Di Lucaa Dal Negro
Dopo l’excursus concessomi, quell’istante introspettivo in cui l’animo ha prevaricato il ragionamento critico che alimenta la mia vitale passione (qui il rimando, a portata di mouse: “COVID-19: la remissione della ragione“), mi corre l’obbligo morale e politico di sottoporrre il tema della bandiera in queste pagine virtuali, qualora fosse ancora possibile utilizzare il termine per ogni attività di governo senza inoculare sospetto.
La bandiera, il tricolore, non è e non sarà mai gratis, in quanto il gratuito o, il poco prezzo e senza fatica, è sempre e comunque didascalia per un oggetto, uno straccio in questo periodo storico particolare in cui viviamo di esagerata depressione aspettando quella economico-finanziaria in arrivo, ove peraltro l’esposizione simbolica della stessa è -potrebbe essere- semmai indicatore di ammissione di colpa, perché di questo dobbiamo tutti assieme ragionare, senza mezzi termini e con ritrovata umiltà e coraggiosa vena.
Senza alludere al giudizio e peggio al pubblico ludibrio in assenza di pensiero democratico e ideale, come appunto la Costituzione ci impone dalle trame del velo dei tre colori, si faccia attenzione ai termini “Costituzione” e “democrazia”, ambedue abusati pesantemente e sotto il nostro sguardo a tratti bovino. (#PopoloBue è demarcazione di ricerca: usate semplicemente la parola puntandola con il Vostro dispositivo!)
L’Italia ha dichiarato guerra all’Italia; la Comunità scientifica è stata investita pesantemente e suo malgrado di potere esecutivo da questo Governo non eletto, scienziati che sembrano rifiutare questa nomina ogni dì e in cui -grazie a Dio- il sole continua a sorgere come è sorto anche quest’oggi.
(L’ipnosi collettiva che ci vede protagonisti, oggi, un giorno la si potrà forse rappresentare in uno stato patologico dicasi sindrome come è chiamata quella “di Stoccolma”? E #sindromeLombardia andrebbe bene, secondo Voi?)
Potremmo anche andare d’accordo: senza politica non ci può essere “opposizione politica” e, detta malamente e in questo modo, addirittura avremmo una semplice spiegazione della crisi di questo Paese rifondatosi non dalla e nell’ideologia ma nell’avanspettacolo, con tutti i nomi e i cognomi dei protagonisti da riprendere.
Assurde affermazioni? Elucubrazioni asservite alla provocazione? In caso pensiate lo siano, e non lo nego in toto, si sappia che sono comunicazioni di propaganda e, in piccola parte fideizzata all’economico rendiconto spicciolo (il link è questo; tant’è che anch’io voglio vivere… https://www.paypal.me/LUCAAautore) quantunque, esse, tutte, hanno una precisa dimostrazione alla base, una che Vi esorto addirittura a contestare da questo link ” Lettera a un comico.” affinché risulti l’evidenza della “questione politica” e l’amor di Patria rientri tutt’al più giustificato quanto basta.
L’argomento -insistendo nell’amara riflessione- non è “economia oppure salute”, come si va semplificando nelle discussioni a cui passivamente prendiamo posto, perché una non esclude l’altra almeno a che non si pensi di usare la demagogia o un accenno tecnocratico che nemmeno la potente Religione Cattolica che fu “di Stato” vuole contemplare, quella Chiesa che osserva l’incapacità decisoria dello Stato, offrendo a tutto suo vantaggio davanti alla letargia islamica il dogma salvifico. Come Dio comanda.
Al momento quindi e alla luce delle dichiarazioni degli Stati e soprattutto di quelli confinanti che dai primi di maggio sono quasi completamente “attivi” (alcuni non si sono mai fermati, e questo non lo si deve dimenticare nell’ottica del Mercato al quale siamo ancorati), siamo isolati dai Paesi “forti”; additati come esempio ma purtroppo in negativo, (la gestione dell’epidemia COVID-19 rinviati gli spunti criminali da accertare e portati alle Procure dal personale sanitario in parte caduto rovinosamente insieme ai tanti, troppi innocenti che non dovevano morire, sono all’evidenza dei fatti: il mondo civile ci guarda sbalordito, facciamocene una ragione cosicché almeno non si ripeta mai più!) ciò che preoccupa ora, ieri prima di oggi per capirci meglio, rimane ciò di cui è la Politica deve occuparsi, quel Parlamento che però continua a registare le conferenze dell’ISS e della Protezione Civile e, segna indispettito le inscrizioni delle Agenzie di rating, ultima quella del 28 di Aprile: “BBB-” che significa per i nostri titoli qualcosa in più della “spazzatura”.
Via l’allarmismo e scansato del tutto il catastrofismo, la bandiera da issare ora non è quella farlocca e tessuta in Cina e venduta e distribuita da una qualche Società che con pochi dubbi evade le tasse con profitto all’ombra delle nostre Leggi ma, è quella che si guarda e di deve incontrare per mezzo dell’operato ancora polemico per questa fase, laddove non è più sufficiente lucidare l’orgoglio nazionale come fosse soprammobile, ma riscattare il proprio impegno sociale attingendolo nella politica, prestando e pretendendo l’attenzione di quei personaggi che la insozzano da ignoranti senza portare rispetto e soprattutto studio della grammatica che la compone.
Destra e Sinistra e Centro non si possono e devono obliare, peggio assimilare a “corpo unico” da prestare al “Governo del momento”: gli schieramenti politici sono il patrimonio genetico della Nazione, e al Governo, e all’opposizione.
Diffidare non solo dei disonesti ma anche degli onesti, perché se per i primi non dovremmo nemmeno sprecare una parola a commento e aprire le porte dei Tribunali, non dovremmo certo usarne troppe e di elogio per chi è appena entrato nel Parlamento con il proprio bagaglio culturale e politico di cittadino onesto senza verificarne costantemente l’operato.
La garanzia di un Governo “onesto” è “non-garanzia” per un Paese moderno, sorvolando i non pervenuti studi libertari che appaiono oggigiorno e per questa poca intellighenzia che mi esclude qualche cosa di fantascientifico; fintanto la Politica non indica chiaramente un percorso applicativo nel rispetto degli accordi internazionali e nell’ottica dell’economia di Mercato al quale ci siamo legati, in aperta promozione e supporto degli interessi nazionali, sarà davvero così difficile pretendere il rispetto della Costituzione (gestione e comando militare del territorio nell’emergenza; poteri dello Stato centrale e risoluzione di quelli delle Regioni e dei Comuni; incarichi del Presidente del Consiglio della Repubblica parlamentare per citare alcuni punti importanti) oppure l’esposizione della bandiera come fosse unica attività che abbiamo a disposizione incapaci di reagire persino difronte ai blindati militari stranieri che circolano nel Paese a prestare soccorso come fossimo noi incapaci di farlo… è tutto quanto riusciamo a fare?
Trattasi dunque di sentimento di gratitudine per quanto è stato deciso per noi cittadini e soprattutto per come tutto è stato gestito? Vogliamo insistere a far di conto attraverso i grafici di un Organismo (la Protezione Civile nel nostro caso) che non ha nemmeno un organigramma definito dalla Costituzione e non prestare attenzione a quelli che tutto l’apparato produttivo ci mostra disperatamente?
Lo Stato, questo Stato -e questa è sì provocazione- la bandiera la dovrebbe ammainare, oggi; magari per un trimestre o due, in attesa di riforme e forse di epurazioni, e optare per un Comitato costituente che prenda e copi i provvedimenti che gli altri Paesi EU stanno mettendo in pratica da tempo: giusti o meno questi, non saremo più isolati a contare i bacilli dal vetrino del microscopio e potremo magari dichiarare in seguito la guerra (assolutamente commerciale) agli altri stati, rimarcando -questo sì- le tante vittorie che annoveriamo e che abbiamo vinto grazie soprattutto alla gioventù, oggi stuprata e stordita dalla paranoia indotta dai media ormai superati, giovini forti e sani, i quali a queste condizioni troveranno solo la forza per rialzarsi e lasciare il Paese come lo stanno già lasciando moribondo nelle mani tremolanti dei burocrati e dei “pseudo-governatori”, dei vecchi capitalisti (di Stato) sopravvissuti al corona-virus.
W l’Italia. (Non questa)
Lucaa del Negro, Autore senza lavoro (eh beh, vorrei vedere :O) ai tempi di COVID-19
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