Tra i marciapiedi di MIlano il seme resistente diventa albero

Tra i marciapiedi di MIlano il seme resistente diventa albero

Di Anna Lisa Minutillo

Questa è la storia di un piccolo seme, trasportato dal vento, sfuggito alla pioggia, sopravvissuto allo sfrecciare delle auto, alle suole delle scarpe che avrebbero potuto schiacciarlo, danneggiarlo, ucciderlo. Questa è la storia di un miracolo della natura ma anche simbolo di resistenza, di caparbietà, di voglia di vivere e fiorire. Questo è quanto è accaduto a Milano, città in cui si corre sempre, ma che riesce ancora a meravigliarsi ed a trovare il tempo per fermarsi ad ammirare.

Quel seme, dopo un lungo e movimentato viaggio è giunto in via Canonica, è penetrato nell’asfalto da una spaccatura tra i marciapiedi ed ha scelto di germogliare e di vivere.
Coraggioso, incurante delle limitate probabilità di riuscita. Tra le auto ed i passanti quel seme si è trasformato in un colorato albero di Solanum pseudocaspicum, meglio conosciuto come la ciliegia di Gerusalemme.

L’alberello è ricoperto di bacche rosse, ed ha suscitato la curiosità e l’interesse degli abitanti della zona, che dopo aver creato un comitato di quartiere, si prodigano per donargli l’acqua di cui ha bisogno. Ma anche i passanti non sono indifferenti, a questo improbabile incontro che avviene in un luogo destinato a tutto tranne che alla visione di quello che era un piccolo seme ed ha finito con il diventare un giovane albero. Catturato da sguardi stupiti, ma anche da obiettivi che lo inquadrano ritenendolo qualcosa di bello che vive nonostante l’asfalto ed il cemento.

Anche l’Assessore Giungi, venendo a conoscenza della cosa, ha speso parole in favore della sua protezione. Infatti ha avvisato l’Assessore Maran che sicuramente farà di tutto per proteggerlo. Non sapeva quel piccolo seme che sarebbe riuscito a sopravvivere, non sapeva neanche che sarebbe diventato il soggetto di molti scatti fotografici, tanto meno che avrebbe mobilitato cittadini di quartiere e neanche assessori.

La sua è una storia di resistenza agli urti della vita, e non solo in senso metaforico.
Testimonianza di quanto sia sufficiente una porzione quasi invisibile di terra per germogliare e fiorire. Storia di speranza e coraggio che ci dovrebbe far riflettere sul tanto che abbiamo e non usiamo, quando invece, come dimostrato dal piccolo seme, in pochi centimetri di terra si possono affondare radici e far crescere ciò che siamo e diventeremo.

Qualche parola la spendiamo anche per sottolineare che non tutti sono distratti o solo alla ricerca di inquadrature particolari, se si tratta solo di un piccolo albero che emerge dal grigio asfalto ma in grado di regalare emozioni. Accade perché abbiamo bisogno anche e soprattutto di emozioni positive, di fermare nell’animo visioni inaspettate in cui inciampiamo tra una corsa e l’altra nelle nostre grandi città.

Da ultimo l’importanza della condivisione, dell’esserci per supportarsi e non solo per aggredirsi o denigrarsi. Coesi per innaffiare un futuro che coltivato insieme apre scenari sgombri da pregiudizi inutili ed obsoleti, chiudendo fuori tutto ciò che alla vita fa male.
Un seme fortunato, accudito, guidato e supportato, protetto, regalerà attraverso il suo esserci l’esempio di quello che dovremmo continuare a fare, per sopravvivere a chi toglie speranza sporcando la vita…spesso, purtroppo, quella altrui.

***Abbiamo stipulato un accordo con le autrici del blog scrignodipandora.altervista.org per la libera ridiffusione di alcuni loro articoli. Il pezzo originale di Anna Lisa Minutillo si trova al seguente link: https://scrignodipandora.altervista.org/quando-si-muore-per-mano-di-un-padre/?fbclid=IwAR072s6Q6YbRHcizlZfmXejpysTilx0NjIJSxjZ1U2oieRBBf3zmYoN7cNg

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