Epitaffio alla Libertà

Epitaffio alla Libertà

Di Claudio Rao**

«Je nous accuse tous d’accepter passivement le démantèlement progressif de notre état de droit. Avec la complicité coupable des médias et des syndicats ». 

Ho voluto iniziare in francese, la mia lingua identitaria, quella in cui scrissi a papa Francesco. La lingua dell’Illuminismo e della Rivoluzione. «Des droits de l’Homme ». Quei diritti umani che abbiamo maturato nel lungo peregrinare della civiltà occidentale, che i nostri padri hanno conquistato e difeso, non di rado a prezzo della vita. La lingua di un popolo che ha ancora il coraggio di protestare, di manifestare il proprio dissenso quando le lobby politico-finanziarie colpiscono con sfrontatezza i diritti acquisiti dei lavoratori e dei cittadini.

Nonostante sia una persona rispettabile e sufficientemente colta, avente accumulato una discreta esperienza di vita (diciotto anni all’estero) e un giornalista iscritto all’albo, nessuna testata ha accolto né pubblica alcuni miei articoli non perfettamente in linea col “ pensiero unico ” ormai imperante. Ho scritto e scrivo per giornali online e settimanali della Provincia di Cuneo. Tuttavia non mi è dato veicolare liberamente il mio pensiero, il mio modo di vedere. I declini, sempre civilissimi o i loquaci silenzi di « non-risposta » ai miei pezzi mi impediscono di dare visibilità al mio pensiero. Alla mia lettura dell’attualità. E mi confermano che viviamo in un sistema transnazionale tutt’altro che democratico.

Indipendentemente dal mio pensiero personale, la cosa mi pare assai grave e lesiva del diritto alla libera manifestazione delle proprie opinioni e soprattutto alla libera informazione. Diritti garantiti dalla Costituzione. Una Carta uscita dalla dolorosa e sofferta esperienza del regime fascista. Quello che, con la violenza, faceva tacere il libero pensiero.

Negli anni Duemila, con la complicità della UE, non è più necessaria alcuna violenza. In Italia vige un’autocensura dei direttori dei giornali e dei Media, dei comitati di redazione, obbedientissimi agli editori e soprattutto agli sponsor. Una forma di dittatura economica, insomma, in cui nessuno impone nulla a nessuno.

Apertamente, perchè gli imperativi del mercato – imposti da banche e multinazionali, in barba delle scelte democratiche dei cittadini – cadenzano la vita di popoli e di Stati. I più ligi, come l’Italia, addirittura si allineano prima e meglio di altri. I meno ligi, come la Francia, si interrogano, dibattono, manifestano. Ultimi guizzi di una civiltà al tramonto.

Perchè la nostra civiltà occidentale – ad immagine di quella greca o romana – sta definitivamente spegnendosi.

Attenzione, in questo Paese l’informazione non è più libera. A meno che non vada nella direzione del pensiero dominante. E nonostante il tambureggiare delle libertà individuali ampiamente sbandierate dai Media. “Libertà, libertà. Quanti delitti si commettono nel tuo nome!” dichiarò una nobildonna prima di essere ghigliottinata dai rivoluzionari francesi.             

*Claudio Rao – Pedagogista clinico (Bruxelles) – Presidente di Euro-Anpec

DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO

Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

Lascia un commento

Your email address will not be published.