Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Il cellulare è ormai parte integrante della vita umana. Lo abbiamo sempre con noi, siamo costantemente collegati al web tramite Smartphone, non perdiamo una sola notifica delle chat di lavoro o degli amici, lo portiamo ovunque, pure al cesso. Attenzione! Allarme rosso! La toilette è il luogo dove circola il maggior numero di virus e batteri, di conseguenza è bene ricordare che l’uso dell’amato dispositivo mobile, da cui non ci stacchiamo che a tarda sera, in questa stanza non è indicato e per molte ragioni.
In primo luogo, portarlo in bagno durante una…seduta, può aumentare il rischio che si sviluppino emorroidi. La ragione è semplice: la nostra attenzione è rivolta ai messaggi in chat o alla navigazione sul web, ed ecco che perdiamo la cognizione del tempo restando seduti più a lungo. In tal modo può aumentare la pressione sui vasi sanguigni posti sulla parte inferiore del retto e dell’ano, proprio quelli che, se troppo affaticati, possono alimentare questo problema. Non è una mera teoria, perché ad affermarlo è un medico di medicina generale di Londra, Sarah Jarvis, che intervistata dal quotidiano online The Sun, ha consigliato di evitare l’abitudine di usare il cellulare in bagno per le ragioni appena chiarite.
Non è tutto, perché in tempi di emergenza sanitaria non basta avere particolare attenzione al lavaggio delle mani, o all’uso dei guanti in lattiche quando, per esempio, ci rechiamo presso un bancomat per prelevare denaro o fare altre operazioni. Se è vero che il denaro è una delle cose più sporche e zeppe di batteri e virus, perché banconote e monete passano per milioni di mani diverse, anche il telefonino diventa un ricettacolo di zozzerie di ogni sorta, specialmente se entra dentro un gabinetto. I germi sono annidati ovunque, sulla tavoletta del wc, sul porta rotolo di carta igienica, sul pulsante di scarico dell’acqua, ovunque. Provate a pensare, quindi, cosa si può nascondere tra i tasti del dispositivo dopo una visita nel locale più riservato…
Considerando che in Cina hanno verificato, fin dal primo periodo, che il Sars Cov 2 si riscontra attraverso l’analisi delle feci, e che proprio nelle toilette potevano crearsi maggiori casi di contagio, tanto da decidere di eseguire una disinfettazione nazionale delle reti fognarie, è bene riflettere alquanto in special modo quando ci si trova a usare il WC al di fuori dalle mura di casa propria.
A inizio pandemia il World Economic Forum – un’organizzazione internazionale indipendente che si occupa di organizzare, annualmente, riunioni con scienziati, intellettuali e giornalisti di varie nazioni per discutere sui temi centrali a livello planetario – asserì che i virus permangono su Smartphone, Tablet e PC fino a quattro giorni. Ciò annullerebbe gli effetti igienizzanti del lavaggio delle mani se abbiamo avuto l’idea di passare il tempo visualizzando messaggi o navigando su Internet: riprendendo in mano l’oggetto tecnologico, ecco che l’igiene va a finire a pallino.
Che fare dunque, rinunciare all’amato oggetto di comunicazione quando si ha necessità di ritirarsi nel luogo dei bisogni personali? Se proprio non fosse possibile, meglio attivare il processo di sanificazione. Pulire e disinfettare il telefonino quotidianamente e anche più volte al giorno, usando salviettine igienizzanti, rimuovere la copertura di protezione, che se da un lato lo cautela da urti e cadute, dall’altro lato diviene a sua volta un altro contenitore a rischio di contagio e diffusione. Insomma, meglio trattare quest’oggetto come faremmo con le nostre mani, e non banalizzarne l’uso. Il consiglio migliore da diffondere è questo. Passate parola…
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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