Di Sergio Ragaini
Una parola, “diavolo”, che solitamente evoca il male, l’allontanamento dal bene. Tuttavia, se andiamo a guardare in altre culture spirituali, non c’è nulla di tutto questo. Infatti questa è solo una parola che, dal greco, significa “separazione”. E, come ben si può immaginare, la separazione in sé non è un valore negativo, ma solo qualcosa che, parlando in termini matematici, aggiunge il segno “meno” ad un numero, che però potrebbe essere a sua volta negativo. Quindi, come sempre, dipende da cosa si separa. E da cosa si unisce, visto che anche l’unione, in sé, non è una cosa in assoluto positiva. Tuttavia, la separazione da sé e dalla propria essenza è sempre qualcosa di molto brutto: il periodo attuale, purtroppo, sta mostrando chiari esempi di tutto ciò.
“ Si parla del Diavolo e spuntano le corna”. “ Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”…
Insomma, su questa figura si parla spesso. In tutti i modi., sin dalla letteratura medievale, e anche prima,è rappresentato con le corna, in mezzo alle fiamme. Non a caso, si dice spesso delle persone che “bruceranno tra le fiamme dell’inferno”.
Il mondo cattolico adora questa rappresentazione, che rende antropomorfica, e che ha spesso nei suoi quadri e dipinti, o meglio, nei quadri e nei dipinti che spesso escono dal suo ambito, un’interfaccia tangibile.
Spesso, in questo mondo spirituale, almeno in una sua parte, questo “oscuro oggetto” diventa quasi una paranoia, nel senso che viene visto ovunque, anche solo in quello che non è allineato al suo pensiero o al suo sentire. E così, ad esempio, divengono “diaboliche” tutte quelle pratiche spirituali che non sono sotto l’egida di Santa Romana Ecclesia.
Di questo ho fatto esperienza personale, non sempre fruttifera, subito dopo il ritorno da Medjugorje, a cavallo tra il 2019 e il 2020. Avevo, lo ammetto, già frequentato il Mondo Cattolico: in maniera più continuativa molti anni fa, durante la mia adolescenza e prima giovinezza, e poi, dopo scelte spirituali differenti, e decisamente più “globali”, più saltuariamente, perché la mia apertura spirituale mi porta a cercare il punto di contatto tra “tutte” le tradizioni spirituali, e quindi anche a trovare la bellezza, indubbia, che il Cristianesimo, almeno quello non alterato da qualcosa che non gli appartiene, ma che è solo una sovrastruttura, proveniente dal Concilio di Nicea, che della sua originale essenza non ha assolutamente nulla.
Tuttavia, è proprio in quel periodo che, forse preso dallo spirito di questo bellissimo posto spirituale, mi ero avvicinato, almeno un pochino, a questo mondo spirituale: avvicinamento che aveva anche interessato il periodo immediatamente precedente, forse per mia “simpatia” nei confronti di luoghi mariani, come la Madonna delle Ghiaie, a Ghiaie di Bonate (BG), Sotto il Monte (BG), e il santuario della Madonna della Cornabusa , a Ceppino di S. Omobono terme (BG).
Questo mi ha portato, devo ammetterlo, a cercare un punto di contatto con questo mondo spirituale. Contatto che, lo ammetto, nel momento critico che stavo vivendo lo scorso anno in autunno (mio padre è morto il 9 agosto 2019), mi è stato molto d’aiuto.
Tuttavia, frequentandolo più da vicino, ho visto la sistematica negazione, salvo eccezioni, di tutto quello che non rientra nell’egida di Santa Romana Ecclesia, e questo mi ha fatto, probabilmente in modo definitivo, dedurre che un cammino spirituale cattolico è incompatibile con qualsiasi seria ricerca spirituale. Ovviamente, non si esclude la frequentazione saltuaria, e a questo punto nemmeno quella dell’Eucarestia, ma sempre tenendosi in qualche modo “esterni” a quel mondo spirituale. In quel caso, anche luoghi spirituali cattolici, liberati dagli “orpelli” religiosi opprimenti e dogmatici, possono diventare meravigliosi, ed in effetti lo sono, e ne consiglio la visita.
Veniamo ora al tema del diavolo, che, come detto, determinati ambienti vedono ovunque, quasi in maniera ossessiva.
Innanzitutto, questo potrebbe essere solo un’idea. Non è, quindi, una figura, se non nel senso di una rappresentazione di qualcosa. Per Jung, addirittura, è un archetipo, quindi un’immagine che noi abbiamo dentro, e che è parte di noi.
Se noi cerchiamo un equivalente a questa figura in altre culture spirituali, vediamo infatti che non ve n’è alcuna traccia. Anche il mondo buddhista ha la figura di Mara, l’anti Buddha. Tuttavia, non necessariamente questa è una figura negativa: ha una sua funzione ben precisa nel mondo, e in qualche modo può averne una contribuzione. È solo un simbolo, e nemmeno è importante chiedersi se davvero sia esistito o esista: come accade nella maggior parte delle scuole buddhiste, infatti, le cose sono, o possono essere, prettamente dei simboli, che quindi non hanno la pretesa di avere valori di verità. Ma è tuttavia importante che ci siano.
Se, poi ci spostiamo nel mondo induista, la figura che potrebbe corrispondere al diavolo è quella di Shiva, il distruttore- Trasformatore.
Comunque, anche questa non è assolutamente una figura negativa: infatti, per costruire, sovente occorre distruggere. Non è possibile alcuna costruzione se prima non si abbatte il vecchio: una catapecchia, ad esempio, dovrà essere abbattuta, se non restaurabile , prima di vedere sorgere una casa bella e luminosa al suo posto.
Quindi, anche la distruzione ha una sua ben precisa funzione, che è fondamentale nell’universo.
Questa figura, allora, non ha una valenza negativa, come altre, comunque alterate dalla visione cristiano cattolica. Tra queste il serpente, che ha sempre avuto un valore positivo, in varie culture spirituali, rappresentando la conoscenza. Solo con i Culti di Mitra questo animale ha cominciato ad assumere un valore negativo: infatti, in una delle iconoigrafie dfi questi culti, Mitra schiaccia un serpente e uno scorpione. Questo però non deve stupire: infatti, in un culto “solare”, come quello di Mitra, gli animali visti in maniera positiva sono quelli vicino al cielo, come gli uccelli. Le stesse Scritture Cristiane vedono, ad esempio, in maniera molto positiva l’aquila. Il serpente, stando sempre ancorato a terra, ha quasi la valenza opposta rispetto al cielo, e quindi non è un simbolo positivo. Non si tiene presente, però, che cielo e terra sono due facce della stessa medaglia, e che solo radici profonde possono permettere ai rami di un albero di slanciarsi verso il cielo. La terra è fondamento di molte cose, e da lì parte il cammino verso il cielo. Il serpente, anche qui, potrebbe essere la “base”, la partenza.
Visto in quest’ottica, l’episodio della “!caduta dal paradiso” della Genesi assume un valore positivo: infatti, mangiando il frutto, si aprono nuovi orizzonti, che provocano sì sofferenza, ma anche la ricusazione di un paradiso fatto di ignoranza, per andare, sotto la spinta del serpente, verso un nuovo mondo di conoscenza e di consapevolezza. Una caduta, quindi, per poi tornare in un paradiso rinnovato e consapevole.
Tuttavia, è ora il momento di capire cosa la parola “diavolo” significhi davvero. Molti lo associano al male. Tuttavia, non è così. E vediamo invece come stanno le cose.
La parola “diavolo” deriva da una parola greca, che è “diaballein”. Questa vuole dire “separazione”.
Il suo opposto è “symballein”, simbolo, che significa “ciò che porta assieme”.
Il simbolo, infatti, porta assieme, oltre il significato stesso delle cose. Vedremo a breve cosa questo significhi.
Per capire che nessuna di queste due parole è negativa, in assoluto, osserviamo che esistono anche simboli negativi. Caratteristica del simbolo è quella, come forse molti non sanno, quella di “dare un significato” oltre il pensiero logico. Un simbolo, quindi, contiene già di per sé il significato.
Un esempio, di simbolo negativo è la maschera: questa significa non comunicazione, allontanamento, parola negata, sottomissione. Infatti era indossata dagli schiavi. La stessa mascherina, quindi, oggi molto di moda, fa assumere a chi la indossa, immediatamente, questo valore di schiavitù e sottomissione.
Ovviamente, anche qui, è importante distinguere: chi la indossa per difendersi da polvere o inquinamento la indossa con uno scopo ben preciso: tuttavia, indossarla quando non serve fa entrare nel simbolo stesso in maniera sempre maggiore, fino ad identificarsi con esso.
Simboli quali la croce, invece, non sono negativi: simboleggiano la potenza e la vittoria. È negativa invece quella a bracci diseguali, come quella cristiana: infatti, rappresenta la vittoria dello spirituale sul materiale. Sin qui nulla di male direi: tuttavia, questo diventa molto negativo allorché diviene, come interpretato anche da alcuni testi biblici, negazione della materia in funzione dello spirito. Un esempio tratto da testi biblici è la Prima Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei, che afferma: “Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio” (1 Ebrei, 13, 1-2). in questo caso, quindi, porre il simbolo dello spirituale sopra la materia è sicuramente, negativo, perché significa accettare passivamente la realtà e anche le sue ingiustizie e i suoi abusi, in virtù di un premio eterno che non può essere verificato di sicuro!
Altri simboli, come il crocefisso, sono comunque negativi: infatti, trasmettono sofferenza, non come passaggio verso una nuova vita, bensì come qualcosa che è lì, statico, fermo. Un simbolo di pura sofferenza, che porta alla ricerca, per emulazione, di quella condizione, come se fosse “passaggio” necessario verso una nuova vita. Ancora, pare dire che l’aiuto agli altri passa solo dal sacrificio, porta a stigmatizzare il sacrificio come unica porta possibile per l’aiuto degli altri. Cosa non vera, ma che in questo modo viene recepito, grazie al simbolo stesso. In fatti, il simbolo originale di Cristo erano i pesci, come per Visnu, seconda persona della Trimurti Induista, così come Cristo è la seconda della Trinità Cristiana.
Anche la croce dovrebbe essere a bracci uguali, simbolo appunto di potenza: infatti, era il simbolo degli Annunaki e degli Elohim, secondo alcuni i creatori dell’Universo: infatti, una delle forme in cui Dio appare nella Bibbia, è “Elohim”.
Da qui credo risulti come la parola “simbolo” non sia a priori positiva, ma rappresenti solo “ciò che avvicina”, che porta assieme.
Al contrario, “diavolo” è “ciò che allontana”, che separa. Per capire che la parola diavolo con il male non c’entra nulla, basti passare alla lingua inglese, dove “male” è tradotto con “evil”, mentre “diavolo” è “devil”, quindi una parola differente.
Anche qui, comunque, non vi è un valore negativo nella separazione. Infatti, ad esempio, noi possiamo avere luce elettrica perché vi è una differenza di potenziale, e i due poli sono separati: se ci fosse unione dei poli, si genererebbe solo un cortocircuito. Ancora, se c’è troppo calore vicino ad un fuoco, solo la separazione ci permette di non bruciarci, e lo stesso per un fornello: se ci separiamo cuoce il cibo, se ci avviciniamo troppo ci bruciamo. Anche un calorifero ci brucerà se ci attacchiamo ad esso, mentre, a debita distanza, riscalderà l’ambiente.
La separazione, quindi, ha la sua funzione positiva, nella natura: è, spesso, è comunque salvifica.
Di per sé, allora, potremmo definirlo come “anti simbolo”, come l’opposto del simbolo, come qualcosa che “porta lontano” da un significato.
Di conseguenza, nessun valore negativo. Ricordiamo anche che altre parole per definire il Diavolo non hanno alcun valore negativo: la stessa parola “Satana”, in fondo deriva da “Satan”, che era il pubblico ministero ebraico. Quindi l’accusa ai processi. Magari anche colui che porta vicino alla verità, ma una figura di “separazione” rispetto all’imputato. Comunque, non di certo una figura negativa: anche qui dipende da cosa il Pubblico Ministero voleva avvicinarsi o allontanarsi: in sé,m quindi, è solo una delle due polarità.
Anche la figura di “Lucifero”, che tanto appare negativa, rappresenta solo un angelo caduto. Il nome significa, infatti, “portatore di luce”, quindi un nome positivo. Porta in sé la separazione, ma in assoluto nulla di negativo.
Sarebbe come dire che mettere il segno “-” davanti a qualcosa gli dà un valore negativo: è solo un segno, che, magari, messo davanti ad un numero che ha già valore negativo, lo trasforma in positivo. Tutto qui… sia il simbolo che il diavolo sono quindi degli operatori: uno avvicina da qualcosa, compreso un significato, mentre l’altro allontana da quel qualcosa. E, come si è visto, diviene positivo, ogni volta che quell’avvicinamento è pericoloso.
La separazione diviene negativa, ovviamente, quando è separazione dalla propria natura, dalla propria essenza, da sé stessi. In quel caso il tutto diviene davvero brutto e negativo.
Il periodo attuale mostra questo, e la separazione della persona da sé stessa. Anche il “distanziamento sociale” è terribile, perché porta le persone a dividersi, a mettersi le une contro le altre.
In quel caso, la separazione è tra simili, è divisione di intenti, è separazione da simboli positivi.
In questo caso, il “diaballein” è davvero negativo, e diviene anti umano, e addirittura nemico della vita. Ed ora stiamo, appunto, vivendo tutto questo, dove si cerca di separare in tutti i modi le persone. Quindi, come dicevo, è una sorta di “auto separazione”, separazione da qualcosa che, citando ancora il Buddhismo, è “separazione da sé, perché nel Buddhismo tutto è uno, e non esiste separazione. È separazione dalla nostra propria essenza, e quindi contro quello che davvero siamo.
La separazione può avere un senso, ma quando diventa negazione di sé è da evitare. E questo periodo sta mostrandoci, in questo, davvero il suo peggio.
Confidiamo, sempre, in quello che è il primo sigillo del Dharma Buddhista: l’impermanenza: tutto è destinato a passare. Anche questo periodo, quindi, passerà, e un nuovo mondo, più luminoso, sorgerà dopo questo. In fondo, come già dicevo in un mio articolo, un “punto del non ritorno” può essere solo un invito ad andare avanti. Verso qualcosa di nuovo. Dove solo meravigliosi “simboli di unione positiva” si troveranno sul nostro cammino.
Riferimenti:
Sugli archetipi nella filosofia Junghiana si può andare all’indirizzo:
https://lamenteemeravigliosa.it/archetipi-della-personalita-jung/
Oppure all’indirizzo:
oppure anche sull’articolo all’indirizzo:
Per quanto riguarda la figura di Mara nel Buddhismo, se ne trova una spiegazione dettagliata all’indirizzo:
Qui viene anche data una panoramica sulla sua storia.
Se si vuole una descrizione di Mara inquadrata nel discorso più generale del Buddhismo, una spiegazione esauriente la si può trovare sul sito di Diego Fusaro all’indirizzo:
http://www.filosofico.net/ilbuddhismo.htm
Per quanto riguarda la simbologia di Shiva si può andare all’indirizzo:
https://www.cure-naturali.it/articoli/vita-naturale/yoga/simbologia-del-dio-shiva.html
o anche, per una visione legata anche alla sua “polarità femminile”, su:
https://passoinindia.wordpress.com/2017/10/15/le-coppie-dellinduismo-shiva-e-parvati/
Sul simbolo della croce e sulla sua storia si può andare su:
https://www.ritosimbolico.it/rsi/2012/08/il-simbolo-della-croce/ Un’interessante “excursus” storico su questo simbolo, decisamente molto antico, si trova anche su:
https://www.mitiemisteri.it/significato-dei-simboli-esoterici/croce
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