenze di cui parlavo non erano ancora “cosa fatta”: poi, arrivarono a raffica, come avevo menzionato in questo mio articolo.

Arrivarono, ma anche queste caddero nel vuoto più assoluto, nonostante fossero dei “nero su bianco” che, in maniera inequivocabile, affermavano che l’operato di Conte non aveva nulla di lecito nel suo incedere. Nonostante questo, Conte reggeva, e con lui anche gli altri ministri, in testa quel Roberto Speranza che aveva di fatto “negato” le autopsie dei pazienti deceduti con COVID-19 (dico “con” e non “per”, perché – in effetti – la causa del decesso non era necessariamente quella, e su questo fatto il regime ha giocato molto!), impedendo di comprendere la vera causa della morte, e causando, di fatto, la morte di migliaia di persone.

Anche di questo avevo parlato in passato, e quindi non mi dilungo. Il ministro Speranza stesso, assieme ad altri ministri, aveva ricevuto un avviso di garanzia, proprio per la gestione di questa epidemia. Eppure era ancora lì, a emettere ordinanze soppressive della libertà. Questo gli era possibile anche per un fatto: la gente gli obbediva, senza alcun senso critico, che servirebbe, almeno sulla carta, a dire che siamo esseri pensanti, esprimendo quel “cogito ergo sum” che, a detta di Cartesio, caratterizza la nostra umanità.

Forse è anche per questo che queste ordinanze si susseguivano: chi le emanava, credo proprio comandato e guidato da altri, sapeva bene dove andava a parare, e che lo avrebbero obbedito ciecamente… e pertanto insisteva.

Tuttavia, come spesso accade, una cosa più appare solida, più è debole. E, anche in questo caso, l’apparente “gigante d’acciaio” Governo Conte 2, che appariva inattaccabile, è stato attaccato dal classico “granello di sabbia”. È bastato, infatti, il piccolo partito di Matteo Renzi a far cadere tutto.

E non molto tempo dopo la previsione di Amodeo: infatti, i primi “scossoni” per Conte sono arrivati alla metà di gennaio 2021.  Il primo “scossone” è stato, di fatto, superato: tuttavia, ormai il Governo Conte 2 pareva sull’orlo della caduta, anche se ancora in piedi. Le “crepe” erano molto visibili. A tal punto che, un’ulteriore scossone di Renzi, l’ha fatto dissolvere. E a quel punto l’estremo tentativo del Vicepresidente Fico di salvare ancora il tutto è andato a vuoto.

A questo punto, lo stesso Amodeo poneva, come scenario possibile, nuove elezioni. Era lo scenario che tutti noi auspicavamo: tra l’altro, come ancora mesi fa, a settembre, dopo la vittoria del “Sì” al referendum sul taglio dei parlamentari, scriveva Vittorio Feltri, le elezioni sarebbero state una logica conseguenza. Infatti, a quel punto, un Parlamento con … membri era a tutti gli effetti abusivo, perché non corrispondeva a quanto scelto dal popolo italiano con il referendum. Si sarebbe, quindi, dovuto provvedere all’elezione di un Parlamento con … membri, in accordo con il voto referendario.

Tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo… il Presidente della Repubblica Italiana. E Sergio Mattarella, di mandare gli italiani alle urne, non ne voleva e non ne vuole sapere.

E così, anche dopo la comunicazione del “fallimento” di qualsiasi tentativo di “ricucire” il Governo Conte 2, ha ribadito fermamente che, in una situazione di emergenza come quella attuale, nuove elezioni sono impensabili, perché si lascerebbe per diverso tempo un “vuoto” impensabile in un periodo come questo. Insomma: come dichiarato dallo stesso Diego Fusaro, l’emergenza sanitaria è diventata la nuova forma di Governo.

 O di “contro governo”, forse: un qualcosa che impedisce che le cose vadano come devono andare, avendo un Parlamento conforme a quanto espresso dal voto: e quello che esiste ora non lo è, essendo del 30% più numeroso di quanto dovrebbe essere.  Tuttavia, quando l’emergenza diviene forma di Governo, capitano anche queste cose: e dopo DPCM e Ordinanze che hanno calpestato qualsiasi norma di Diritto, tra tutte la Costituzione, e lo continuano a fare, arriva il “no” al voto anticipato. Il passo successivo, era, quindi, l’altro scenario previsto da Amodeo: l’incarico a Mario Draghi, ex Governatore della Banca Centrale Europea, e personaggio di spicco nel mondo dell’Economia.  Anche questo nome, quindi, non era una novità. Addirittura qualcuno ne parlava sin dal marzo dello scorso anno, quando l’Italia, ormai oltre 11 mesi fa, entrava nel triste lockdown, che avveniva proprio a ridosso della luminosa stagione della primavera: una luminosità esterna alla quale corrispondeva una tristezza e un’oscurità interiore, a causa di autentici “arresti domiciliari” inflitti a 60 milioni di persone, segregate in casa proprio quando la stagione diceva a gran voce che era il momento di uscire per godere della natura che sbocciava rigogliosa attorno a noi.

Qualcuno aveva ipotizzato che saremmo caduti addirittura dalla padella nella brace: infatti, se prima a capeggiare il Consiglio dei Ministri c’era un uomo di secondo piano, ora c’era un uomo di spicco, ben connesso con quei “poteri forti” che stanno annientando le coscienze dei popoli per creare un’omologazione uniforme, che dell’unione non ha proprio nulla.

Tuttavia, in quel momento, si gioiva per la fine di un governo distruttivo: su Facebook girava un’immagine composta da foto di alcuni ministri del Governo Conte 2, con la scritta “Bye Bye”. Comunque, qualcosa era caduto, e si andava verso il nuovo, il divenire. Che si attendeva essere meglio del passato. In fondo, come dice il proverbio, “un incerto futuro è meglio di un rovinoso presente”! E così, abbiamo seguito le consultazioni di Mario Draghi, e la grande intesa che si è realizzata attorno al suo nome.

Un’intesa che ha lasciato fuori solo Fratelli d’Italia, il partito di quella Giorgia Meloni che ha sempre osteggiato Conte: salvo poi, parlando di vaccino Sars-Cov-2, affermare “Decida la Scienza”.

Comunque, è di fatto l’unico partito che si è posto decisamente “contro” questo nuovo Governo. Tutto il resto è andato a formare una sorta di “Governissimo”, detto anche “Governo delle larghe intese”. Nomi che sono sinonimi, e che appaiono belli, perché sanno di unione e di collaborazione.

Invece, di fatto, il nome di quanto è emerso potrebbe chiamarsi facilmente: “Partito Unico del Virus”.

Infatti, tutto ciò conferma che, davvero, tra Governo e Opposizione non c’è differenza, se non apparente. In fondo, alcune delle Regioni governate dall’opposizione hanno spesso emesso ordinanze ancora più restrittive di quelle governate dal Partiti al Governo. È il caso, ad esempio, della Lombardia (prima regione italiana a introdurre il Coprifuoco), della Liguria e, in parte, anche di Marche e Abruzzo. Queste “larghe intese”, quindi, suonano, in un’epoca in cui l’emergenza sanitaria è divenuta la nuova forma di Governo, come una sorta di “Partito Unitario” senza alcuna, o quasi, opposizione, coalizzato contro la libertà e la democrazia.

Almeno, questa è stata l’impressione generale, emersa subito al primo sguardo. Un’unione che, sempre per dirla alla Fusaro, è funzionale a quel Progetto Liberista che vede in partiti che dovrebbero essere popolari, come il PD, dei perni importanti. Un PD e, in generale un mondo di sinistra che, con la parvenza ideale di popolare, diventa forse vagamente “populista”, e nella realtà dei fatti ben connesso con quei Poteri Forti e con quel Clan di Potere che sono ben presenti anche al suo interno, con la vicinanza di ben note dinastie del mondo dell’industria e dell’alta finanza.

Tuttavia, c’è un elemento per dire che, chi pensava, forse come me, che il divenire avrebbe visto novità e riaperture, ha pensato con lo sguardo mentale della speranza, e non con quello della realtà delle cose.  L’elemento di cui sto parlando è quello che richiama il titolo: in fondo, questo nuovo governo deriva da una “trasformazione” del precedente. Generalmente, quando in un Governo si attua una trasformazione, i ministri cambiano, almeno di dicastero. Il fatto che dei ministri tornino a occupare il dicastero che occupavano in precedenza è un’anomalia quasi impensabile, e dovrebbe essere giustificata solo da “alti meriti”.

Il “bye bye” di cui parlavo prima, apparso assieme alla foto di alcuni ministri, lo diceva chiaramente: la riconferma nella stessa posizione di ministri del precedente Governo è una cosa così improbabile che, solitamente, non si prende nemmeno in considerazione.

Invece… qui è accaduto. Ed è accaduto proprio con due dei nomi più “critici” che si potessero immaginare: Roberto Speranza alla Salute e Luciana Lamorgese all’Interno.  Il primo dei due ministri è quello che, come facevo notare all’inizio di quest’articolo, ha addirittura negato le autopsie e ordinato la cremazione dei cadaveri.

Il ministro del “chiudere tutto e sempre”, responsabile della chiusura delle discoteche e delle sale da ballo dopo ferragosto, dell’imposizione della mascherina dalle 18, e così via. Un ministro che, probabilmente, in una situazione “normale”, non solo sarebbe stato allontanato, ma messo sotto inchiesta, almeno per “vederci chiaro” nelle sue azioni, e nella sua gestione.

Luciana Lamorgese, invece, è una delle ministre più propense all’immigrazione incondizionata, all’apertura dei porti, all’elisione di controlli sanitari adeguati a chi immigra da paesi fortemente “a rischio”. Inoltre, appare una delle persone più portate alla repressione, che si è espletata dal forte impulso a bloccare, di recente, l’iniziativa “Io apro”, e, in precedenza, portata a minacciare controlli su controlli verso coloro i quali avessero voluto “provare” a vivere un Natale e un Capodanno “normali”, o quasi. E che pare in passato avesse dato addirittura ordine ai Prefetti di respingere i ricorsi alle sanzioni COVID.

Insomma: due persone che, contrariamente ad ogni prassi abituale, sono ancora quiad abusare del potere.

E il confermato Ministro Speranza, forte della sua riconferma, ha subito annunciato, in perfetto stile autoritario, che dal 14 febbraio quattro regioni sarebbero entrate in zona arancione, il che vuol dire “segregare” le persone nel proprio Comune di residenza e impedire agli esercizi commerciali qualsiasi attività, se non l’asporto. Inoltre, ha decretato la chiusura degli impianti sciistici fino al 5 marzo, il che vuol dire infliggere il colpo finale non solo a chi vive sull’industria degli sport invernali, compresi ovviamente albergatori e ristoratori, ma anche a tutti quei lavoratori stagionali per i quali, spesso, quel lavoro è l’unica possibilità di guadagnare qualcosa in una situazione spesso “al limite”.

Inoltre, Speranza ha nominato come suo consigliere Walter Ricciardi, noto per le sue previsioni “disfattiste”, che ha già annunciato un nuovo lockdown totale. Insomma: non solo appare piena continuità liberticida con il Governo precedente, ma addirittura appare una recrudescenza di posizioni che vanno a distruggere i diritti delle persone, compreso quello al lavoro.

Quindi, i punti “dis-uniti del nuovo Governo sono a tutti gli effetti punti uniti: con l’aggravante del “Governissimo”, che non pone nessuna apertura ad un’opposizione che almeno possa tentare di contrastare tutto questo. Di fatto, questo “governissimo” sancisce il fatto che non esistono più Governo o Opposizione, ma esiste solo un tutt’uno, teso a rimodellare sempre più la società in chiave autoritaria, dove anche i diritti fondamentali verranno sempre più negati.

Ancora mesi fa Diego Fusaro diceva “bisogna fare qualcosa, perché ci stanno portando via tutto”. Ora dice “bisogna agire subito, prima che sia troppo tardi”.

Di fatto, più passa il tempo, più quella attuale diventerà la “nuova normalità”: la gente si abitua a tutto questo, e non è più capace di introdurre un vero “cambio di rotta” per uscire da questa spirale che, sempre più, toglie energia e cancella i ricordi della vita di prima, relegandoli in una specie di sogno lontano.

Cosa si possa fare non è facile da definire: tuttavia, occorre provarci. Ora ci sono in corso azioni anche extra italiane, alla Corte di Giustizia Europea, ad esempio. L’auspicio è che qualcuna di queste azioni abbia successo, e possa finalmente chiudere questa situazione che, il 24 febbraio 2021, vedrà il suo primo anniversario. L’auspicio è che non ce ne sia un secondo. E in  buona parte, questo dipende da noi.

Riferimenti:

Il video citato nell’articolo, nel quale Diego Fusaro parla del nuovo Governo e delle prospettive che ci attendono,m si trova all’indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=w3uKfI8EfTU&feature=share&fbclid=IwAR3OtKIvBK50UVe4N-M5uMB59YUGtakY2rGYI61-3ar2JRd-VgtPcaJ6xCk

All’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=a0sf99lnwZU&feature=share&fbclid=IwAR0_LwT9sS_pFye3nql68QBkIEZFUL_77n2DQ9asOZ2LBWS9v7eSbRK3xZs potete trovare una parte dell’interessante intervento tenuto dalla Preside Solange Hutter alla Camera dei Deputati il 15 febbraio 2021.

All’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=S0dJ-Y667d4 potrete trovare il citato discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che afferma il suo no ad elezioni anticipate.

***Immagine di copertina da: governo.it

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