Editoriale di Emilia Urso Anfuso
Tra le ultime azioni in ordine di tempo contro i diritti dei cittadini, non posso non segnalare una cosa che dovrebbe far emergere in maniera palese come la situazione di emergenza sanitaria, seppur in mancanza di dati che ne confermino, almeno in questo periodo, la necessità di protrarne lo stato, stia degenerando.
Mi riferisco alla circolare emanata in gran fretta dal Ministro della Salute Roberto Speranza, per “correggere” una misura contenuta nel DPCM varato il 14 Luglio che permetteva di tornare a viaggiare sui treni con l’uso al 100% dei posti a sedere. In poche parole, si sarebbe potuto viaggiare occupando tutti i posti e non più con il distanziamento sociale all’interno delle carrozze.
Speranza, forse sollecitato anche delle preoccupazioni espresse dal Comitato Tecnico Scientifico, che ha inviato una comunicazione al Ministero dei Trasporti, attraverso un’ordinanza ha modificato le disposizioni, facendo un passo indietro: distanziamento sociale sia, anche quando si viaggia sui binari.
Qualcuno potrebbe eccepire: ben venga! Si viaggia più sicuri! Manco per sogno, non si viaggia affatto. Già, perché molti viaggiatori delle due compagnie nazionali Trenitalia e Italo, e contando solo i passeggeri di Italo, si sono ritrovati a terra con il biglietto cancellato e senza possibilità di portare a termine il progetto di viaggio. 8.000 persone, non 8, che hanno perso il diritto di viaggio da un momento all’altro. Poco conta che il biglietto pagato sarà loro rimborsato: conta l’azione, grave, contro i diritti degli individui, a cui gli attuali ministri della Repubblica Italiana sembrano sempre meno interessati.
Il motivo? La circolare ministeriale, che imponendo nuovamente il distanziamento tra un posto a sedere e l’altro, ha vanificato i progetti di molti italiani.
Non sottovalutate questo evento: molte persone che restano appiedate, che non hanno potuto realizzare il viaggio programmato, sia esso per diporto o per ragioni di lavoro, sono state di fatto sottoposte a un abuso di potere. Il governo, all’improvviso, può decidere chi deve partire e chi no, può decidere se devi restare sigillato in casa fino a data da destinarsi, può decidere se devi perdere il posto di lavoro, se devi impoverirti, se devi vivere o morire, in una situazione nazionale che ormai denominare paradossale è poca cosa.
Andando avanti di questo passo si arriverà in tempi brevi a imposizioni di ogni sorta, a dietro-front sul contenuto dei DPCM, che si abbatteranno sull’organizzazione quotidiana di milioni di persone, tutto in nome dell’ “emergenza sanitaria“.
Le carrozze soppresse da Trenitalia e da Italo possono anche essere un segnale di ribellione contro il governo, che priva le aziende degli incassi. Non si può però esser vittime di lotte interne ai partiti, di strategie politiche per restare al governo o di liti tra il governo e le imprese: in mezzo, restano sempre i cittadini che continuano a non aver voce in capitolo.
A me il compito di farvi riflettere, a voi l’opportunità di farlo…
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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