Il virus del caos

caos

Di Emilia Urso Anfuso

Molte cose sono accadute in un arco temporale molto breve. L’avvento del virus Sars Cov2 e la dichiarazione di pandemia mondiale hanno da  un lato bloccato il sistema mondiale, almeno per ciò che concerne la gran parte delle attività umane produttive con l’inevitabile crollo dell’economia, dall’altro accelerato una serie di processi, politici, economici, sistemici, che in situazioni di normalità avrebbero richiesto qualche decennio.

Oggi, in tutto il mondo, con una ciotola di riso si possono acquistare aziende, attività commerciali e risorse umane

Processi che, in ogni caso, non sarebbero stati atti a migliorare la condizione umana: vivevamo già, a livello planetario, una condizione di caos generalizzato, di politica internazionale attuata spesso attraverso dinamiche incomprensibili alla gente dotata di capacità critica e di buon senso.

La politica è una scienza complessa e per gente con grandi capacità? Affatto. Basta osservare chi sta governando una nazione complessa e compromessa come l’Italia, ma anche cosa accade in Francia, in Germania, e valicando i confini europei, negli USA. O meglio: chi oggi governa le nazioni, ha le capacità coerenti col sistema di caos che governa il mondo.

Ammettiamolo: se esiste un virus inattaccabile e pesantemente contagioso, questo è quello generato dal caos che, a sua volta, è generato dal sistema politico internazionale e ai metodi di comunicazione, insensati, adottati da tempo.

Non far comprendere gli accadimenti alla gente comune è una forma di violenza psicologica. Lo stanno facendo, ma il metodo è stato avviato ben prima dell’avvento del Coronavirus.

Lo strumento eccellente per diffondere il virus del caos sono i social network. Oggi tutto ciò che è ritenuto di massima importanza passa attraverso i social. Le dichiarazioni di Trump? Prima che in conferenza stampa sono pubblicate su Twitter. Le conferenze stampa istituzionali da remoto durante la pandemia? Si tengono su Facebook e senza dare a noi giornalisti la possibilità di porre domande.

Con la scusa della pandemia mondiale, è stato di fatto negato il diritto di parola e di replica a chi fa informazione, ma anche la possibilità di rendere noto quanto sta avvenendo: ho raccolto in un volume le prime sei puntate della mia inchiesta sul Covid-19, ecco la replica da parte di Amazon che mi è giunta ieri, traete voi le conclusioni

Se un’inchiesta è ricca di documentazioni ufficiali, prese direttamente da fonti istituzionali, nazionali ed estere, e si limita a far emergere la realtà dei fatti, cosa conterrebbe di “non ufficiale”? Comprendo che siano algoritmi inseriti nel programma di verifica delle pubblicazioni su Amazon, ma a chi ha sviluppato il sistema di verifica dei contenuti in pubblicazione è stato chiesto di tranciare di netto tutto ciò che contiene informazioni sul Covid-19 se non proviene da qualche “illustre” firma”.

(Se volete leggere le prime sei puntate della mia inchiesta, le trovate accedendo a questa sezione: Inchiesta sul Covid-19)

Chi decide chi sia una firma attendibile? Chi ha commissionato quali debbano essere le “linee guida” relative all’approvazione o meno di un’opera d’inchiesta sul Covid-19, che nel mio caso non vuole abbattere un sistema, non ha velleità di dossieraggio, quanto piuttosto la missione e la volontà di aiutare la gente a mettere in fila elementi su elementi, e capire cosa, come e perché?

Perché la verità, quella documentata, non fa parte delle linee guida ai tempi della pandemia mondiale, delle Fake News che divengono, secondo il vantaggio del giorno, notizie reali per poi tornare a essere spazzatura un tanto al chilo? È un metodo sconcio per far impazzire le persone, quelle meno capaci di seguire tutto, di nuotare in oceani di informazioni e contro-informazioni sciorinate, queste si, dalle “fonti ufficiali” a cui, ovviamente, la gente comune si abbevera per informarsi.

È stato creato un grosso danno contro l’umanità, e non parlo del Covid-19: la privazione della coerenza, della sicurezza sulle informazioni, la negazione dell’equilibrio stabile, è un reato nuovo, che dovrebbe seriamente esser denunciato collettivamente e a livello internazionale. Il vero problema? A sollevare la questione dovrebbe essere chi governa le nazioni. Sarebbe come pretendere che un ladro riporti, di sua sponte, la refurtiva al legittimo proprietario…

Buona fortuna a tutti, ma metteteci qualcosa di vostro. Senza reazioni di sorta, e badate bene non parlo di reazioni violente ma della richiesta collettiva di ascoltare le istanze delle popolazioni, abbiamo una sola strada dinnanzi a noi: quella che porterà tutti verso il dirupo.

Ne approfitto per rammentarvi una mia opera, che trovate in vendita su Amazon anche in versione e-book: Manuale del rivoluzionario 3.0. E’ un vero programma, pacifico, per tentare di riguadagnare, a livello collettivo, la dignità e i diritti perduti nel corso degli anni. Potrebbe illuminare la mente di chi sta cercando una luce in fondo al tunnel…

Per accedere alla sezione di vendita del libro cliccare sul link: Manuale del rivoluzionario 3.0

DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO

Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

Lascia un commento

Your email address will not be published.