Dedicata ai nati nel 2021

Dedicata ai nati nel 2021

Di Gigi Corsini

Ciao. Impara la Storia, tutta. 
Quando arrivi alla pagina dell’anno duemila e venti,
salta la pagina.

Quando arrivi a quella pagina, parla da solo. 
Non leggere i libri che parlano di quell’anno, 
perché non dicono niente, dicono bugie. 

Gli alberi davano frutto, ma ogni fiore si trasformava 
in una bugia.

Pensa solo agli animali
che hanno vissuto in quell’anno.

Devi credermi se ti dico che potevano
salire sui tram e la gente
nemmeno si accorgeva.

Non sai quanto la volpe ne era dispiaciuta,
nella stessa misura di tutti gli altri.

Ciascun animale portava la propria faccia
come una maschera, per prendere in giro gli uomini.

Gli umani non si ricordavano che dei propri errori. 

Si affannavano nella miniera,
facendo finta di affogare.

Hai diritto di non credermi se ti dico che avevamo bruciato
persino il nostro unico dio, il denaro.

Dopo non obbedivamo a nessuno, nemmeno all’obbedienza.
Ci eravamo dissanguati del nostro unico sangue: la paura.

Nessuna legge aveva più valore, perché non c’era rimasto
un briciolo di pietà per infrangerla. 

Pensa che da soli, in casa, ci mettevamo un guanto di plastica
per toccare il pane e guardavamo dei film.

Tu però, per piacere, consola la volpe del suo pianto.

Essa ha pianto per tutte le persone 
che in quell’anno abbiamo ucciso.

Impara la Storia, perché quell’anno
noi non la ricordavamo. 

Non valevamo niente, nessuno valeva niente, 
meno di tutti chi aveva potere.

Nessuno aveva potere, 
perché caduta ogni investizione
ci eravamo accorti di essere orrendamente uguali.

Qualcuno alzerà la mano
e scostando l’aria che allora ci mancava, 
ti dirà che eravamo stanchi.

Anche di noi stessi.

Non è vero.
Non c’era nulla di vero. 

Dietro ogni breve attimo d’esaltazione
c’erano quelli che avevamo ucciso. 

Allora tu al divieto, sbircerai le luci 
dell’albero di Natale di quell’anno proibito,
e vedrai che ad ognuna corrisponderà una vocina e un volto.

Quanti  di loro ci ha ripreso il Cielo a darci segno
di come eravamo,
e noi niente.

Il niente.

Non abbiamo saputo dare una parola di conforto
a chi  abbiamo ucciso.

Tu va’ e incedi nelle cattedrali, rese fredde alla sola nostra idea 
nell’anno del niente. 

Le masse disperate dei turisti 
ci mancavano più di tutto,
ma non osavamo ammetterlo.

Senza tanta gente le opere del passato, 
scagliate nel futuro, soffrivano.

Quell’anno abbiamo ucciso il futuro.

Abbiamo ucciso anche te, col pensiero.
Tu sei bello come chi un secolo prima di noi.

Ogni singolo giorno lo addenti come il pane;
se sei una femmina, glorifica l’uomo,
se sei un maschio, glorifica la donna. 

Se qualcuno piange, passagli il sale, per dirgli che fa bene.

Nascere vuol dire dimenticare- tu sii forte, fallo ancora di più. 

E se qualcuno ti dice cosa pensare di quell’anno, 
con i suoi consigli,
tu non lo ascoltare. 

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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