Inchiesta del direttore – Emilia Urso Anfuso
Procedo con la mia indagine sulla situazione che stiamo subendo a livello planetario. Nella prima parte della mia inchiesta, che procederà scandagliando ogni possibilità, ho parlato del fatto che ovunque nel mondo si parla della possibilità che la diffusione del virus possa avvenire anche attraverso l’acqua, le acque reflue o il contatto oro-fecale, tranne in Italia: trovate l’avvio della mia indagine a questo link: Indagine su Covid-19 – (1): nel mondo si parla di diffusione attraverso l’acqua, in Italia no
Iniziamo col dire alcune cose: quando in una situazione di massima criticità, addirittura a livello planetario, si tende a ragionare per comprendere gli avvenimenti, la prima cosa che si incontra sulla strada irta di ostacoli, è un muro compatto. Un muro che è composto di tanti mattoni e secondo i casi i mattoni sono di diversa natura.
Parlo di quei mattoni che, in questo caso, compongono la barriera contro qualsiasi tentativo di andare oltre le dichiarazioni istituzionali. Nel caso del Covid-19 subito è stato eretta la protezione atta a bollare come fake news persino video che fanno parte degli archivi della Rai. Parlo in questo caso del video che ormai tutti conoscete, relativo a una puntata della trasmissione Rai Leonardo e che troverete cliccando sul seguente link: Leonardo – puntata del 6 Novembre 2015.
È necessario che io vi faccia intanto riflettere su qualcosa che è avvenuto negli ultimi anni, da quando cioè è stato introdotto il tema delle fake news e, ancor più, di noi giornalisti che saremmo tutti, a prescindere, scrittori di bufale. Da quando è iniziato in Italia questo processo, è accaduta in parallelo un’altra cosa: la stessa politica ha iniziato a sdoganare fake news sui social, non sempre ma spesso, dichiarando e contro dichiarando dopo poco tempo, e una parte politica ha addirittura iniziato un lavoro metodico che è servito a creare un caos micidiale, riuscendoci. Chiedetevi perché i giornali stanno subendo un crollo costante, chiedetevi perché le edicole – anche quelle storiche – chiudono i battenti. Poco tempo fa, una delle storiche edicole di Torino, che si trovava a Piazza Statuto è stata costretta a chiudere. Leggete voi stessi le dichiarazioni della proprietaria: Mario Calabresi racconta su Facebook la storia di Marzia. Sei motivi dietro la crisi dei giornalai.
Vorrei tanto chiedere al collega Mario Calabresi il motivo che lo ha spinto a pubblicare su Facebook, e non su un quotidiano nazionale, questa storia. Lascio a voi questa riflessione amara e inserisco il file in .PDF dell’articolo in questione, visto che A QUANTO PARE è stato deciso di cancellarlo dal web, come molte altre informazioni, articoli e dati: accade molto spesso quando si indaga su certe questioni, è per questo che noi professionisti conserviamo in locale tutto, gelosamente…
L’edicolante ha tracciato i punti fondamentali che a suo parere hanno creato il dissesto nel settore editoriale, e ha dichiarato: “C’è stata una campagna, penso alla propaganda del Movimento 5 Stelle, contro giornali e giornalisti con lo slogan che tutto quello che si legge è falso. Credo abbia lasciato il segno“.
L’ha lasciato il segno. Credo di essere l’unica giornalista che, a livello nazionale, quando il M5S arrivò in Parlamento, e subito anche attraverso Grillo, iniziarono le terribili campagne contro la mia categoria professionale, decisi per il silenzio stampa su di loro, che mantenni per oltre sei anni, fino a quando salirono al governo.
Questi chiarimenti su come oggi la maggior parte delle persone è incapace di capire la differenza tra bufale e informazioni reali, era doverosa in special modo nell’ambito di questa indagine a cui ho iniziato a lavorare. Nei miei lavori tutto è documentato, tutto è chiaro, tutto è lampante e, ovviamente, non fornisco opinioni personali, bensì fatti e informazioni verificabili. Eppure, una caterva di persone – sui social e non solo – sono sempre pronte a parlare di “opinioni personali”, anche di fronte ai documenti ufficiali, alle prove sostanziali. Preferisco bollare costoro automaticamente come analfabeti funzionali, incapaci di capire ciò che leggono e ciò che accade intorno a loro.
Facciamo un esperimento: se, un mese fa, fosse già emersa la notizia diffusa da Fox News relativa al fatto che il governo italiano, già a inizio gennaio, era già al corrente della situazione di emergenza sanitaria, ma che solo molto tempo dopo è stata fatta comprendere alla popolazione italiana la gravità della situazione, quanti di voi ci avrebbero creduto? Quanti avrebbero sbrigativamente bollato la cosa come “Bufala”? Oggi che tutti i quotidiani ne parlano, e sempre oggi dopo che anche la popolazione italiana sta assistendo alla incontrovertibile realtà di certi fatti, tra decreti varati in ritardo e altri che non garantiscono il sostegno dell’economia dei cittadini, ecco che questa informazione appare meno bufala a tutti.
Ecco il link a uno degli articoli che ne parlano: Coronavirus, Fox News: «Governo italiano fu avvertito da intelligence del rischio pandemia»”
Detto questo, torniamo al Covid-19 e alla puntata di Leonardo andata in onda il 6 Novembre 2011. La creazione del supervirus non è una bufala, perché se avete seguito bene ciò che viene detto, i virus e i supervirus sono studiati da anni ed è una verità inoppugnabile. E questi studi servono – nella migliore delle ipotesi – a condurre ricerche dedicate allo sviluppo di cure per l’umanità. Può poi essere una bufala la registrazione di una trasmissione video di vecchia data e mandata in onda dalla Rai? Anche questo pensiero sta diventando virale. Le cose son due: esiste un esercito di troll che sui social disseminano sproloqui. La seconda opzione: una fetta di umanità ha perso il senno a causa del caos generato nel corso degli anni.
Fermiamoci a questa banale constatazione di una realtà. I laboratori di questo genere esistono in tutto il mondo e negarne l’esistenza è da imbecilli. Semmai, c’è da riflettere sul fatto che se ne celi troppo spesso l’esistenza, creando intorno a essi un alone di mistero, e quindi di cospirazione.
Cerchiamo quindi sviluppare un pensiero critico basato sulle evidenze dei fatti, o non sarà possibile tentare di comprendere – per quanto sarà possibile – gli accadimenti.
Ora vi elargisco un altro spunto di riflessione, stavolta sul bioterrorismo e non si tratta certo di bufale o teorie del complottismo. A parlarne è, da tempi non sospetti, Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica.
In questa sezione del sito, un interessante analisi sul bioterrorismo e le armi biologiche che sono utilizzate nel mondo. Gli agenti delle armi biologiche possono essere virus, batteri, rickttesia (parassiti intracellulari umani), tossine ed organismi geneticamente modificati. È riportato nella sezione del sito di Epicentro. Ma ecco un elemento molto interessante e riguarda le “Stime di efficienza”.
In pratica, è stato calcolato il vantaggio economico che si trae attraverso il bioterrorismo rispetto alle armi convenzionali, a quelle nucleari e a quelle chimiche: “Per quanto riguarda il potenziale offensivo di queste armi, è stato stimato che un grammo di tossina botulinica è quasi 3 milioni di volte più efficace del Sarin, un agente chimico nervino. Per esempio, un missile SCUD pieno di tossine botuliniche può colpire un’area di 3700 chilometri quadrati, un’area sedici volte più grande di quella colpibile col Sarin. Un altro vantaggio sono i costi effettivi della Guerra Biologica. In via del tutto approssimativa, colpire 1 chilometro quadrato costerebbe 2000 dollari usando armi convenzionali, 800 dollari usando armi nucleari, 600 dollari usando agenti chimici, e 1 dollaro usando agenti biologici. In linea puramente teorica ogni nazione con un’industria farmaceutica e medica ragionevolmente avanzata ha la capacità di produrre in massa armi biologiche”.
Avete letto bene. Le guerre biologiche convengono molto più di quelle tradizionali. Con pochi dollari puoi infestare le popolazioni, mettere in ginocchio i governi nemici, e magari fare anche la figura del salvatore delle patrie sfortunate. Vai a scoprire chi ha infettato chi, come e perché. Quando è iniziato tutto. Chi è stato a diffondere le armi biologiche e come: aria? Acqua?
Siamo nel campo delle ipotesi ovviamente, ma in questa seconda parte della mia inchiesta mi sto concentrando su alcuni aspetti fondamentali: chiarire cosa siano le bufale e cosa non lo siano. Chiarire che di armi biologiche si parla e non sono bufale.
Passiamo infine al terzo punto fondamentale: l’organizzazione post sviluppo dell’evento batteriologico.
Ecco cosa c’è scritto sull’analisi condotta da Epicentro e che potete leggere anche voi sullo screenshot precedente e sul sito stesso da questo link: https://www.epicentro.iss.it/focus/bioterrorismo/attacchi
LINK che…e’ stato poi rimosso, ma tranquilli lettori, ecco la pagina sana e salva, conservata anch’essa gelosamente e comunque il web conserva tutto, si sappia:
“Dal punto di vista della gestione del rischio sanitario di un eventuale attacco batteriologico, è importante l’organizzazione di un piano strategico di reazione. Come si legge nel rapporto pubblicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, le prime risposte devono arrivare dalla polizia, dai vigili del fuco e dal personale medico nelle vicinanze. In piena emergenza sanitaria ovviamente a tutte le strutture mediche sarà chiesto un lavoro straordinario per far fronte alle necessità delle vittime. Però è chiaro che nei primi momenti dopo l’incidente non si consce la natura dell’agente infettante, per cui è importante coinvolgere nei piani di emergenza anche il lavoro di esperti microbiologici che possano fornire risposte precise in tempi brevi. Fondamentale è poi anche l’attivazione di una rete epidemiologica efficiente: gli effetti a lungo tempo di un attacco batteriologico si possono manifestare anche a distanza di giorni, con focolai attivati da persone a loro volta contagiate precedentemente”.
Cosa voglio far emergere pubblicando queste informazioni? Che tutte le nazioni al mondo e quindi i loro governi, sono a conoscenza dei rischi relativi a eventi simili, ma se poi si presenta un’epidemia che verte in pandemia…ecco che tutti sembrano cadere dal pero, sembrano “impreparati” a un evento. Eppure, anche per ciò che riguarda la diffusione dilagante del Covid-19, sarebbe bastato applicare immediatamente le strategie di cautela della salute pubblica. Perché, quindi, in Cina, in Italia, nel resto del mondo, si stanno compiendo molti passi falsi, si rallenta sulle procedure di messa in sicurezza delle popolazioni, si parla ora di interventi economici e di finanza globale che ne risentirà per gli anni a venire?
Diversi mesi fa iniziarono a essere pubblicati articoli di analisti finanziari che predicevano una nuova e più profonda crisi economica mondiale. D’altro canto, nazioni come la Cina erano messe malissimo col debito pubblico, così come gli USA, l’Italia, la stessa Germania, la Francia…
Un virus può sanare tante cose, rimettere in equilibrio le interconnessioni internazionali, i mercati azionari, il rischio di rivoluzioni dovute alle troppe strategie politiche ed economiche vessatorie, al clima impazzito per mille cause diverse, alla scarsità delle risorse fondamentali, che mettono in crisi il futuro di tutti.
Vi lascio stavolta con una serie di riflessioni su quanto ho inserito in questa seconda parte, a cui ne seguiranno molte altre con lo scopo di scandagliare al massimo quanto sta accadendo.
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