Di Angela Frazzetta
Il Premier Giuseppe Conte ha deciso: chiederà al Parlamento di prorogare lo stato d’emergenza sanitaria, che sarà votato prima nell’aula del Senato e poi, mercoledì, alla Camera. Le opposizioni si proclamano nettamente contrarie. La riunione del Comitato interministeriale per gli Affari europei sul Recovery fund è prevista per stasera.
Conte dovrà quindi riferire in merito alla situazione epidemiologica del Paese e chiarire le regioni della necessità di prolungare lo stato d’emergenza, che – al momento – scade a fine mese, per prorogare fino al 31 ottobre. Secondo fonti vicine all’esecutivo, sarebbe una necessità dovuta a motivi tecnici: si garantirebbe in tal modo una maggior rapidità di esecuzione in caso di necessità.
La decisione di non mettere le Camere di fronte al fatto compiuto ha ragioni istituzionali ma anche di ordine politico. Anche all’interno della maggioranza esistono posizioni differenti, anche se poi le decisioni sono state prese in maniera coordinata.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha annunciato “barricate”: “Non c’è un’emergenza sanitaria in corso e chi vuole prorogare lo stato di emergenza è un nemico dell’Italia. Noi non li facciamo uscire dall’Aula, ci stanno loro chiusi, gli italiani meritano respiro e libertà“, ha dichiarato. Forza Italia, attraverso Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera, ha fatto sapere di non accettare una proroga fino al 31 dicembre e di pretendere, da parte del governo, il coinvolgimento del Parlamento.
Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri (M5S) non ha dubbi: “Prolungare lo stato di emergenza non significa lockdown, non significa nulla di drammatico”.A suo parere, come ha aggiunto, si tratterebbe solo di uno “strumento” in grado di dare “maggior flessibilità” all’azione dell’esecutivo: “Ma non cambia nulla rispetto a quello che stiamo facendo oggi, cioè una ripresa della normalità quasi totale”.
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