Bererosa 2020 – al Radisson Blu Es. Hotel di Roma

Bererosa 2020 – al Radisson Blu Es. Hotel di Roma

Di Susanna Schivardi e Massimo CasaliFoto di Susanna Schivardi

Ideato e presentato da Francesco D’Agostino, direttore della rivista Cucina&Vini, l’evento arriva alla sua nona edizione per presentare l’eccellenza della produzione Rosé “che in Italia non è ancora capita fino in fondo” come afferma D’Agostino.

Nella prestigiosa e moderna cornice del Radisson Blu Es. Hotel di Roma in Via Turati, la degustazione seduta, nella massima osservanza delle norme di sicurezza per via del Covid, vengono presentate ben sette batterie di vini, in tutto 31 bottiglie. Hanno aderito le aziende che per prime si sono presentate, non potendo la struttura permettere una maggiore affluenza di pubblico e pertanto un maggior numero di cantine.

Il mattatore della degustazione, esperto ovviamente di vini e abbinamenti, si presenta cordiale e molto attento, rivolgendosi ad un pubblico curioso e a volte esuberante “il Rosé rimane un vino di esportazione, viene capito molto meglio in Francia, per esempio, dove lo offrono con facilità, mentre qui in Italia non viene pienamente apprezzato per una questione sostanzialmente culturale”.

Le batterie sono divise in base alle zone e a seconda di vini fermi e spumanti, questi ultimi presenti in doppia versione, con metodo Martinotti o classico.

Nella prima batteria abbiamo notato un Albarosa Rosé Brut, della Tenuta I Fauri, con un 70% Montepulciano e 30% Pinot Nero, poi due incroci Manzoni, un noto tipo di uvaggio, Bollè Rosè extra Dry di Andreola, e il Violette Rosé Extra Dry di Conte Collalto.

Nella seconda batteria, si distingue il Liguria di Levante Rosato, Cantine Lunae, proveniente da vitigno di vermentino nero, quasi scomparso dal dopo fillossera e recuperato nell’alta Toscana ai confini con la Liguria.

Nella terza batteria il Kettmeir, vitigno di altitudine sopra i 600 metri, con Alto Adige Rosé Brut Doc 2017, metodo classico, con grande freschezza e note di agrumi e bollicina fine.

La quarta batteria si è presentata col Cerasuolo D’Abruzzo, con una prevalenza dell’azienda Codice Citra, fiancheggiata da Marramiero e Tenuta I Fauri.

Con la quinta batteria arriviamo al Sud d’Italia, dove ci colpiscono il Cirò rosato di Librandi, uva gaglioppo al 100%, e il Puglia Nero di Troia, di Cantina Spelonga, per il suo corpo robusto, con ottimi profumi e una punta di tannicità. 

Con la sesta batteria scopriamo il Salento, immancabile il Negroamaro, il Salento Negroamaro Rosé Girofle Controcorrente, che fa due anni in cemento.

Per finire la settima batteria, bottiglie importanti prodotte con metodi classici complessi, si evidenzia il Soldati La Scolca d’Antan Rosé Brut 2008, con dieci anni di affinamento sui lieviti, con il 95% di cortese e il 5% di Pinot Nero, ne viene fuori un risultato con spuma fine e morbida, e un finale di frutta candita.

Francesi e americani preferiscono i vini con un colore spento, quasi bianco, per questo alcuni vengono appena rosati per essere esportati. Un colore che in Italia ancora oggi non riesce ad imporsi.

L’evento, organizzato in due tranche di 2 ore ciascuna, ha permesso agli amanti del settore di trascorrere un momento di piacevolezza e frattura con la calura estiva dirompente sull’asfalto romano, sfidando i più coraggiosi a partecipare alla sessione pomeridiana delle 16, accompagnata da un gustoso piatto di affettati e formaggi.

“Un’edizione strana e organizzata per assaggiare vino servito a distanza – chiosa D’Agostino – ma noi continuiamo a fare la nostra parte, nonostante molto del vino prodotto quest’anno sarà difficile da consumare”. Tra gli abbinamenti proposti, L’Alto Adige Kettmeir (terza batteria) un vino importante da accompagnare ad un risotto alla crema di scampi, la massa del riso e la grassezza sono l’ideale per un prodotto così nobile e profumato. Passando ad una bottiglia più importante, Il Soldati La Scolca, Francesco D’Agostino consiglia “un vino così evoluto richiede solo la carne, come pappardelle al sugo di lepre”.

Notiamo una certa differenza tra i vini del nord e sud d’Italia, “mentre quelli del Nord sono più gentili, i prodotti del Sud risultano strutturati, probabilmente per la temperatura e il calore di cui risentono durante tutto l’anno”.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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