Siamo ormai da alcuni giorni nella cosiddetta “fase 2”. una delle nuove e tanto attese fasi del Decreto Conte.
Tutti attendevano, il 26 aprile scorso, la Conferenza Stampa di quello che Diego Fusaro aveva definito, in maniera divertente, il “Visconte Dimezzato Giallo Fucsia”. Una definizione che suona come un colore che esprime, da una parte, le emozioni: infatti il giallo è il colore del il terzo chakra, quello dello stomaco. Anche qui ci siamo, in un certo senso, compreso il mal di stomaco e la rabbia che le persone sono troppo spesso costrette a subire per gli abusi di questo decreto: abusi che ormai non si contano più. L’ultimo quello della Digos, che ha multato dei pacifici ristoratori che stavano tenendo a Milano un’assemblea, con tutte le misure di sicurezza previste.
Il problema è però più grave: in questo momento nella Repubblica Italiana a mio parere non c’è un Governo al potere, ma un uomo solo: Giuseppe Conte. Che concede, apre, chiude e decide. E ora dopo mille attese, di vera libera riapertura, ha deciso che “i parenti si potranno finalmente rivedere”. Ma non gli amici.
Il Visconte Dimezzato continua ad ignorare i principi Costituzionali, sia italiani che europei, in base ai quali le relazioni e gli affetti sono parte integrante. Conte ha ricevuto diverse denunce. È avvocato, e sa benissimo quello che sta facendo. Diverse delle misure varate non trovano riscontri con la legalità. Eppure continua, imperterrito, a farlo, ignorando tutto e tutti. Chi glielo permette? Come mai può continuare?
Qui le ipotesi potrebbero essere tante, al limite del complottismo. Quindi lasciamole andare: tanto, visto che spero che chi mi legge sia un essere pensante, potrà documentarsi adeguatamente, evitando comunque le “fake news”, e cercando materiale alternativo, ma di qualità.
Quello di cui ora voglio parlare è riferito all’ultima parte dell’intervento di Conte, quell’agognato 26 aprile in cui tutti si aspettavano la libertà. Un’amica aveva addirittura quasi “organizzato” una grigliata all’aperto, con amici.
E invece… niente: il premier ha concesso di visitare i parenti. Non gli amici.
Nell’immaginario popolare questo avrà suscitato scene da “dove c’è Barilla c’è casa”: un’immagine che fa presa, come quella dei giocattoli dei bambini, i cui negozi erano già stati aperti. A parte questo, e a parte il poter passeggiare in solitaria (dove però non è permesso passeggiare ma solo circolare per attività motoria, le concessioni sono pochissime: ancora niente uscite dal proprio Comune, se non per “motivi di assoluta urgenza”, ancora autocertificazioni per ogni minimo spostamento….ancora le stesse restrizioni.
Adesso è permesso però uscire di casa. Come se non fosse un diritto costituzionale inviolabile. Ma ormai la gente si è abituata a considerare “concessioni” cose che rappresentano diritti. Come l’apertura dei parchi, che per Virginia Raggi, sindaco di Roma e compagna di partito di Conte, è una “concessione del nostro Presidente del Consiglio”. Mica un diritto…
Qui a Magenta i parchi sono ancora chiusi. Avevo trovato chiuso anche il parco del Ticino, zona naturalistica meravigliosa. Avevo trovato transennate le alzaie del naviglio a Boffalora, nel comune limitrofo a Magenta, per un’ipotetica “ordinanza” non meglio specificata del 29 aprile (perché, mi chiedo?).
Insomma, siamo alla frutta davvero.
Quindi, abusi e chiusure continuano, e le persone si trovano a passeggiare, spesso, per le vie dei paesi, in mezzo a zombie con le museruole. Tuttavia, per il signor Conte questa è una concessione. Tuttavia, insieme alle “eclatanti concessioni”, ha anche lanciato una minaccia molto esplicita: se i contagi risaliranno, si “chiudono i rubinetti”: mette le mani avanti, mostrando come i contagi in Germania siano saliti, dopo che sono state allentate le misure restrittive, comunque molto inferiori a quelle italiane.
Non è vero e basta osservare i dati, per esempio quelli su Worldometers, per rendersene conto. D’altra parte, visto che il governo detiene le fonti di informazione, gli è facile farlo credere. E la paura fa 90… e soprattutto disconnette la corteccia cerebrale: quindi non si pensa più, e si accetta tutto passivamente.
Avevo già scritto un articolo sul leggere correttamente i dati [Covid-19: il balletto dei numeri e dei dati] e avevo parlato proprio di questo fatto dei dati che possono volere dire di tutto. In particolare la “curva dei contagi” non dice nulla: indica solo le persone che, in un giorno, vengono rilevate positive. Tuttavia, come già detto, potrebbero essere positive anche le asintomatiche. O potrebbe esserci un errore nel test… il vero dato importante è che i pazienti cosiddetti “gravi o critici” diminuiscano ogni giorno. Il resto è un corollario.
La gente, sconvolta dalla paura di una nuova ondata di contagi, subissata da immagini televisive che fanno da grancassa alle azioni di governo, accetterebbe tutto, e si rimetterebbe a testa bassa, in casa, con le pattuglie dei Bravi di Don Rodrigo che girano all’esterno, con fare minaccioso, per fermare eventuali “trasgressori”, i quali, magari, diverranno addirittura responsabili di diffondere il virus. Il governo inventerà nuove sanzioni con lo scopo di garantire la sicurezza sanitaria. E così si rischia davvero di tornare alla fase passata e torneremo alle sanzioni amministrative e magari ancora con la farsa delle denunce penali… Con la paura sullo sfondo: quella è sempre necessaria per impedire lo sviluppo della capacità critica.
Tornerà tutto come prima: fino a quando? Per poi scoprire che basta alzare la testa, cambiare prospettiva, per diventare consapevoli che tutto è nulla. E che a di là delle nubi c’è sempre il sole.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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