M5S: e cadean le stelle…

M5S: e cadean le stelle…

Di Anna Izzo

In questa grave ora, forse la più fatidica della nostra storia, invio in ogni casa del mio popolo […] questo messaggio”: qualora “si avviasse la trasformazione in un partito” (sic), il supporto della Casaleggio S.p.A. al Movimento Cinque Stelle potrebbe non essere più garantita”.

Le parole di Davide Casaleggio, Presidente dell’Associazione Rousseau, sono chiare: se i c.d. “Grillini” non la smettono di comportarsi come politici, dimentichi di quei principi e quei valori che hanno portato Beppe Grillo e il defunto Casaleggio Sr a fondare un movimento di liberi cittadini, resterebbero senza voce, dal momento che a Rousseau (la piattaforma e il corollario, non il povero Jean Jacques) è affidata in toto la loro comunicazione, interna e esterna.

Ah. Ma al governo ci sono fior fiore di Pentastellati. Il Capo del Governo è appoggiato dal M5S, così come apertamente M5S sono i Ministri dell’Interno, degli Esteri e quello dell’Istruzione (e molti altri: non è mio costume fare liste, mi rimembrano poco lieti eventi)…

Bum! Arriva la bomba che scoppia e rimbomba: non so cosa si sia fumat.. ehm, cosa intendesse dire Casaleggio JR, con un discorso che ho cercato di nobilitare grazie alle parole di Giorgio IV, fedele alla Corona pur nella consapevolezza che ciò avrebbe significato uno sforzo eccessivo per lui, gracile e balbuziente, felice solo nel suo piccolo mondo composto da moglie e figlie (Elisabeth, il suo orgoglio, e Margareth, la sua gioia).

La stessa domanda devono essersela posta anche Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancellieri, vista la loro pronta risposta sulla pagina ufficiale Facebook del part…pardon, Movimento: “Noi, Comitato di Garanzia del Movimento 5 Stelle, proclamiamo il post pubblicato sul Blog delle Stelle da Casaleggio Davide iniziativa personale del suddetto, il quale, pur essendo il Presidente dell’Associazione che ha dato vita al nostro sistema di comunicazione, nonché allo strumento con cui votiamo e invitiamo a votare tutti i liberi cittadini, soprattutto aspetti riguardanti aspetti vitali della Politica Italiana, indipendentemente dalla loro preparazione culturale e politica di base, in barba a ogni anelito di alfabetizzazione, non è autorizzato a pubblicare messaggi non condivisi con gli organi del Movimento 5 Stelle, che è rappresentato e rappresenta tutti noi e non è appannaggio di qualcuno in particolare” (forma del post su FB ironicamente rimaneggiata da chi sta scrivendo, sostanza intatta).

Chiedo di portare pazienza di fronte a tale pianto di stelle che inonda quest’atomo opaco del male. In alternativa, se Giovanni Pascoli non vi aggrada, iniziate a ballare sulle note di Alan Sorrenti: fra movimenti, partiti e astri del ciel, bisogna proprio ammetterlo: “Houston, abbiamo un problema”…

Tutto ciò che rimanda a un “movimento”, secondo Casaleggio JR, è trasparente, condiviso e condivisibile, autofinanziato, crede nel rinnovamento generazionale e non vede nella politica una professione.

Bene: ora come ora il M5S pare un partito in caduta libera con faide intestine che manco la Sinistra italiana da Occhetto in poi, ma che grazie alla conformazione della nostra Repubblica e ad alcuni suoi esponenti, obiettivamente valevoli e preparati, si trova a reggere le redini del Governo: il M5S è tutto ciò contro coi il frutto dei lombi del suo fondatore di scaglia, in un momento di comprensibile esasperazione.

Quello di Davide Casaleggio non è solo uno “sfogo personale” estrinsecato nel luogo sbagliato (ma forse al momento giusto): è un vero e proprio attacco al vertice, che si va ad associare a defezioni su defezioni di molti “cittadini” (alcuni accompagnati alla porta, altri esasperati dalla burocrazia interna al “partimento” o “movitito” che dir si voglia, altri ancora passati ad altre sponde).  

Il M5S è nato non casualmente il 4 ottobre, ricorda Casaleggio jr, il giorno in cui si celebra San Francesco, Patrono d’Italia; nulla di più simbolico (nonché apotropaico): come il Poverello d’Assisi ebbe modo di spogliarsi dei propri beni terreni e, fisicamente, dei suoi abiti, di fronte al Papa, al fin di suggellare il suo matrimonio con madonna Povertà in barba a una Chiesa ormai corrotta, il M5S si priva di tutti gli orpelli che fanno da contorno a un partito ed esercita il potere dal basso, dalla volontà popolare e, seguendo un moto che “gitta di dentro”, si pone al servizio di “sorella Italia” (non dei “Fratelli Italiani”, per carità!)

Se lo sa la Meloni va a finire male: la “Lupa della Garbatella” non si placa e non si addomestica tanto facilmente, come il suo compare di Gubbio!).

Casaleggio promette e rilancia: “Faremo tutto il possibile per evitare che (sott. il M5S) venga consegnato alla storia come simbolo del fallimento delle promesse fatte, e lavoreremo ancora di più, per rilanciare quei valori che hanno reso il movimento quello che è”.

Al plurale perché, dalla sua, ha Alessandro Di Battista, il quale, dismessi i panni del giovane Chatwin in giro per il mondo e del neo papà in brodo di giuggiole, torna lancia in resta temendo che il M5S faccia la fine dell’Udeur (giuro: ho dovuto sbirciare Wikipedia per avere notizie in merito. Ho letto, ho ricordato, ho tremato e il laptop mi si è spento all’improvviso: ecco perché avevo cancellato ogni ricordo in merito! Paura? Assai…).

Non pago, Dibba rincara la dose: l’alleanza strutturale (alias “coalizione”) col PD? La morte nera: e qui, per capire, bisogna essere fan di Star Wars, ma chi non lo è? Di Battista carrierista? No, altrimenti sarebbe allineato col “pensiero dominante” (che deve essere tipo “il sistema” di Gabriel Garko).

Sebbene anche Beppe Grillo voglia dire la sua (ma la citazione è di Casaleggio padre, Gianroberto), sottolineando come i componenti del M5S siano “i pazzi della democrazia”, con a cuore il rispetto per l’ambiente e la politica senza soldi (a proposito: Conte ha appena approvato l’aumento di stipendio per i parlamentari), il presidente dell’Associazione Rousseau è ormai incontenibile nell’inferno del suo scontento: come dargli torto, visto che persone oggi altolocate, soprattutto grazie al lavoro della Casaleggio S.p.A., hanno mosso calunnie e insinuazioni nei confronti di suo padre, ormai defunto?

A cercare di placare gli animi si erge il Presidente della Camera, Roberto Fico: i Pentastellati non potranno più essere quelli delle origini, ma avranno la forza di continuare a trarre nutrimento dalle loro radici, in modo da poter ancora dire (e dare) tanto. Dalla sua ha il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, che sottolinea la fatica di avere alle spalle undici anni di battaglie e di impegno: crisi? No, una semplice fase di transizione, tipica di chi sta crescendo e maturando, quindi basta attacchi e basta critiche: andiamo avanti, con la fiducia e il sostegno degli Italiani (ma non c’era un qualsiasi altro momento per cambiare la voce e iniziare a farsi la barba, cari pentapubescenti? Una pandemia in atto, decreti su decreti e l’economia al collasso: in “Scienze della scelta del momento opportuno” 0 al cubo, proprio…).

E chi meglio di Massimo Bugani, l’ex per eccellenza, può rispondere all’appello di Di Maio? Forte della sua esperienza di ex vicecapo della segreteria del Ministeri degli Affari Esteri, di Capo Staff dimissionario della sindaca capitolina Virginia Raggi e fresco di abbandono di altri incarichi, esprime un rassicurante: “Affondiamo come la Costa Concordia e i capi pensano a mettersi in salvo”. Unito al guanto di sfida lanciato da Di Battista a fantomatici “ex colleghi”, aficionados della leadership collegiale in quanto spaventati all’idea che il mai così ciarliero Dibba voglia mirare a più alte vette, all’interno del M5S, credo si possa affermare con un certo margine di sicurezza di essere di fronte a una crisi all’interno di un partito, in quanto la trasformazione non è da ritenersi avviata, ma radicata e ben conscia di esserlo, e anche da parecchio tempo.

Tutto ciò, accade in un momento particolare: dal primo giorno di settembre, diciotto pescatori italiani di Mazara del Vallo sono bloccati in Libia, tenuti in ostaggio da loschi figuri. Proprio in questo periodo, trentacinque anni fa, a causa di un assalto armato alla nave Achille Lauro da parte di terroristi palestinesi debitamente sanguinari ma, al solito, assai avventati, scoppiava la Crisi di Sigonella.

È una preghiera che porgo al Capo del Governo Giuseppe Conte e al Ministro degli Affari Esteri Luigi di Maio, indipendentemente dalla posizione che ricoprono (andata: che Movimento sia, ma tale posizione è politica, va bene come ibrido? Dai, fa anche tanto ecosostenibile…): abbiate il coraggio che fu di Bettino Craxi, in quei giorni che sembravano interminabili.

Bettino Craxi e Ronald Reagan – Immagine dall’incontro in Italia del 20 Ottobre 1983

L’Achille Lauro? È una nave italiana? Chiedo venia, Mr. Reagan: è affar mio. Può mettere in movimento la Saratoga per far decollare cacciabombardieri come se piovesse e puntare missili direttamente contro di me, ma questa è l’Italia, non una propaggine americana nel Mediterraneo, e a capo del Governo Italiano ci sono io. Si faccia da parte, Presidente, pensi a piangere il suo povero connazionale tetraplegico barbaramente ucciso: lei ha i Marines? Io ho i VAM e i Carabinieri…

E fu così che colui che si era presentato davanti al Presidente Pertini in maniche di camicia, jeans e scarpe sportive per ricevere l’incarico a formare il Governo (venendo giustamente rispedito a casa a cambiarsi), l’avventuriero pronto a trattare con le BR pur di salvare la vita ad Aldo Moro, il latitante per eccellenza, il grande statista rovinato da soldi e donnine facili rese grande l’Italia agli occhi del Mondo, mettendosi contro la personalità più potente in assoluto.

Le mogli di quei poveretti sono incatenate davanti a Montecitorio: date loro retta e riportate a casa i loro mariti, accantonando altri problemi da becchime.

A Sigonella un Davide particolarmente gracile, con una fionda rotta e rattoppata come arma, ebbe la meglio su un Golia colossale, furente e assetato di sangue. In confronto, per voi è una passeggiata, se ci pensate bene: e avreste il rispetto di tutti gli Italiani. Movimento o partito che sia, il vostro.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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