Di Angela Frazzetta
10 militari dell’Arma sotto custodia, cinque dei quali agli arresti in carcere e un altro agli arresti domiciliari, una caserma, quella di Piacenza, sotto inchiesta e la sede sotto sequestro: è un caso senza precedenti, reati considerati “impressionanti”. Il metodo usato dagli arrestati e indagati, è stato paragonato a Gomorra.
“Fra i reati contestati all’Arma dei carabinieri c’è il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, la ricettazione, l’estorsione, l’arresto illegale, la tortura, le lesioni personali aggravate, l’abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, che è direttamente connessa ad arresti completamente falsati. Perquisizioni personali ed ispezioni arbitrarie, violenza privata aggravata e truffa ai danni dello Stato. Come vedete – sottolinea il procuratore procuratore della Repubblica di Piacenza, Grazia Pradella durante la conferenza stampa – è una serie di reati impressionante, se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei carabinieri”.
“Faccio fatica a definire questi soggetti carabinieri perché i comportamenti messi in atto sono comportamenti criminali. Non c’è stato nulla o quasi nulla, in quella caserma, di lecito” non riesce a trattenere, giustamente, lo sdegno, il procuratore Grazia Pradella, che ha proseguito: “Tra i comportamenti ascrivibili ai militari c’è il tentativo quasi spasmodico, giornaliero, di approvvigionamento di sostanze stupefacenti per il territorio di Piacenza durante il lockdown attraverso i contatti con gli spacciatori di buon – se non alto – livello, è stata compiuta un’attività di staffetta a macchine, che trasportavano stupefacente, un militare si è reso responsabile anche della custodia, presso il proprio garage, degli stupefacenti per conto degli spacciatori di più alto livello, e poi c’è un’attività di spaccio anche per conto proprio”.
“Cosa è successo? Nel momento in cui è difficile se non impossibile per le misure imposte di lockdown, mancano nella piazza di Piacenza gli stupefacenti, hashish in particolare. Entra quindi in azione una sorta di associazione composta da questi 5 militari che cercavano di reperire la droga, sequestrandola ai pusher che non facevano parte della rete di loro informatori. Lo stupefacente veniva sequestrato, solo parte veniva messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, parte veniva data in piccolissime dosi, unitamente talvolta a somme di denaro, ai loro “confidenti” per ripagarli della soffiata ricevuta e parte veniva consegnata direttamente a pusher di loro fiducia per la commercializzazione sul territorio piacentino. Mentre Piacenza stava combattendo e contava i suoi morti per il Covid, questi ‘signori’ si preoccupavano di rifornire i tossicodipendenti dello stupefacente richiesto”.
Ma ecco che, proprio nel periodo del lockdown, un militare decide di convalidare, a uno degli spacciatori, un’autocertificazione per consentirgli di spostarsi sul territorio Lombardo per reperire la droga. Ed è uno dei reati che sono stati contestati agli indagati.
“Questa situazione non se la merita l’Arma ma non se la merita neanche la città di Piacenza” conclude il procurator Pradella.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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