Pornografia e pedopornografia su Twitter e Telegram: la libertà di essere mostruosi

pedopornografia

Il Direttore – Emilia Urso Anfuso

Oggi voglio parlare di un tema gravissimo e che, per una volta, non è riferito al Covid-19: la pornografia e la pedopornografia su Twitter e su Telegram.

È un fenomeno che sta dilagando ed è urgentissimo porvi rimedio. Non si comprende il motivo per cui, a chi lavora nell’area sviluppo informatico del famoso social network, non viene chiesto di creare un algoritmo che blocchi la pubblicazione di contenuti odiosi oltretutto in forma pubblica: tutti, anche i bambini che già navigano su Twitter, possono imbattersi all’improvviso in uno di questi profili, degni semmai di trovarsi nei meandri oscuri del deep web.

La cosa che lascia perplessi: se io dovessi stare antipatica a qualcuno – e con la mia professione posso confermare che molti mi regalano la parte degenere del loro cervello limitato, scaraventando rabbie personali e analfabetismo funzionale sulla sottoscritta, a suon di commenti che solo i deviati mentali possono lasciare agli sconosciuti – ecco che potrei essere sospesa dopo un attacco di segnalazioni. Sospensione momentanea, ma intanto…

Non accade invece per contenuti che ritenere riprovevoli è poca cosa. Proprio stamane mi sono imbattuta su Twitter – accedendo alla homepage – su un contenuto raccapricciante: sesso violento su minori con ANIMALI e macchinari sessuali mostruosi.

Ho dovuto trattenere il vomito e la voglia di urlare, ho segnalato il profilo che – ribadisco – era pubblico.

Altri, oggi, hanno trovato altri profili e chiedono che siano soppressi.

Che una fetta di umanità andrebbe gettata in un fosso, viva, e tenuta a vita a pane e acqua è cosa certa, il fatto che nessuno faccia nulla per arginare questo fenomeno, che è invece diventato dilagante, è cosa che dovremmo andare a chiedere tutti a chi permette oscenità simili, generando peraltro un sistema di devianza praticamente tollerato, e la cui risoluzione è lasciata agli utenti, che devono pure prendersi la briga di scoprire cose simili e segnalare i troppi profili di tal genere ormai online. sistema del tutto inutile: tempo fa, in una sola sera, ne segnalai oltre 60.

Per 60 che ne segnali, ne nascono 600. L’altra faccia del problema: il numero di persone che seguono questi canali e profili è enorme. Significa peraltro che chi ha tendenze di questo genere, non ha alcun patema a renderlo pubblico. Anche in questo caso, quindi, questo comportamento così tranquillo, conferma come, se non esiste traccia di condanne con pene giuste, ecco che tutto diventa “soft”, ammissibile, “normale”.

Su Facebook, di recente, è stato sviluppato un sistema che blocca automaticamente video o immagini di nudo, prima che siano pubblicati. Grazie alle machine learning a ll’intelligenza artificiale ora questo è possibile. Perché la stessa cosa non sta avvenendo su Twitter. E perché su Facebook sono impiegate migliaia di persone in tutto il mondo pagate per visionare, e quindi rimuovere, le immagini e i video osceni, o violenti? Costoro, in molti casi, dopo qualche tempo cadono in uno stato di depressione e prostrazione, perché essere costretti a visionare materiali di questo genere incide profondamente sulla psiche.

Cosa sta succedendo e perché? Quale motivo si nasconde dietro al fatto che certi materiali circolino liberamente sui social network? La Polizia Postale, come sappiamo, è oberata di richieste, non si può quindi additare come “colpevole” (come fanno in molti sui social) anche perché si muove dietro denuncia e segnalazione, come è giusto che sia.

L’ultima sul tema l’ho letta pochi giorni fa: ora anche su Telegram stanno nascendo gruppi pubblici degni dei contenuti del deep web, con gente che chatta chiedendo maschietti o femminucce…non  parlano di bambole, bensì di giocattoli sessuali.

Chi sono questi bimbi, da dove provengono, di quale tratta mostruosa sono vittime, chi verifica questi settori criminali, perché sembra un tema poco importante a livello internazionale?

Infine attenzione: il lockdown mondiale, causato dal Coronavirus sta facendo diffondere  ulteriormente la pedopornografia online. Coloro che sono attratti da questo tipo di cose, corrono ai “ripari” non potendo ottenere dal vivo ciò che pretendono: carne umana di pochi anni.

Non riesco ad aggiungere altro, se non appellarmi alle coscienze di chi governa il mondo.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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