Astrazione, mente umana e precedenti possibili: tutto potrebbe cambiare

neurosceinze

Di Sergio Ragaini

Come ben sappiamo dalle neuroscienze, l’uomo è l’unica specie animale che è in grado di reagire non solo a una realtà tangibile, ma anche a situazioni soltanto immaginate. Questo, forse, ha permesso la creazione e la costruzione di modelli come gli archetipi, e in generale ha dato un forte impulso all’astrazione. Tuttavia, la tendenza a costruire modelli astratti, se da una parte è meravigliosa, dall’altra può essere sfruttata per “creare dei precedenti” che, all’aspetto fisico, andrebbero a sovrapporre modelli mentali possibili. E poi, una volta che si è passato il confine tra pensiero e azione, quell’atteggiamento potrebbe sempre tornare. A livello individuale come collettivo. E questo può essere sfruttato molto bene da qualcuno. Con possibili sorprese, però: anche opposte.

Creare un precedente: una parola, una sola parola, che esprime molte cose. Una parola che fa intravedere confini superati, e qualcosa che si è verificato. Lascia insomma intravedere una porta che si è aperta, almeno una volta.

Lo si dice anche per gli animali: quando un animale assaggia il sangue, almeno una volta, poi difficilmente non lo riassaggerà. Anche nella sua, pur limitata, immaginazione, ha passato un confine: e, passando quel confine, è arrivato a qualcosa alla quale prima non era arrivato. E il suo orizzonte, le sue percezioni, cambieranno.

Per l’uomo la cosa è ancora più complessa: infatti, nella nostra specie ad un certo punto si è sviluppata al massimo l’attività mentale. Ed siamo arrivati a costruire realtà nella mente che non ci sono a livello fisico.

Siamo arrivati, insomma, a quel miracolo mentale che si chiama astrazione. Quella cosa, in sostanza, che ci permette di associare concetti a forme, in maniera tale che la forma non serva più in situazioni successive, ma basti l’idea ad identificarla.

Facciamo un piccolo esempio: quando parliamo di “gatto”, se chi è con noi conosce la lingua italiana (altrimenti potrebbe avere dei problemi, soprattutto se nella sua lingua questa parola ha un suono molto diverso da quello nella lingua italiana), non avrà bisogno di un’immagine di un gatto per capire di cosa stiamo parlando: nella sua mente, l’idea di gatto sarà lì, ben presente. Magari ogni persona ne avrà in mente uno diverso: tuttavia, si sa di cosa si sta parlando.

Se, poi, parliamo di “felino”, ognuno avrà un felino diverso in mente. Tuttavia, se una persona ha una conoscenza almeno tale da sapere cosa sono i felini, saprà di cosa si sta parlando.

Questo discorso sull’astrazione, sul quale spero proprio di potere tornare in un prossimo articolo (in fondo è proprio questa capacità di astrazione che ha permesso lo sviluppo matematico, e in generale scientifico, che oggi conosciamo), credo sia fondamentale per capire come funziona la mente dell’uomo, e come questa agisce in molte circostanze, anche estreme.

Quello che, credo, sia importante notare, è che l’uomo, grazie a questa capacità di astrazione, quindi di prefigurare concetti anche senza avere i relativi oggetti davanti, ha anche la possibilità di costruire concetti astratti, che nella realtà non hanno corrispettivi, se non in casi del tutto particolari.

Ad esempio, quando parliamo di concetti matematici quali “gruppo”, “anello”, “campo”, non abbiamo di questi dei modelli tangibili, se non in casi particolari di queste strutture. L’astrazione, che in questo caso  appare come portarsi fuori dai modelli tangibili è un’altra grandezza della persona, che permette all’uomo di andare oltre quella che è la figurazione di qualcosa, e di creare strutture completamente indipendenti dalla realtà stessa, che però possono avere vita autonoma.

Un processo di questo tipo, in campo matematico, è estremamente utilizzato, e ha verosimilmente permesso di poter eseguire operazioni su strutture che nella realtà tangibile non hanno alcun riferimento, e nemmeno hanno un riferimento visivo. Costruendo, ad esempio, spazi a più di tre dimensioni, con operazioni ben diverse da quelle che la realtà sensibile ci suggerirebbe.

Come dicevo, sarà bello parlare di questo in un apposito articolo.

Per ora, questo mi è servito per delineare il funzionamento della mente umana, che può codificare elementi ben diversamente da altre specie, che, almeno in apparenza (poi non si sa mai!) non sono in grado di prefigurare situazioni.

Forse, ma è solo un’ipotesi personale, è proprio questa astrazione alla base di quei meccanismi che permettono la creazione di strutture quali gli “archetipi”, tanto amati da psicologi quali Jung.

Proprio in virtù di questa capacità di astrazione, sono nati miti e leggende, popolati da figure quali gnomi, folletti e simili, che hanno preso poi forme tangibili nelle varie letterature, e nelle arti figurative.

In qualche modo, qui, l’astrazione ha funzionato quasi al contrario, o anche in maniera quasi conforme alla matematica stessa: è partita, insomma, da qualcosa di tangibile, di auto evidente, per poi prospettare altre realtà, differenti. Deformando qui la realtà quasi a piacere.

In qualche modo, questo processo funziona sempre: il nostro ricordo della realtà è modificato, alterato, da sensazioni particolari e personali. In alcuni casi, addirittura, ricordi che per noi sarebbero insostenibili vengono modificati, trasformandoli in altro: sono quelli che la psicanalisi chiama “ricordi di copertura”. Freud raccontava che una sua paziente, di origine francese, che aveva subito una violenza sessuale da bambina, ricordava solo una  gita in cui calpestava e rompeva un ramo. Nel suo gergo, “rompere il ramo” voleva dire “perdere la verginità”.

Siamo quindi arrivati al punto: la mente umana permette astrazioni che sarebbero inimmaginabili: grazie a queste astrazioni, si possono costruire situazioni che nella realtà non ci sono, o che vengono assunte in maniera deformata.

Non è un caso che una persona, a causa di questo, reagisca in maniera abnorme o alterata. Ricordo una mia amica che, anni fa, doveva venirmi a trovare sopra Lecco, dove allora mi trovavo, tra le montagne della valle detta Valsassina. La mia amica aveva sbagliato uscita, trovandosi, invece che sul raccordo per la Valsassina, dentro la città di Lecco. Mi aveva quindi telefonato quasi in preda al panico per la cosa. La reazione era visibilmente abnorme, e non sicuramente commensurabile a quello che la situazione indicava. Tuttavia, la persona reagiva in base a quello che aveva nella sua mente, e non in base alla realtà. È come se, in quel momento, si trovasse, a causa della pressione emotiva, in una “realtà parallela”, magari in mezzo alla giungla. E non in una città come Lecco, dove chiunque, in maniera agevole, avrebbe potuto indicarle la strada corretta per raggiungere la Valsassina, visto che è una nota località turistica.

Credo che questo dica e faccia capire molte cose: le nostre reazioni avvengono non in base alle situazioni, ma in base ai nostri parametri mentali. Che, sotto l’effetto della paura, vanno a disconnettere la corteccia cerebrale, che fornirebbe il contatto con la realtà, attivando meccanismi spesso archetipici, che ci proiettano quasi in “mondi paralleli”.

Qui, il rapporto tra fisica e psicologia è quantomai evidente, e non è detto che non possa dare origine ad una vera e propria “psicologia quantistica”, dove fisici, matematici e psicologi possano collaborare assieme.

Tutto quanto detto sinora si applica molto bene alla situazione attuale. Infatti, l’uomo, grazie alle sue capacità di astrazione, conserva dentro di sé modelli e archetipi. Questi hanno permesso, in maniera molto chiara, di collegare la situazione attuale, o da poco trascorsa, a modelli già presenti nella mente della persona.

Di conseguenza, ogni notizia, ogni passaggio televisivo, ha permesso di inculcare nelle persone attorno a noi modelli che hanno richiamato queste strutture ataviche, ormai radicate nella persona, e che, in questi casi, sono del tutto riemerse. E così sono state fatte passare misure fortemente repressive, e sicuramente in grado di violare i più elementari diritti umani.

Le persone le hanno accettate senza battere ciglio, e addirittura scagliandosi contro coloro che non le rispettavano, proprio in virtù di questo: del fatto, quindi, che la persona, esattamente come la mia amica a Lecco, aveva una percezione della realtà molto diversa da quella che era davvero.

Tra l’altro, il lockdown, che, segregando le persone in casa, ha impedito di fatto il contatto con la realtà, se non circoscrivendolo a determinati momenti, comunque controllati, ha permesso che la persona fosse ancora di più in una “realtà parallela” fatta di “untori” (anche questo un modello archetipico legato a situazioni del passato, comunque almeno nella nostra memoria genetica) e morti a rotta continua: quindi in una realtà ben più drammatica di quella che davvero era. Tuttavia, come già detto in altri articoli, la realtà non è mai quella che davvero è, ma quella che appare: e poi, cos’è la realtà se non una mostra percezione di onde e frequenze? Ma questo discorso ci porterebbe molto lontano!

Tutto quanto detto sinora si conclude, tuttavia, con una frase, che ci riporta all’inizio: “è stato creato un  precedente”. Se ne parla anche nella letteratura legislativa statunitense, e in generale anglosassone, dove i precedenti fanno legge.

Fanno legge nel sistema giuridico, ma anche, alla luce di quanto detto sinora, nella mente delle persone.

Proprio in virtù dell’astrazione di cui parlavo poco fa, infatti, le persone compiono azioni nella mente che le neuroscienze hanno dimostrato essere molto vicine a quelle fisiche. È stato dimostrato, infatti, che se una persona immagina intensamente una situazione, le sensazioni che derivano da questo sono molto vicine a quelle fisiche, e le zone del corpo attivate sono le stesse. Quindi, una forte impressione mentale è simile, molto simile, ad una fisica.

Già questo dice che sono state create nelle persone diverse nuove “impressioni mentali” che hanno rafforzato qualcosa di preesistente, ed hanno aggiunto nuovi elementi. Il cervello, infatti, non è come un computer, che in fondo è una struttura “rigida”, ma è una struttura dinamica e flessibile, che aggiunge in ogni istante nuove diramazioni e nuove connessioni.

Di conseguenza, sono state create nuove connessioni possibili, che rimarranno nelle persone, anche facendo dire che “nulla tornerà come prima” e che si è creata una “nuova normalità” [eventualmente inserire il link dell’articolo].

Quello che pierò è preoccupante, è che tutto questo è stato comunque fatto e attuato. Quindi, si è passata quella sottile linea tra il pensare e il fare. Ognuno di noi, è provato, manda a morte col pensiero diverse persone al giorno. Tuttavia, avere passato quel confine, ed avere compiuto davvero quell’atto, fa passare in uno stato mentale (e fisico) completamente differente. Infatti, il tutto è calato nella realtà tangibile, che in quel caso appare sovrapporsi a quella prettamente logica. In quel momento, realtà immaginata e realtà tangibile si toccano, e “collassano” una dentro l’altra, utilizzando un termine quantistico.

Purtroppo, se è vero che per l’animale avere assaggiato il sangue lo porta a cercarlo di nuovo, per l’uomo questo va ancora oltre: infatti, quanto vissuto prende forma nella sua immaginazione, diviene nuove connessioni, nuove strutture, nuove sensazioni. Che chiederanno di essere nuovamente vissute.

Nel caso della collettività, si è aperta la strada a creare nuove situazioni simili. Infatti, si è perfettamente compreso che le persone, opportunamente guidate e stimolate, potranno essere ricondotte a una situazione analoga, che verrebbe accettata. Infatti, in loro stessi, determinati archetipi mentali si sono rafforzati, “collassando” nella realtà fisica, e sovrapponendosi a essa.

All’occorrenza, quindi, questo precedente, che, se non giuridico, sarà sicuramente mentale, potrà permettere di riproporre una situazione di questo tipo, sapendo che le persone la accetteranno e seguiranno le relative disposizioni.

Insomma: qui legalità e approccio mentale sono strettamente legati assieme. E assieme hanno modificato la realtà. Creando qualcosa a cui non si sarebbe mai pensato di poter arrivare. Tuttavia, questo qualcosa è qui, tra noi. Il divenire potrebbe non essere sempre così luminoso: ormai qualcosa si è creato, qualcosa è stato. E potrebbe tornare.

A meno che non si crei, nelle persone, una vera e propria inversione: nel senso che, proprio perché è stato, verrà rigettato, e non accadrà più.

Su questo lascio aperta la porta, auspicando che sarà questa la situazione in cui ci troveremo. Solo il futuro, però, potrà parlare per noi.

Auspichiamo, quindi, che tra tutti i futuri possibili, prenderà forma quello che permetterà la migliore vita possibile per noi. E di mantenere sempre alta la fiaccola della democrazia e della libertà. Attendiamo fiduciosi.

Riferimenti:

Sul tema degli archetipi vi sono diversi riferimenti a cui attingere.

Ad esempio si può andare su:
http://www.psicoterapiajunghiana.com/inconscio-collettivo-archetipi-jung/

oppure su:

https://www.crescita-personale.it/articoli/crescita-personale/psicologia/carl-gustav-jung-teoria-degli-archetipi.html

o anche all’articolo all’indirizzo:

La Casa Editrice “Bollati Boringhieri” propone un libro dove si trovano uniti tre temi fondamentali della psicologia di Jung: L’analisi dei sogni, gli archetipi dell’inconscio e la sincronicità. Lo si trova online scontato ad esempio su:

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__analisi-dei-sogni-archetipi-dell-inconscio-sincronicita-jung.php?id=59171&gclid=CjwKCAjwmMX4BRAAEiwA-zM4Jn8dEi0O_G1HQ0zO_lEZ-L0rSXwgvs9SpFHdn344-P9qQK2K1vEzIxoCwrUQAvD_BwE

Riguardo al tema dei precedenti giuridici su può vedere la tesi di dottorato discussa nel 2016 all’indirizzo:
http://amsdottorato.unibo.it/7466/1/martinuzzi_alessandro_tesi.pdf

Può essere utile leggere qualcosa anche sulla creazione delle ossessioni di parte della mente, che oggi paiono molto “attuali”. Per fare questo si può andare all’indirizzo:
https://www.terapia-strategica-milano.it/fissazioni-ossessive-diavoletto-nella-mente/

oppure all’indirizzo:

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