Senza impronte visibili: tracce che parlano…

orme

Di Anna Lisa Minutillo

Ci sono scenari che paiono vuoti, ma ad uno sguardo attento invece evidenziano le impronte non visibili, ma lasciate durante il passaggio.

Impronte magari non belle, impronte in cui si celano malumori mai espressi e falsi sorrisi. Impronte che correvano veloci pur di riempire lo scenario, calpestavano sgambettando chi camminava magari più lentamente ma in modo costante, così, senza preoccuparsi troppo, perché avevano voglia di arrivare.

Ci sono impronte che neanche il mare ha voluto lambire, temeva di sporcarsi e non valeva la pena per lui tentare di cancellarle, sapeva che si sarebbero arrestate da sole.
Ci sono persone che sono diventate ciò che gli hanno fatto, impoverendosi, rinnegando se stesse per cercare vendette assurde. Hanno dimenticato di inseguire i loro sogni, hanno dimenticato ciò che rappresenta la realizzazione personale, quella non travestita da ignorante arroganza.

Ci sono persone silenziose, che lasciano orme profonde, che osservano e ci sono pur non ostentandolo. Paesaggi quasi inesplorati, ricchi di ciò che non si vede, avvolti nelle parole di chi nulla sa e farebbe bene a non parlare, ma anche cullati dai silenzi di chi sa e per rispetto tace. Non si vedono quelle impronte ma sono proprio loro a far arrivare quelle tracce di se, che forse, sarebbe stato meglio, il vento avesse trasportato via.
Diventa magica anche una spiaggia così, simile al deserto, solo quando a farti compagnia non è l’aridita’ del cuore.

Attraverso quelle piccole dune si snodano conferme e delusioni, si celano mani protese per afferrare ma serrate ogni qualvolta c’era da dare.
In questo scenario intonso c’è spazio anche per la rabbia, quella cattiva, quella che ha rimosso tutto, quella che esplode, mai diretta, al solo fine di affossare ciò in cui ha smesso di credere, perché guai a concedere supporto se non c’è più apporto.
È strano pensare che scenari così apparentemente vuoti, siano poi infinitamente colmi di sfumature. Mai arresi, piuttosto protesi però verso quella traccia individuale da poter ostentare.

Forse perché per troppi si conta qualcosa solo se si mostrano impronte forti, dimenticando che sono quelle invisibili a restarci nel cuore. Quelle che vediamo solo noi, quelle che ritroviamo lì, accanto a noi, ogni volta in cui ripensandoci, sorridiamo.

Sembra tutto vuoto ma non lo è perché in quel vuoto tutto emerge.
Sembra tutto silenzio, ma non lo è perché invece si parla tanto.
Sembra tutto finito ma questa è solo l’anticamera dell’infinito. Così, auguro alle tracce invisibili, di trovare tutte persone come loro… ed a pensarci bene, non è detto che sia un augurio…se poi non lasciano nessuna impronta sul cuore.

***Abbiamo stipulato un accordo con le autrici del blog cheventochetira.altervista.org per la diffusione di alcuni loro articoli. Il pezzo originale di Anna Lisa Minutillo si trova al seguente link: https://cheventochetira.altervista.org/senza-impronte-visibili-tracce-che-parlano-di-se/

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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