Associazioni pericolose: i meccanismi della mente e della paura

Associazioni pericolose: i meccanismi della mente e della paura

Di Sergio Ragaini

“La mente mente”. Mai affermazione fu più vera. Questo non vuol dire che la mente non sia uno strumento meraviglioso: vuol solo dire che, spesso, elabora in maniera tale da indurci in errore e farci perdere la percezione delle cose come davvero sono. Capire come funziona, quali sono i suoi meccanismi e, anche e soprattutto, il valore di realtà e di collocazione temporale che dà alle cose, ci può aiutare ad utilizzarla al meglio, senza cadere nei suoi inganni. La situazione attuale, dove la realtà e le percezioni sono state volutamente distorte, offre un ottimo esempio di tutto ciò. Occorre solo riprendere consapevolezza, e le cose appariranno nella loro giusta ottica.

“Se non paghi la multa, ti portano via tutto”. Pare una cosa assurda. Eppure molti ci credono. E pensano che sia davvero così.

In particolare, questo discorso si sente oggi, relativamente alle sanzioni Coronavirus: sanzioni molto alte e ben più che discutibili, trattandosi di violazioni di decreti liberticidi. Basta riflettere su quello che davvero una persona ha fatto per capirne l’assurdità. Eppure le persone danno loro importanza. Ponendo associazioni mentali come quella vista poco fa.

Se, ovviamente, ci si ferma un momento a pensarci su, si scopre che tutto questo è un nonsenso, e fa solo sorridere. Ne parlavo già in un mio articolo di alcuni mesi fa.

Tuttavia, la gente percepisce questa cosa come se fosse vera.

Per cui viene multata, magari, perché a spasso alle 24, e corre a pagare, temendo sempre che accada quanto nell’equazione logica appena mostrata.

Come ben sappiamo, la paura, ed è un meccanismo fisiologico, attivando quella ghiandola che si chiama “Amigdala”, disconnette la Corteccia Cerebrale. La persona spaventata, quindi, non pensa, ma le associazioni mentali viaggiano in maniera del tutto libera, senza controllo né filtro.

Ed è proprio di queste associazioni mentali, molto pericolose, che voglio parlarvi. Capire cosa accade è il modo principe per prevenirlo. Come diceva, anni fa, il valido e compianto Silvio Ceccato, capire cosa fa la mente è fondamentale. In fondo, come dicevano diversi Maestri Spirituali, tra cui Osho, “la mente mente”. È quindi un grandissimo servo, ma un pessimo padrone: soprattutto se la lasciamo andare su associazioni libere e senza controllo.

Vediamo quindi, tornando alla frase di prima, di capire in questo caso cosa fa la mente. E lo facciamo utilizzando la logica più bella e, sicuramente, “ferrea” che esista: la Logica Matematica. Questa bellissima logica è fondamentale, perché ci permette davvero di capire cosa fa la mente.

In fondo, come diceva anche il grande matematico pavese Enrico Magenes, che avevo avuto il privilegio di avere tra i miei docenti a Pavia, nella Facoltà di Matematica, noi non dobbiamo inventare la Matematica: il buon Dio l’ha già messa dentro di noi, e noi dobbiamo solo scoprirla.

Questo ovviamente non vuole dire che le formule sono già in noi, ma che dentro di noi abbiamo già quelle strutture di pensiero, a cui le formule e i teoremi danno solo una formalizzazione.

Capire questo ci permette di comprendere come la mente lavora, e risponde ad un’affermazione importante, espressa anni fa in un convegno dalla psicologa Professoressa Ines Testoni, quando notava che i fisici (e aggiungo i matematici, tra i quali mi annovero) si interessano molto di psicologia. Io, sin da quando ero adolescente, mi sono sempre “rigirato” tra le mani testi di Freud, Jung, Adler, Fromm e altri ancora: per me la Matematica e la Psicologia sono sempre andate a braccetto.

Vediamo quindi di comprendere, il più possibile in maniera approfondita, cosa la mente fa quando elabora affermazioni come quelle citate all’inizio: in tal modo vedremo come nascono questi assurdi, e come fare per porcene al riparo.

Vediamo, quindi, di comprendere cosa accade in questi casi, in maniera approfondita.

In questo caso, la mente utilizza un connettivo logico, che in matematica si chiama “Se… allora”, o “implicazione”. Date due proposizioni A e B, quindi, la il connettivo compie un’associazione del tipo: “se A allora B”, andando così a creare una nuova proposizione, appunto “Se A allora B”. In pratica, vengono considerate due proposizioni, che per la matematica sono qualcosa che ha, “indiscutibilmente”, il valore di “vero” o “falso”, e le si connette. Sempre in maniera indiscutibile.

Detto così, quindi, vediamo che questo connettivo logico ha una caratteristica: lega due cose che “sono entrambe vere” (vedrete a breve perché ho messo questo tra virgolette), e, nello stesso tempo, le collega “in modo indiscutibile”. Abbiamo quindi visto che si tratta di due eventi comunque sempre veri, che avvengono simultaneamente, e che avvengono necessariamente.

Un esempio: se diciamo. “se domani c’è il sole andiamo in montagna” stiamo collegando due eventi: “Domani c’è il sole”, e “andiamo in montagna”. Questi due eventi saranno simultanei: infatti, se domani il sole splenderà nel cielo, siamo sicuri che partiremo per la montagna. La frase non dice assolutamente che, in caso di pioggia, si starà a casa: dice solo quello che accadrà se ci sarà il sole. E le due cose accadranno simultaneamente.

Abbiamo quindi visto due caratteristiche fondamentali di questo connettivo “se… allora”: i due eventi collegati hanno lo stesso valore di realtà, e avvengono nello stesso momento. Facciamo un altro passettino in avanti, che ci permetterà di capire meglio: il connettivo “se A allora B” equivale a “non (non(A) o (B))”. o meglio ancora a “non (non(A) e B)”.

detto così può sembrare davvero oscuro e “criptico”: tuttavia, vedrete che è molto più facile di quanto pensiate. Provate a vedere un pochino e comprenderete.

Ritorniamo all’esempio di prima, ovvero “se domani c’è il sole andiamo in montagna”. Dire questo, applicando quanto abbiamo appena visto, equivale a dire: “Non è possibile che, nello stesso tempo, domani ci sia il sole e staremo a casa”. Ricordate questo, perché ci servirà a breve.

Senza approfondire ulteriormente questo discorso, che chi vorrà potrà approfondire individualmente (la Logica Matematica è affascinante, e il materiale in Rete non manca di certo!), passo ad applicare tutto questo al nostro discorso. Applicando quanto il compianto Enrico Magenes affermava, possiamo sicuramente dire che determinati modelli sono “già” nella nostra mente, che lavora secondo determinati schemi fissati. Che si applicano anche in questo caso specifico.

Quindi, cosa fa la nostra mente quando trova un connettivo logico “se.., allora”? La cosa è semplice: fa quello che il connettivo logico fa. Vale a dire due cose: la prima, dà ai due eventi collegati lo stesso valore di realtà, mentre la seconda è che considera i due eventi come simultanei.

Questo punto deve essere molto chiaro: lo stesso valore di realtà e la simultaneità degli eventi sono da tenere presente: quando utilizziamo un connettivo “se… allora” per collegare due eventi, di cui uno è solo ipotetico, questo diviene immediatamente reale.

Questo non deve lasciarvi attoniti, perché è ciò che accade. E accade perché l’uomo, a differenza di tutti gli altri animali (almeno così parrebbe) è in  grado di reagire non solo a cose tangibili, ma anche a cose che sono solo nella sua mente. Percependole, di fatto, come reali. In pratica, noi reagiamo ad un mondo interiore, che crediamo esteriore, ma che è solo dentro di noi. E reagiamo come se fosse esteriore.

La prova è stata trovata anche per via sperimentale: ponendo una persona in stato di rilassamento, e monitorando le sue reazioni nervose facendogli immaginare una corsa, si è visto che sono praticamente le stesse che si avrebbero in caso di una corsa che sta avvenendo realmente.

Tutto ciò potrebbe meravigliare: tuttavia, la mente funziona “davvero” così. Di conseguenza, nel nostro caso, anche se i due eventi sono non entrambi reali, la mente li considera tali, e così li “vive” interiormente.

Come abbiamo visto, però, capita ancora di più: vale a dire, non solo la mente vive questi eventi come entrambi reali, ma addirittura come simultanei. Infatti, come sappiamo, l’inconscio non ha spazio e tempo. Lo vediamo se, ad esempio, torniamo in un luogo dove abbiamo vissuto qualcosa di spiacevole: le sensazioni saranno brutte, anche se, magari, quell’evento è accaduto qualche anno prima: ci sentiremo come se fosse accaduto il giorno prima. Almeno finché non ci facciamo caso.

Tutto questo abbisognerà di ulteriori precisazioni: tuttavia, rimandiamole a dopo che avremo visto come si applica tutto ciò al nostro esempio specifico.

Ricordiamo sempre, nell’analisi di quanto seguirà, le due condizioni di equivalenza di realtà e di simultaneità: ci serviranno entrambe.

Torniamo quindi alla frase citata all’inizio dell’articolo: “Se non paghi la multa ti portano via tutto”. Qui abbiamo due eventi “Non paghi la multa” e “Ti portano via tutto”.

Il primo di questi eventi, se qualcuno non paga una sanzione, è un evento reale. Il secondo è solo ipotetico, e lo si vede molto bene: in quel momento non sta accadendo nulla, anche quando i termini di pagamento sono scaduti. Tuttavia, stiamo usando un “se… allora”: questo vuol dire che la mente vivrà i due eventi come se fossero entrambi perfettamente reali. Anche se il secondo evento è solo nella mente della persona, non importa: la mente lo percepirà come perfettamente reale. E, proprio per la sua capacità di vivere situazioni ipotetiche come se fossero perfettamente reali, in questo Spazio-Tempo, lo vivrà come se tutto stesse accadendo. In che modo? Forse la persona stessa ha subito pignoramenti, o forse li ha visti in un film, o forse sono nella sua memoria atavica… non importa: la mente “prenderà” ed elaborerà tutte le immagini relative a questa perdita, e le vivrà come se fossero realmente qui, in questo Spazio-Tempo. La mente funziona così, e qualcuno lo sa molto bene, purtroppo! Se non funzionasse così nessuno accetterebbe assurdità come ad esempio un “coprifuoco” in tempo di pace!

Il problema è anche un altro, purtroppo: i due eventi vengono vissuti come simultanei. Quindi, “non paghi una multa” e “ti portano via tutto” avvengono, nella mente, nello stesso momento: sono sovrapposti, e comunque sempre veri. Facevo prima notare come funziona il connettivo “sa A allora B” e la sua analogia con “non (non(A) e B)”.

In questo cosa, la frase diverrebbe quindi: “Non è possibile che, simultaneamente, io non paghi la multa e mi lascino le mie cose”. Stiamo, quindi, affermando una certezza “simultanea” che la mente percepisce come: “appena scadranno i termini di pagamento e non avrò pagato, mi porteranno via tutto” (questo per la simultaneità).

Per cui la persona corre a pagare, terrorizzata.

Se invece si mettesse a pensare, e potesse vedere che sta pagando centinaia di euro perché “è andata a farsi una passeggiata a mezzanotte”, oppure “si è allontanata troppo da casa” desisterebbe subito dalla sua azione, vedendo che… in realtà non ha fatto assolutamente nulla di male! E sicuramente non ha fatto nulla di illecito: questo illecito è solo nella mente di chi ha elaborato la sanzione, ma non ha nulla di tangibile!

Cerchiamo ora di capire cosa davvero accade, e vediamo l’ultimo “inganno della mente”, che permette che ciò avvenga. Se una persona non paga una sanzione, qualunque essa sia, questa rimane lì, magari anni e anni. Se entro cinque anni non arriva nulla, la sanzione è prescritta, quindi è nulla.

In quei cinque anni, potrebbe però arrivare un sollecito, che si chiama “cartella esattoriale”. Questa, se dopo cinque ulteriori anni non arriverà nulla, sarà comunque prescritta. Se invece arriva qualcosa, questo potrebbe essere un atto ingiuntivo. Dopo il quale avverrà qualcosa di operativo: ad esempio, nel caso di sanzioni relative al Codice della Strada, un fermo amministrativo dell’auto, o un prelievo forzoso dal Conto Corrente.

Tuttavia, questo avverrà solo dopo una sentenza operativa di un giudice.

Ricordiamo poi che le sanzioni non sono debiti, e che i primi verbali a divenire operativi sono quelli debitori, ovviamente. Seguiranno poi quelli relativi al Codice della Strada, e poi quelli cosiddetti “non convenzionali”, come quelli in questione. Che verosimilmente finiranno al macero prima di poter dare adito a qualsiasi pericolo.

In ogni caso, facciamo i conti relativamente ai tempi. Supponiamo che una persona sia stata sanzionata nel dicembre 2020. i termini di pagamento scadranno nel febbraio 2021.

Poi si attende. Supponiamo che arrivi una cartella esattoriale. Il tempo medio è 3 anni, quindi arriverà, se arriverà, alla fine del 2023. La si lascia lì: nel dicembre 2028, se non si farà nulla, sarà prescritta. Altrimenti, magari, dopo 4 anni arriverà un atto ingiuntivo. Che potrebbe dare luogo ad azioni operative se non pagato. Magari dopo, diciamo, un anno o due. Andiamo nel 2028 almeno.

Stiamo parlando, quindi, di qualcosa che, in ogni caso, non avverrà domani, né dopodomani, né il prossimo anno: occorreranno anni prima che possa accadere qualsiasi cosa.

Ricordiamo poi che, ora, le Cartelle Esattoriali sono bloccate, quindi non stanno arrivando. Quando arriveranno, le prime saranno quelle debitorie. Poi quelle relative ad infrazioni al Codice della Strada. Poi le altre.

Comunque sia, si parla di eventi molto avanti nel tempo. Così avanti che pensarci ora, sacrificando oggi diritti e libertà, ha poco senso.

Tuttavia, qui appare l’ultimo gioco della mente: vale a dire, l’immaginazione del futuro. Ovviamente, la mente non ha alcuna capacità di immaginare il futuro: di conseguenza, assume quello che già ha al suo interno per costruirlo. Lo fa però a modo suo, e vedremo come.

Supponiamo, quindi, che si chieda ad una persona di immaginare come sarà il luogo dove vive tra 200 o 300 anni: probabilmente lo immaginerà con le case volanti e con dei tubolari dove scorrono veicoli. Questo avverrà perché immaginerà qualcosa di molto, molto diverso rispetto ad oggi.

Supponiamo invece che, alla stessa persona, venga proposto di immaginare la sua vita tra, ad esempio, cinque anni. Ebbene: la immaginerà come oggi. Si immaginerà quindi sul suo divano, mentre utilizza il suo smartphone, o magari guarda il suo apparecchio televisivo… mentre questo non sarà. Sarà tutto diverso! Verosimilmente non userà lo stesso smartphone, ma uno differente: cinque anni sono sufficienti per mandare uno smartphone al macero, e magari anche due!

Magari starà guardando un altro apparecchio televisivo, completamente diverso. Magari sarà su un divano diverso. Magari sarà in un’altra casa, forse addirittura in un’altra città, o addirittura in un’altra nazione. Forse starà facendo qualcosa di diverso, completamente diverso, da quello che sta facendo oggi. O forse… nemmeno sarà più in quel corpo.

Quest’ultima affermazione non è “menare gramo”, ma applicare un semplice discorso statistico: se consideriamo la percentuale di persone in vita dopo x anni, supponendole nate nello stesso giorno, mese ed anno, vediamo che questa percentuale scende ogni anno. Questo vuol dire, ovviamente, che qualcuno muore, cosa ovvia!

Quindi, quello che sto dicendo non è essere “menagrami”, ma solo realisti, e fare un semplice calcolo statistico.

Tornando al discorso di prima, quindi, questo vuol dire che, qualsiasi cosa accada, accadrà in una realtà diversa da quella di oggi. Magari, tra 5 o 6 anni, vista la rapida evoluzione della società, non esisteranno nemmeno più le cartelle esattoriale. O, cosa molto probabile, alla caduta di questo Regime, le sanzioni saranno tutte annullate. Oppure… non si sa: comunque sia, quello che accadrà non sarà oggi. Né tra poco tempo. Quindi non è il caso di pensarci ora.

Quindi, per concludere, come utilizzare questo connettivo logico? Innanzitutto, per eventi che “davvero” occupano lo stesso spazio-tempo, quale quello citato prima dell’andare in montagna, o per dire ad esempio, “Se domani non sono troppo stanco vado a fare un giro in bicicletta”.

Nel nostro caso, si può usare solo una “tautologia”, vale a dire: “Se A allora A”, che qui diventa: “Se non pago una multa, allora non pago una multa”. Questa è l’unica certezza: il resto sono solo ipotesi. Potremmo dire ad esempio, per rafforzare qualcosa di ipotetico: “Se non pago una multa, forse tra qualche anno arriverà una cartella esattoriale; se non pagherò la cartella esattoriale, forse dopo ulteriori anni arriverà un decreto ingiuntivo”.

Tuttavia, magari tra qualche anno quella persona, come visto, potrebbe vivere da un’altra parte, avere una vita diversa, frequentare persone diverse, e così via. E comunque, nella frase ci sono solo dei “forse”.

E, comunque, in questi anni, si auspica, queste sanzioni si saranno perse negli oscuri meandri di un periodo della nostra vita che mai più vorremmo ritrovare sul nostro cammino, e i valori della libertà e della democrazia splenderanno alti nel cielo del divenire. Cosa che cancellerà questi atti di abuso dalla circolazione.

Comunque: tutti i “forse” introdotti valgono la negazione della libertà e il cedere al sopruso, stavolta “sicuramente”? Vedete un po’ voi: vi lascio riflettere: fatelo però molto bene, perché ne va della vostra vita, presente e futura, e sicuramente della vostra libertà, a cominciare da oggi.

Concludo mostrando un uso più “mascherato” di questo connettivo logico, che questo Regime ha utilizzato molto bene: vale a dire, quello di attuare provvedimenti “per evitare problemi futuri” . Esempi recenti: “Istituiamo il Coprifuoco per evitare un futuro lockdown”, oppure, più d recente, “Facciamo un lockdown ora per evitare la terza ondata”.

Queste affermazioni sono equivalenti ad un “se… allora”. Infatti potrebbero diventare: “Se non istituiamo il coprifuoco ci sarà un nuovo lockdown” e “Se non facciamo un lockdown ora ci sarà una terza ondata”. Come vedete, la logica è esattamente quella di prima: la mente immagina rispettivamente il nuovo lockdown e la terza ondata come conseguenza “immediata” della non applicazione di determinate misure. Visto il livello di ansia e di angoscia introdotto dai media di regime, le persone accetteranno tutto.

Il discorso può essere anche formalizzato matematicamente: la frase: “Facciamo A per evitare B” diventa, in termini di “se… allora”, “Se non(A) allora B” (o “Se non(A) allora ci sarà B”).

L’ansia e l’angoscia, però, sono tali che non permettono alle persone di vedere che, nonostante tutto, quello che è stato paventato si è verificato: nonostante il coprifuoco, il nuovo lockdown c’è stato (che poi non sia stato rispettato da molti, tra cui il sottoscritto, è un’altra cosa: ma c’è stato). E, nonostante le paventate misure natalizie, la terza ondata ci sarà: ormai l’hanno già pianificata, così come il lockdown a Natale era già stato pianificato quando tutto è iniziato: lo scopo è cancellare le feste di aggregazione, la gioia, l’armonia. Ormai è chiaro, e non si può negare: è sotto i nostri occhi.

Tuttavia, il Regime ha trovato il modo per sopravvivere anche a questo: dirà che i responsabili di tutto ciò sono coloro i quali hanno deciso di disobbedire, vale a dire di vivere. E così, scaricherà l’aggressività di un gruppo di cittadini su altri cittadini: così facendo creerà coesione attorno a sé.

Charcot aveva proprio ragione: così le dittature proseguono. E i veri garanti di tutto questo sono proprio i cittadini stessi. Anche questo meccanismo, però, potrebbe spezzarsi. Auspico che avvenga presto, molto presto.

Capire cosa fa la mente, però, ci mette almeno parzialmente al riparo. E ci permette di vivere: almeno sorridendo agli altri che sono spaventati. E continuando a vivere spazi aperti, sorridendo ad un divenire più consapevole.

Riferimenti:

Come prima cosa consiglio di documentarsi sulla Logica Matematica. Non è qualcosa di difficile e apre molte prospettive di pensiero. Il materiale in rete è abbondante, anche scaricabile in formato Pdf. Ad esempio si può consultare la dispensa sul sito dell’Università di Padova all’indirizzo:
https://www.math.unipd.it/~bottacin/books/logica.pdf

Sui meccanismi della paura si possono leggere diversi articoli. Ad esempio quello all’indirizzo: https://lamenteemeravigliosa.it/paura-basi-fisiologiche-psicologiche/

Interessante anche vedere cosa ne pensa e come la spiega il ricercatore Igor Sibaldi, spesso noto per la sua capacità di fornire letture della realtà insolite ed innovative:

Sul tema vi sono anche numerose dispense in formato Pdf. Ad esempio quella all’indirizzo:
http://www.isfo.it/files/File/Segnalazioni/Cucci-Paura.pdf

Interessante anche riprendere le opere del citato Silvio Ceccato. All’indirizzo:
http://methodologia.it/testi/Q-Method-7.pdf si possono trovare diversi studi interessanti ispirati alla loro opera. Si tratta di un libro in formato Pdf di 158 pagine.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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