Di Susanna Schivardi e Massimo Casali – Foto di Susanna Schivardi
Si è svolta il 14 settembre a Grottaferrata la presentazione della neo Associazione Vignaioli in Grottaferrata, in presenza delle istituzioni che ne hanno reso possibile la nascita e ne hanno promosso l’iniziativa. Nella raffinatissima Abbazia di San Nilo, che coniuga l’ortodossia greca e il cristianesimo, si è svolto un evento curatissimo nei dettagli, a partire dall’attenzione per le misure anti-Covid e la presenza di due musicisti, un’arpista e un violinista che hanno accompagnato tutto il pomeriggio fino a sera con dolci melodie.
Presenti il Sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti, l’onorevole Maria Spena, il dott. Stefano Petrocchi del MibAct e i produttori delle cantine aderenti all’iniziativa. Emanuele Ranchella, Villa Cavalletti, Cantine Gabriele Magno, Cooperativa Agricola Capodarco, Castel De Paolis e La Torretta.
I produttori hanno deciso di unire le forze per rivalutare il territorio e continuare a produrre un vino di alta qualità, migliorando il prodotto attraverso un confronto solidale e volto a competere con i grandi vini del nord. La promotrice e ideatrice è Tiziana Torelli, proprietaria e titolare dell’azienda Villa Cavalletti, che comprende strutture ricettive anche per grandi eventi e un vigneto rispettabilissimo che in realtà va a ricoprire diverse zone di Italia, fino in Emilia, per un totale di 115 ettari.
Al suo fianco anche il dott. Fabrizio Santarelli di Castel de Paolis che abbiamo già incontrato quest’estate in azienda e ci ha parlato per primo dell’associazione, come luogo principe “per raggiungere risultati importanti tutti insieme”. Santarelli che ricorda la fondamentale opera di Attilio Scienza nella sua cantina, insieme al padre, quando trenta anni fa furono i primi ad uscire con prodotti che mostravano già tutte le potenzialità di questi terreni.
“Vorremmo dare vita ad un Cru del Frascati – conclude Santarelli – preservare un glorioso passato ed essere un volano di attrazione per questi territori”. I Castelli hanno per anni rappresentato un posto dove si produceva tantissimo vino ma di cattiva qualità, oggi invece i vignaioli hanno consolidato un legame per ribaltare insieme questa visione distorta del prodotto laziale, e di questa zona in particolare, attraverso un’azione comune, cosa che negli anni non era mai accaduto.
“Non siamo uno contro l’altro – spiega Luigi Fragiotta rappresentante delle Cantine Magno – non ci facciamo concorrenza se non in una sfumatura positiva del termine. Dovremmo ad un certo punto metterci tutti insieme intorno ad un tavolo e assaggiare i vini alla cieca, facendo confronti e individuando i difetti, guardando alle migliori etichette per studiare e migliorare”. Durante la conferenza Tiziana Torelli spiega anche il logo dell’Associazione “Ci è subito venuto in mente – racconta sorridendo – dallo stemma del Comune di Grottaferrata, che racchiude nel suo nome la parola Cripta, e dalla grata la trama si trasforma in chicchi di uva. Il grigio è la memoria del vulcano vicino che ha regalato al territorio proprietà uniche al mondo, e la foglia verde sulla sommità è per ricordare l’attenzione alla terra”.
L’evento si apre con un’accoglienza sobria e garbata, in cui poter degustare le bottiglie dei produttori, passando dal metodo charmat di Villa Cavalletti, al Cesanese di Gabriele Magno, il Frascati Superiore Docg di Capodarco e il Virdis, Trebbiano verde di Emanuele Ranchella. Ciascuna azienda attenta a promuovere i suoi prodotti ma anche a sottolineare la necessità di un disegno comune per rivalutare Grottaferrata, in comunione anche con i tour operator che operano nel turismo, per promuovere un incoming delle persone. Quindi un rilancio a tutto tondo a partire dal vino che, come ricorda il Padre Francesco del Monastero Esarchico, è un simbolo cristiano fortissimo, o come ha ricordato Emanuele Ranchella “i monaci che vivevano qui già nel’600, a partire da ricerche storiche fatte, portavano il vino fino alle Valli del Reno”. Quindi perché non ricalcare le antiche orme e ribadire il valore di questo territorio? Tra i banchi d’assaggio troviamo proposte originali, come il rosso di uve merlot e cabernet sauvignon della Cooperativa Capodarco, che ci racconta in parte le etichette. “Abbiamo cercato parole che potessero racchiudere simbolicamente la nostra filosofia, come Philein che è il prendersi cura e Xenia, che significa accoglienza verso lo straniero”. Ciascuno con le proprie caratteristiche ma uniti nell’intento di fare del vino di Grottaferrata, e non solo, visto che esiste anche un progetto che raccolga tutte le realtà laziali, un prodotto che possa competere con le più grandi cantine nazionali e internazionali, promuovendo storia, territorio e tradizione indissolubilmente legati tra loro.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento